2. "La ragione per cui siamo in guerra sei tu."

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Harry

"Non riesco a credere che quella pollastrella ti sta davvero dietro, bastardo fortunato." commentò Louis, gettandosi sul mio letto.

"Oh, sì, che fortuna." replicai, infastidito dal carattere sempre superficiale di Louis, mentre io continuavo a scannerizzare la stanza in cerca della mia bandana. Avevo una stanza discreta tutta per me, non era sfarzosa come quella di Harry, che era considerato un po' più pignolo di me, ma non era brutta come tutti gli altri posti dove avevo vissuto negli anni. Quindi, per questo, ero grato. Avrei accettato qualsiasi cosa che potesse essere lontanamente considerata come una casa.

"Non ho idea di come affronterai tutto questo, voglio dire, questa ragazza ha una reputazione, Harry, non è una semplice."

"Posso gestirla." scrollai le spalle noncurante, perchè, onestamente, ero sicuro di aver visto di peggio.

"No, non puoi, lei è feroce. Anche Zayn è preoccupato per questo. Dodotutto, tu sei uno dei suoi uomini migliori e non può rischiare di perderti, specialmente non per la puttana dei burocratici."

"Cazzo, Louis, renditi utile o chiudi la cazzo di bocca, non riesco a trovare la mia bandana, e dobbiamo andare a lavoro." e immediatamente Louis mi porse la bandana, perchè, apparentemente, ci stava giocando per tutto il tempo, ignorando completamente la mia brutale ricerca. Quasi lo gonfiai a morte di botte, ma a che pro? L'avrebbe rifatto poi. I capelli iniziavano ad essere un po' troppo lunghi, ma onestamente non me ne importava molto. Finchè non avessero interferito con il lavoro che dovevo fare, mi stavano bene. Entrambi ci mettemmo le scarpe, prima di dirigersi alla zona combattimento, dove dovevamo dare gli ordini ai nostri soldati e addestrate i nuovi arrivati. Zayn ci stava già aspettando, come sempre, prima di fermarci davanti ale centinaia di soldati.

"Ascoltate, soldati, ci alleneremo come non abbiamo mai fatto prima. I burocratici stanno pianificando un attacco e noi dobbiamo essere pronti a difendersi o, se ne abbiamo bisogno, ad attaccare."

"Quindi, volete dire ci sarà un'altra guerra?" una piccola voce esplose tra la folla, facendoci scambiare uno sguardo irritato, prima di riportare l'attenzione sui soldati.

"Se dobbiamo, non ci tireremo indietro." i soldati iniziarono ad obiettare, finchè non tirai fuori la pistola e sparai due volte, verso il cielo, per zittirli. Se i caotici facevano una cosa in modo impressionante; era fare casino. E io non amavo volto il caos.

"Non siamo qui per discutere di questo, questi sono i vostri ordini e voi li seguirete. Se avete obiezioni, potete andarvene. Le strade sono grandi abbastanza da ospitare quanti più fallimenti senza casa."

"Quindi quelli che non vi ascoltano sono considerati fallimenti?"

"Sì. Se fallisci come soldato, allora sei inutile."

"Allora qual è la differenza con i burocratici?"

Mi infuriai subito e sparai di nuovo. A nessuno era permesso distruggere le mie convinzioni e i miei pensieri. Dovevo credere di star facendo la cosa giusta, altrimenti sarei stato il primo a lasciarmi tutto dietro e a camminare di nuovo tra le fredde, sporche vie.

"Mostrati, ora." ordinai, i miei occhi pieni di rabbia scannerizzarono l'enorme folla in cerca di un suono, ma nessuno si fece avanti.

"È quello che pensavo. Se pensi di poter disturbare la pace e creare agitazione, allora ti sbagli fottutamente. Non permetterò a nessuno di deriderci, nè ora, nè quando saremo in guerra."

"La ragione per cui siamo in guerra sei tu, comunque." e comparve un uomo dagli occhi bl, con un leggero accento nella voce. Non mi sembrava familiare, quindi mi voltai dubbioso verso Zayn e Louis, ricevendo scrollate di spalle per confermare che anche loro non lo conoscevano.

"Chi sei?" Zayn si fece avanti, impaurito che avrei rivelato più informazioni di quanto avessero bisogno di sapere.

"Sono un soldato, come tutti questi uomini e donne innocenti, disponibile a sacrificarmi per salvargli il culo."

"Hey, ascolta figlio di puttana, non hai ragioni per parlarci in questo modo e non te lo permetteremo. Se pensi di sapere cosa fare nell'interesse migliore per la gente, allora dicci cosa cazzo fare, perchè noi la vediamo così, o lottiamo o moriamo, non ci sono alternative." ruggì Zayn, i suoi occhi che mantenevano il contatto visivo con fermezza con gli sguardi dei soldati, per dimostrare il suo punto. Lui sapeva che quell'uomo non era uno dei nostri soldati, probabilmente era una spia, ma Zayn sembrava determinato a diffondere un certo messaggio. Rimasi in piedi nello sfondo, le sue parole che echeggiavano nella mia testa.

Stavo davvero mettendo in pericolo tutto il nostro esercito per salvarmi?

Ne valeva la pena?

Certo, ero cresciuto per sopravvivere a tutti così, ma quanto a lungo potevo fingere che fosse ammissibile sacrificare chiunque per la mia salvezza?

"Noi lotteremo per la nostra sopravvivenza e Styles è parte di ciò. Se lui cade, allora lui sarà il primo tra molti. Ma proteggendolo, proteggeremo tutti quanti. Siamo stiati scelti per condurre per una ragione. Sappiamo cosa dobbiamo fare e sappiamo come farlo. Non ci saranno altre discussioni circa questo e coloro che credono nelle parole di quest'uomo possono seguirlo, perchè a lui è ufficialmente proibito rimettere piede nel nostro territorio. Se lo rivedremo, sarà trattato come un intruso, niente di più. Sono stato chiaro?" Zayn sfidò gli sguardi dei volti silenziosi davanti a noi, prima di fare un unico cenno affermativo. Fatto ciò, Zayn si voltò, ritornando nel suo ufficio, con Louis che lo seguiva poco dietro, mentre io rimasi lì, contemplando tutto quello in cui avevo creduto e lottato.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now