41. "Autumn ha ucciso papà."

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Harry

Non riuscivo a respirare. Non riuscivo a sentire oltre i miei respiri strozzati e il cuore che martellava con aggressività contro il mio petto, come se volesse fuggire. Non riuscivo a vedere oltre le lacrime che continuavano a formarsi, non importava quanto furiosamente mi asciugassi gli occhi.

I ricordi tornarono a galla, richiedendo la mia attenzione. Spiragli della mia mente che avevo nascosto così disperatamente. Immagini che erano ancora più dolorose della perdita stessa. Sembrava tutto così vivido, così reale e riaprì tutte le mie ferite. Potevo giurare stessi sanguinando. Ma il dolore era mille volte peggio di una qualsiasi agonia fisica avevo dovuto patire. Non pensavo di poter sopravvivere.

Non sapevo quanto fosse passato, prima che crollassi in un mucchio di resti umani ignorati, che erano stati rotti troppe volte per essere riparati. Avevo smesso di piangere, ma ancora non riuscivo a respirare. La mia mente era troppo frenetica e il mio cuore troppo ferito, e non riuscivo a scappare da ciò, da niente. Desideravo poter tornare tra le sue braccia, perchè, in qualche modo, lei sarebbe stata l'unica che avrebbe potuto rimettermi insieme. Ma come avrebbe potuto farlo quando era stata lei quella a spezzarmi? Come avrebbe potuto farlo quando era stata lei ad aver riportato a galla tutti queli demoni da cui ero scappato per tutti quegli anni?

Ricordai il sorriso di mio padre, i suoi baci a prima mattina a mia madre, la sua promessa di portarle qualcosa dalla sua ultima missione. Ricordai che mi disse di prendermi cura di lei, perchè ero io l'uomo di casa quando lui non c'era. Non sapevo che sarei diventato quell'uomo così presto. Non sapevo che non ci sarebbe stato, mai più. Non sapevo fosse un addio sottinteso.

Si diceva che la gente percepisca quando si avvicina la propria morte. Si diceva che hanno una sensazione, che il tempo scorra in fretta e non sono nè in pace, nè preoccupati. Mi chiedevo se lui lo sapesse. Mi chiedevo se avesse percepito, di pancia, che non sarebbe ritornato da noi, che il suo regalo non sarebbe mai stato consegnato a mia madre e che si sarebbe lasciato dietro un ragazzo troppo giovane per affrontare tale macabra perdita e una donna troppo innamorata per affrontare ciò. Mi chiedevo se lei ci avesse pensato, mentre gli portava via la vita.

Tante persone avevano perso la propria vita a causa sua. Tante storie erano arrivate alla fine. Tanti bambini erano cresciuti troppo velocemente, troppo brutalmente, distrutti. Tante lacrime respinte. Tanti cuori spezzati. Aveva causato così tanto dolore in un mondo che andava già deteriorandosi. Non potevo fare a meno di pensare che aveva avuto ragione fino ad adesso. Forse avrei dovuta ucciderla quando avevo visto i veri colori della sua anima oscura. Forse non avrei mai dovuta lasciarla entrare. Forse nona vrei dovuto amarla, perchè lei non poteva amarmi dopo questo. Non poteva amarmi abbastanza da guarire il buco nel petto o riempire il vuoto nel mio cuore.

Mi portai le gambe al petto, poggiando la testa pesante sulle ginocchia. Pensavo se fossi diventato abbastanza piccolo, se mi fossi nascosto bene nel mio corpo, allora alla fine sarei scomparso. Volevo solamente andare via. Tutto era così...pesante, e non riuscivo più a trascinare il peso sulla mia anima, lasciato solo dal resto del mondo. Iniziai ad oscillare avanti e indietro, le immagini che mi tormentavano continuamente.

"Harry!" fui riportato alla realtà da una mano sulla mia spalla, al che alzai la testa incrociando lo sguardo preoccupato di mia madre. Sembrava mi stesse chiamando già da un po', ma non riuscivo a sentirla in quello stato di delirio. Mi guardai intorno, realizzando solo ora che mi ero accovacciato su un lato della strada, molto lontano dalla clinica. Rick era dietro di lei, che mi guardava con la fronte aggrottata. Fui colpito di nuovo da un'ondata di bisogno impellente di scomparire via.

"Cosa ci fai qui? Qual è il problema?" si inginocchiò, accarezzandomi gentilmente la spalla e invogliandomi a parlare. Ma avevo paura che se avessi aperto bocca, sarebbero usciti da essa solo altri singhiozzi. E non potevo ancora affrontare ciò. Il suo cipiglio si fece più profondo, mentre voltava la testa verso Rick, che annuì con rispetto, prima di allontanarsi.

"Harry, cos'è successo, tesoro?" mi prese il volto tra le mani, allontanando le ciocche libere dei capelli dagli occhi. Quasi mi arresi sotto il suo persistente amore materno, che, ancora una volta, mi ricordò della moglie che aveva perso suo marito così improvvisamente.

"Riesci ad alzarti? Sei ferito?" scannerizzò la mia figura alla ricerca di ferite visibili, ma non poteva vedere quello che mi era stato fatto. Non poteva immaginare quando dolore mi stesse deteriorando dentro, uccidendo un organo per volta. Presi le sue mani tra le mie, fermando i loro movimenti, prima di incrociare il suo sguardo.

"Mamma," dissi con voce strozzata, sentendo già formarsi il pianto prima ancora che parlassi.

"Dimmi, amore, cosa c'è?" mi incoraggiò, stringendomi leggermente la mano.

"Autumn. Lei- lei è la ragione dietro la morte di papà. Lei lo ha ucciso. Autumn ha ucciso papà." spalancò gli occhi, un sospiro attraversò le sue labbra, mentre mi stringeva nel suo abbraccio, avvolgendomi completamente, nonostante la mia figura più grande.

"Lo so, Harry. Lo so."

Rupture [h.s. - italian translation]Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin