69. E quello era abbastanza.

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Harry

Mia mamma aveva ragione. Mi ci volle una settimana, ma alla fine riuscii a lasciare il letto, finalmente riuscii ad allentare la mia presa disperata su di lei, come se lei fosse stata l'unica cosa a trattenermi dallo svanire. Alla fine riuscii ad aggiustare il peso aggiunto del mio essere e a trasportarlo, come se non ci fosse.

Lasciai la camera per la prima volta e sentii la paura quasi paralizzarmi. Come se il mondo fosse là fuori per divorarmi. Come se non conoscessi questo posto e non volessi starci, e volessi sempliemente andare a casa, anche se, tecnicamente, giù ci ero. Ma casa erano diventati un paio di occhi verdi, il modo in cui mi toccava, come se sarebbe collassata se non l'avesse fatto. Casa era diventati i diversi modi in cui diceva il mio nome e il suo profumo quando la stringevo tra le braccia la notte. Casa si era modellata nelle sue costole, nella curva del suo seno e gli avvallamenti della sua pelle tormentata. Trovavo casa in ogni singolo angolo del suo meraviglioso corpo, in ogni cavità nascosta della sua anima, on ogni tocco, ogni bacio, ogni parola sussurrata. Trovavo casa in lei e quasi mi faceva incazzare quanto mi sentissi fuori posto senza di lei.

Louis mi stava informando di quanto successo durante i giorni passati a letto malato e ci stavo provando. Ci stavo davvero provando ad ascoltare, ma gli sguardi che la gente mi lanciava, come se potessero vedere i pezzi del mio cuore sparsi ovunque, mi fecero quasi venir voglia di mettermi ad urlare. Non lo feci però.

Mi guardai i piedi e quasi sussultai. Potevo giurare di riuscire a vedere due ombre seguirci, invece di esserci solo la mia, e una di esse aveva dei lunghi capelli che svolazzavano col vento e dei lineamenti che non erano mai troppo gentili, o troppo duri. Mai troppo di niente. Semplicemente, giusti. Sempre, solamente, giusti. Sospirai, scuotendo la testa, mentre spostavo lo sguardo sulla zona circostante a me familiare. E allora, l'ombra svanì, come aveva fatto lei quando l'avevo lasciata.

"Come hai scoperto che Griffin ci aveva catturati?" chiesi, spostando lo sguardo dalla sua ombra che andava e veniva, spezzandomi il cuore ogni singola volta.

"Beh, dopo averti accompagnato a casa, siamo andati a parcheggiare la macchina. Poi Liam è venuto correndo da noi, dicendo che era andato a controllare Autumn, ma non ha trovato nessuno di voi due nella tua stanza e che la porta era stata buttata giù. Insisteva che era successo qualcosa e che suo padre aveva qualcosa a che fare. Quindi abbiamo detto a Rick di prepararsi, radunare volontari e soldati, e di iniziare a cercarvi."

"Ma come siete riusciti ad attraversare tutto il campo fino alla torre dove ci tenevano?"

"Liam, amico. Avevamo raccolto tutte le nostre armi, ma, ciò nonostante, eravamo inferiori numericamente e più deboli. Quindi ha ordinato a tutti di andare via, evitando che qualcuno di entrambi i campi si ferisse. Non riesco ancora a credere che lui abbia ucciso suo padre, deve essersi spezzato qualcosa dentro di lui. Non penso che sarà mai più lo stesso."

E ripensai al corpo, al sangue, al panico, all'aria pesante ed ad Autumn che mi stringeva come se quello non importasse. Come se non avesse appena visto suo fratello uccidere il loro padre. Come se non riuscisse a percepire l'addio avvicinarsi a noi.

"Merda, amico, mi dispiace. Non avrei dovuto dirlo." mi posò una mano sulla spalla e feci di tutto per non allontanarmi. Volevo assaporare il suo tocco sulla mia pelle per un altro po'.

"Va tutto bene. Che mi dici di Niall? Sappiamo qualcosa di lui?"

"Oh, è rimasto lì per un paio di giorni, poi Autumn l'ha mandato indietro con le prime provviste. Ora sta con Raine, penso, dal momento che Anne è stata occupata a prendersi cura di te."

"Aspetta, quali provviste?"

"Lei ci ha mandato due carichi di provviste, uno con attrezzature mediche, medicinali e compagnia bella, che in parte abbiamo usato per te. E un altro con cibo e colture che Zayn ha messo nel deposito, finchè non ne avremo bisogno."

"Perchè lo fa? Non ha senso."

"Niall ha detto che ha intenzione di mandarci mensilmente delle provviste, qualsiasi cosa noi abbiamo bisogno. Tranne le armi. Ha chiuso con quelle."

"Chiuso con quelle? Come?"

"Ha posto fine alla guerra, amico. Nessuno di loro ci attaccherà di nuovo. Ha dichiarato che il loro campo è autosufficiente, non ha bisogno di andare in cerca di provviste in altri campi. Ha dichiarato la pace tra i due campi. Ha posto fine, una volta per tutte."

"Oh mio Dio." era finita. Era finalmente finito tutto. Non ci sarebbero state altre improvvise morti, niente sangue per le strade o incursioni a mezzanotte da cui la gente non avrebbe fatto ritorno. Non ci sarebbe più stato bisogno di fare piani o attacchi. Era finito. Autumn aveva salvato tutti noi. E un'ondata così avvolgente di amore, gratitudine e sicurezza mi sopraffece, portandomi quasi alle lacrime.

"Hai sempre avuto ragione su di lei. Non riesco a credere che lo abbia fatto. Non riesco a credere che sia finalmente finita."

Louis aveva un enorme sorriso sul volto, gli occhi chiusi serenamente, mentre allargava le braccia, come se fosse stato liberato. Spostai lo sguardo sul campo che conoscevo, che amavo e di cui mi preoccupavo, che proteggevo il più possibile. I colori presero il posto delle zone una volta grigie. Il chaos riempiva l'aria, ma era incantevole, confortante. Come se fossimo appena tornati alla vita.

Sentii il cuore battere contro il petto, le mani di Louis darmi delle pacche sulla spalla, il vento che colpiva la mia fragile figura, soffiando tra i lunghi capelli, riempiendo i miei polmoni. Il vento, in qualche modo, aveva trasportato il profumo di Autumn, come una stagione sul punto di finire e l'inizio di una nuova. Come le foglie che muoiono per far crescere delle nuove. Come gli alberi che muoiono e rinascono. Sentii tutto, mentre sfioravano la mia pelle, in una promessa silenziosa che sarei stato bene. Riuscii a sentirlo, riuscii a sentire lei, dire; hey, starai bene, lei ti ama ancora, ti amerà sempre e le mancherai ogni giorno, sta pensando a te ora e sta stringendo la mano come tu stringevi lei e sa che saresti lì se potessi, ma non puoi quindi sei via e la aspetti, perchè questo non è per sempre; per sempre è lei, lei è il per sempre dal primo momento che l'hai incontrata, da quando hai posato gli occhi su di lei e hai pensato, wow, bellissima, e il per sempre sarà lei quando tornerà e ti stringerà, come se non ti avesse mai lasciato.

Riuscii a sentire la sua risata echeggiare nelle mie orecchie, risucii a vedere il suo sorriso che aveva creato il mondo intorno a noi, riuscii a sentire il suo tocco in ogni sferzata che mi colpiva. E fu come se la avessi. Non sapevo quando sarebbe ritornata. Non sapevo se avrei mai più riavuta, come una volta. Ma passati alcuni mesi, ci sarebbe stato il cambio di stagione che mi avrebbe abbracciato come faceva lei e forse allora avrei percepito di averla. Almeno l'avrei per sempre avuto questo di lei. E quello era abbastanza.

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Okay, siamo alla fine.
Mancano praticamente l'epilogo e qualche capitolo aggiuntivo.

Grazie di tutto.

Rupture [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora