25. "Buongiorno."

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Harry

In qualche modo, tra i nostri infiniti baci, la sua lingua che leccava le mie labbra, prima di ritornare nella sua bocca, seguita dalla mia lingua, arrivammo nella mia stanza. Chiusi col piede la porta dietro di noi, mentre entrambi ci sbarazzavamo dei vestiti.

Lei non saltò mai un colpo, le sue labbra che si muovevano con professionalità sulle mie, come se fossero fatte per baciarmi. Le sue mani che scorrevano tra i miei capelli, liberandomi dalla bandana per tirare meglio alla radice. Dopo essersi tolta i pantaloni, saltò su, intrecciando le sue gambe alle mie e facendomi barcollare all'indietro a causa del suo peso, facendo sì che sbattessi la testa contro uno degli armadietti, facendomi gemere nella sua bocca. Lei sogghignò semplicemente, approfondendo il bacio per dissolvere il dolore momentaneo nel suo sapore coinvolgente. Le sue mani strofinarono il punto in cui avevo colpito la testa, prima di tornare a tirare come in precedenza.

"Sei carino con la crocchia." disse sulla mia bocca, le parole a malapena coerenti.

"Oh, io non sono mai carino, Griffin."

"Ma lo sei. Se assolutamente adorabile."

"Adorabile, davvero?" voltai entrambi, così che il suo corpo fosse imprigionato tra me e il muro. Lei sussultò per la mia improvvisa azione rude, ma si riprese velocemente, mentre le mie labbra lasciavano le sue, scendendo lungo il collo, mordendo la pelle delicata che, in qualche modo, dopo quasi cinque giorni di prigionia, riusciva a odorare di autunno. Autumn sapeva sempre di autunno, la stagione. Odorava di vento, che trascinava le foglie cadure. Odorava di granelli di polvere che fluttuavano nell'aria fredda. Sapeva di inverno ed estate combinati, ed era paradisiaco.

"Stai provando ad eccitarmi, Styles?" la sua voce era rauca, bisognosa, mentre debolmente gemeva contro la mia pelle sudata.

"Dipende, sta funzionando?"

"Non dovrebbe."

"Mmh?"

"È fottutamente sbagliato."

"Da quando ti importa di cos'è sbagliato, Griffin? Rilassati, va bene?" mi allontanai per un semplice secondo, spostando i miei occhi subdoli nei suoi, mentre lei rideva debolmente, alzando gli occhi al cielo, prima di spingermi all'indietro, facendomi perdere l'equilibrio e cadere a terra. Il suo corpo si posizionò immediatamente sul mio, mentre mi baciava di nuovo.

"Sei così scoordinato." rise sulla mia bocca e io volli registrare il suono e metterlo a ripetizione.

"Sei rude."

"Beh, tu sei irrazionale."

"E tu sei noiosa."

"Non sono noiosa, sono preparata. E tu sei troppo testardo."

"Forse tu non sei testarda abbastanza." sollevò il sopracciglio sinistro, mentre sussultava come se la mia risposta l'avesse impressionata.

"Sei sensibile."

"Sei senza cuore."

"Non più. Mi hai fottutamente rovinata, Styles." improvvisamente lei approfondì il bcio, le sue mani che diventavano più aggressive, più disperate. Velocemente cambiai le posizioni, così che ora lei fosse stesa sotto di me, il mio corpo a coprirla.

"Prego." risi, come se fosse la barzelletta più divertente che avessi mai detto. Lei scosse la testa debolmente, ridendo insieme a me, prima di tirarmi verso il basso con le mani, così che fossi pienamente sopra di lei.

"Andremo all'inferno per questo."

"Non ci siamo già?"

Il sole stava sorgendo lentamente, filtrando attraverso la fessura sotto la mia porta e, presto, il mondo esterno sarebbe ritornato in vita. La gente si sarebbe svegliata, sarebbe andata a lavoro o si sarebbe allentana, o avrebbe creato una sommossa. Avrebbero avuto bisogno di un capo, di un intellettuale, di qualcuno di cui si potessero fidare. E mi andava bene essere questo, ma non oggi. Non ora. Non quando lei era qui e io ero spaventato a morte che mi avrebbe chiuso di nuovo fuori. Non quando provavo tutte le cose giuste per la persona sbagliata, che improvvisamente sembrava giusta. La nostra accesa serenità fu interrotta da qualcuno che bussò alla porta.

"Va' via." urlai, allontanandomi dalle sue labbra per un secondo, prima di riconnetterle con foga.

"Apri, Zayn sta perdendo il controllo, Autumn è scappata cazzo."

E proprio allora, ricordai la travolgente, cruciale realtà, in cui lei era la mai prigioniera e io ero la sua prossima vittima. Mi lasciai scappare un sospiro frustato, mentre mi sollevavo e camminavo verso la porta. Girai la testa all'indietro, guardandola mentre si nascondeva nel bagno, senza guardarmi. Aprii la porta, trovando un Louis saltellante, che entrò senza il permesso.

"Certo, entra, Louis." lo presi in giro, chiudendo la porta dietro di lui. Lui si guardò intorno in modo sospettoso, prima di posare lo sguardo su di me.

"Perchè hai capelli come se avessi fatto sesso? E perchè sei mezzo nudo? Cosa è successo qui dentro?" indicò in modo accusatorio i miei capelli e il mio corpo.

"Mi piace dormire nudo. È quello che fanno le persone alle fottute cinque del mattino, sai, dormire."

"Bene, allora spiegami questo. Perchè i tuoi vestiti sono per terra, insieme ai vestiti che sono all'87 per cento sicuro di aver visto addosso a Autumn quando l'ho portata nei sotterranei?" corsi verso i vestiti, prendendoli tra le mani prima di gettarli in una delle ceste.

"Non sono affari tuoi. Ora, se abbiamo finito." lo voltai verso la porta, spingendolo velocemente verso l'uscita.

"Lei è qui, non è vero? Lo sapevo, sapevo che c'era della tensione sessuale tra voi due cazzo!" appena aprii la porta per cacciarlo fuori, qualcosa si ruppe nel bagno, e ci fu un sibilo "merda! Oh merda!" che riempì la tranquilla aria mattutina. Gli occhi spalancati di Louis furono l'ultima cosa che vidi, prima di chiudergli la porta in faccia, correndo dove si era nascosta Autumn.

Aprii la porta del bagno, trovandola coperta dalle tendine della mia doccia, i capelli tutti disordinati, gli occhi spalancati per lo spavento, come un cervo messo sotto i riflettori.

"Come diavolo hai fatto?"

"Sarebbe assolutamente assurdo se ti dicessi che non ne ho la cazzo di idea?"

E tentò di liberarsi dalle testarde tendine, sembrando una bambina, e mi trovai a innamorarmi della sua personalità eccentrica. Mi avvicinai a lei, le mie risa che echeggiavano nel bagno freddo, mentre stringevo le mie tendine ormai lacerate, mentre la sua risata si modellava alla mia.

"Gesù Cristo, ero così tutta la mattina?" la sua risata si smorzò appena il suo sguardo cadde sul suo riflesso nel piccolo specchio sopra il lavandino. Si passò freneticamente una mano tra i capelli, cercando di aggiustarli.

"Come cazzo riesci a sembrare così bello al mattino?" gemette, indicando i miei capelli all'apparenza arruffati.

"È uno dei miei tanti talenti." scrollai le spalle, baciandole la guancia, prima di uscire dal bagno.

"Louis ci ha scoperti e, conoscendo Louis, non terrà la bocca chiusa."

"Il piccolo Tomlinson dagli occhi blu? Posso decisamente farlo fuori se vuoi." protese la testa in modo casuale dalla porta del bagno, apparendo innocente e ignara. Risi di nuovo. Notai che lo facevo spesso quando c'era lei in giro.

"Terrò conto della promessa se si ridurrà a questo." lei scrollò le spalle, scomparendo nel bagno. E potevo abituarmi a questo; svegliarla, baciarla la notte, salvarla dalla sua personalità goffa, ridere delle sue stupide battute, parlarle come se il mondo non stesse andando a puttane. Alcuni secondi dopo, lei tornò da me, baciando leggermente le mie labbra, con un sorriso sincero.

"Buongiorno." sussurrò.

Già, potevo decisamente abituarmi a questo.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now