9. "E cerca di non innamorarti della prigioniera."

1.9K 87 4
                                    

Harry

Camminavo avanti e indietro nella sala di osservazione, dove avevo trovato Zayn appena ero corso fuori dalla sala per gli interrogatori.

"Va tutto bene, amico."

"No, Zayn, cazzo, ho perso la ragione. L'ho lasciata entrare nella mia testa e io- Dio, lei è esasperante." mi passai una mano tra i capelli, tirando leggermente alle radici e rimuovendo con aggressività la bandana.

"Va tutto bene, Harry-"

"Gesù, la smetti di dirlo?" lo guardai negli occhi spalancati in gesto di sfida, mentre sollevava le mani in aria.

"Cazzo, non volevo reagire così." sussurrai, rilasciando un sospiro esasperato.

"Va tutto bene, Styles, vivrò." l'ombra di un sorriso si formò sulle sue labbra, mentre si sedeva su un tavolo di ferro.

"Cosa faccio con lei?" mi voltai, guardando la sua figura rigida attraverso il vetro. Se ne stava seduta lì, imperturbata dalle catene che la trattenevano, senza aver paura di tutti gli strumenti di tortura che la circondavano, non intimorita da tutti noi, cosa incredibilmente umiliante.

"Puoi lasciare che me ne occupi io. Le mie tecniche potrebbero stancarla, almeno." lei aveva le labbra imbronciate, pensierosa, le sopracciglia aggrottate, così severamente che lo strato tra di esse sembrava essere incapace di ritornare alla sua posizione normale. Scosse leggermente la testa, inclinandola di lato, e sputò fuori quello che sembrava essere sangue.

"Non ti lascerò torturarla a morte, Zayn." replicai senza battere ciglio, il mio sguardo rimase su di lei. Poggiò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi per un momento o due, il petto che le si muoveva lentamente, il collo nudo leggermente sudato, facendolo brillare sotto le luci poco funzionanti. Fui improvvisamente grato che non potesse vedermi guardarla.

"Come vuoi." sentii Zayn replicare con voce tenue, ma, onestamente, ero trattenuto dall'accattivante vista di lei. Lentamente inclinò la testa in avanti, prima di portare i suoi silenziosi occhi dritto nei miei. Guardai il vetro, certo che non fosse possibile che lei potesse vedermi. Sapeva semplicemente che ero lì, sapeva che avrei guardato ed era esattamente ciò che voleva che facessi. I miei piedi mi riportarono nella stanza degli interrogatori, chiudendo la porta dietro di me, prima di voltarmi verso di lei. Notai uno spesso strato di sudore formarsi sulla sua fronte pallida, il colorito lentamente svanire dalla sua pelle morbida, le labbra secche, rotte in certi punti.

"Sembri stare una merda." sospirai, la fronte aggrottata per la concentrazione. Una risata sarcastica le uscì dalle labbra, facendola chinare in avanti per un attacco spaventoso di tosse, prima di sputare di nuovo sangue.

"Sei ferita?" spalancai gli occhi impaurito.

"Oh, per favore, non agire come se ti importasse."

"Sei ferita?" ripetei, i miei occhi che scannerizzarono la sua pelle nuda, incapace di localizzare la ragione dietro la sua ovvia infermità.

"So cosa stai facendo e non funzionerà. So cosa fai, e so come lo fai." le mie mani frenetiche iniziarono a cercare in modo aggressivo la causa del suo sanguinamento, ignorando le sue stupide affermazioni, ma notando solo la sua voce debole.

"Porca puttana, dov'è?" sibilai tra i denti.

"Giochi al ruolo di uno che ha davvero un cuore, che gli importa e la persona davanti a te abbassa la guardia, ed è allora che tu attaccherai. Sei intelligente, Styles, ma non con quelli che sanno i tuoi veri trucchetti."

"Tu non sai niente." replicai con noncuranza, prima di alzarle la maglietta e trovando un'enorme ferita che copriva tutto il suo stomaco. Perdeva appena sangue, ma era arrossata, indice di un'infezione.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now