3. "Lei è morta ormai, Liam."

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Autumn

"Sembrava fuori di sè. Non ha risposto, nè si è difeso come ci aspettavamo che facesse. Se ne è rimasto lì, senza mostrare nessuna reazione." spiegò Niall, uno dei nostri migliori soldati e spia che avevamo mandato tra i Caotici.

"Bene. È perfetto." annotai, annuendo con la testa pensierosa.

"Come fa ad essere perfetto?" domandò Liam, mio gemello, che non aveva nulla di lontanamente uguale a me.

"Questo significa che siamo nella sua testa. I giochetti mentali sono cruciali quando servono a distruggere qualcuno. La mente è la propria camera dei segreti e, una volta che ci sei dentro, ecco qua, non riescono a cacciarti fuori."

"Nessuno ha detto di distruggerlo, Autumn. Abbiamo ordinato di farlo cacciare, niente di più, niente di meno."

"Se imprigioniamo uno dei più grandi capi dei Caotici, immagina le informazioni che possiamo lentamente, dolorosamente, estrapolargli. Lo prosciugheremo e, poi, possiamo ucciderlo."

Questo era qualcosa che mi avevano insegnato a fare; torturare.

All'inizio era difficile, anche impossibile, ma ormai le urla non mi turbavano molto, nè lo facevano le suppliche. In realtà mi avevano rafforzata, avevano nutrito la mia sete di dolore, quindi ero andata oltre, ero più creativa, finchè non ero diventata il peggior incubo del nemico. Liam, d'altro canto, era più la tipica persona operativa. Avrebbe ucciso il bersaglio, e l'avrebbe fatto in modo impressionante, ma si fermava là. Lui non condivideva il mio lavoro originale, e non doveva farlo. Papà, o David, come lo chiamavano tutti, incoraggiava le mie tecniche. Avevo sempre sentito l'urgenza di dargli prova di essere, essendo l'unica ragazza nel gruppo e quella che era lì quando quegli uomini uccisero spietatamente mia madre, non sarei mai potuta essere forte abbastanza, crudele abbastanza o precisa abbastanza. Qualcosa andava sempre male o era insufficiente. Quindi ero andata oltre, oltre i limiti, finchè non avevo perso tutto quello che una volta ero. A volte non riuscivo a ricordare neanche più perchè l'avessi fatto. L'avevo semplicemente fatto. Avevo torturato, distutto, e alla fine ucciso. Ed era diventato semplice, naturale anche.

"Lui però non è come gli altri Caotici." si intromise Niall.

"In che senso?"

"Lui è quasi...lui è efficiente. Non è un'automa, nè brutale. Se lo fosse stato, il mio discorso non avrebbe avuto quell'effetto su di lui."

"Bugie!" dissi, alzandomi dalla mia sedia, iniziando a camminare avanti e indietro.

"No, l'ho visto io stesso, posso dire quando è una finzione o meno, sono stato addestrato per-" e lo bloccai contro il muro, il mio palmo che gli copriva la bocca per evitare che uscissero altre parole ingannevoli.

"Siamo stati addestrati ad obbedire. Non a pensare. Non a vedere. Niente, ma andare alla cieca, mi hai sentito? Non ti permetterò mai più di parlare di virtù tra quei criminali Caotici. Loro sono il diavolo. Loro sono da massacrare senza pietà. Sono stata fottutamente chiara?" lui annuì con aggressività, proprio mentre sentivo le mani di Liam sulle mie braccia, allontanandomi con gentilezza. Lo lasciai cadere a terra, prima di rilasciare un profondo sospiro, nel tentativo di mantenere sotto controllo la mia rabbia cieca.

"Tieniti pronto perchè ritornerai lì." annunciai.

"C-Cosa? Mi uccideranno!" rispose Niall. Inclinai all'indietro la testa e riuscii a vedere solo rosso in quel momento.

"Non mettermi alla prova, Horan. Sei stato avvertito." dissi tra i denti. Liam si mise tra di noi, poggiando una mano in modo rassicurante sul petto di Niall, prima di spostare il suo sguardo su di me.

"Autumn, lo hanno dichiarato un intruso, se si avvicinerà soltanto ai loro confini, gli spareranno prima ancora che riesca ad avvicinarsi al gruppo. Verrà ucciso, Autumn-"

"Quindi che lo facciano. Ne troveremo un altro, e un altro ancora. Manderemo tutto il fottuto popolo se è questo che ci serve a distruggerli. Non mi importa un cazzo."

"Niall, puoi darci un momento, per favore?" L'incollerito, leggermente terrificato, Niall annuì, camminando via.

"Non farmi la predica, Liam, altrimenti che mi aiuti Dio."

"Cosa diavolo ti è successo, Autumn? Una volta riflettevi, prima di seguire alla cieca gli ordini di papà! Tu eri- cazzo, eri umana." e non sapevo perchè, ma una risata amara mi scappò dalle labbra, mentre scuotevo la testa. Non poteva essere serio.

"Umana? Gli umani falliscono. Gli umani muoiono. Gli umani hanno sentimenti e sono quindi facilmente distruggibili. Gli umani sono indecisi e confusi. Gli umani fanno schifo, Liam, ecco perchè sono quasi estinti e noi stiamo prendendo il controllo sul mondo. Gli umani ora sono rotti, morenti, o come me, disumani, come mi defineresti tu. O sei con noi o contro di noi, non c'è via di mezzo. Non c'è grigio in questo fottuto mondo. O sei buono o non lo sei."

"Oh e tu come sei?! Davvero credi in questa cazzata che stai dicendo, Autumn, o ti dici quelle parole per aiutarti a superare la notte?" Liam spalancò gli occhi per la rabbia, prima di ricomporsi, aprendo e chiudendo le mani.

"Senti, non sono contro papà, e sicuramente non sono contro di te. Semplicemente- non posso perdere anche te, okay? Rivoglio mia sorella, Autumn, perchè, beh, perchè mi manca immagino." feci un piccolo passo verso di lui, sentendo qualcosa risvegliarsi dentro di me, qualcosa che tenevo sotterrato da anni ormai. Presi il suo volto stanco tra le mani, accarezzando teneramente le sue guance, prima di chinarmi per lasciargli un bacio sulla guancia. Lui sospirò appagato. Pensava ci fosse riuscito. Pensava di essermi entratro dentro.

"Lei è morta ormai, Liam. Mi dispiace." sussurrai, camminando via senza guardarmi indietro. Guardarsi indietro era una forma di rammarico. E il rammarico era inutile. E io non facevo cose inutili.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now