45. "Salutalo."

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Autumn

Camminava accanto a me, lo sguardo duro, come se le immagini di una Anne a malapena viva non fossero imprigionate in essi. La postura orgogliosa, come se ogni singolo organo dentro di lui non fosse a pezzi. I lineamenti decisi, come se non stesse lottando contro la voglia di urlare. Ancora una volta ero sbalordita dalla sua forza interna. Mi sarei aspettata che andasse in mille pezzi, urlasse, piangesse e magari si stendesse e ci rinunciasse. Ma trovava sempre una ragione per continuare a lottare. Trovava sempre un pizzico di forza dentro di sè, anche se tutto intorno a lui si stava indebolendo. Trovava sempre una sorta di luce nell'oscurità che giaceva sul mondo. E se non ci fosse riuscito, allora lo sarebbe diventato. Ed era bellissimo. Lui era bellissimo. Avrei voluto incontrarlo prima. Avrei voluto poter essere il più vicino possibile a come era lui. Ma non potevo.

Non sapevo quando avesse smesso di camminare, se non quando finii leggermente contro la sua schiena, prendendo velocemente le distanze per non spingerlo ulteriormente oltre i limiti. Non mi guardò, il suo sguardo si posò sulla casa di Raine.

"Liam è lì dentro. Dovresti dirgli che te ne stai andando. Salutalo. O no. Non so."

"Co- cosa? Perchè ti è importato portarmi qui?"

"Devi sapere che hai qualcosa da cui ritornare. Ho pensato che la cosa più vicino a quello sarebbe stato Liam. Perchè dobbiamo ritornare. Io- io devo ritornare, per lei. E lei deve migliorare. Capisci?"

Mi guardò negli occhi e vidi tutto quello che ruggiva in essi. Paura. Disperazione. Dolore. E appena una scintilla di interesse. Non potei fare a meno di pensare che se fossi ritornata, lui sarebbe stata la ragione. Neppure Liam. E quel pensiero mi spaventò. Ma mi confortò anche. Perchè potevo finalmente provare tutto quello per una sola persona, e quella persona doveva essere Harry. Il più umano degli esseri umani che avessi mai incontrato.

Provai l'innegabile voglia di abbracciarlo. Semplicemente stringerlo, e scusarmi per tutto quello che il mondo gli aveva versato addosso. E ringraziarlo, per essere riuscito a rimanere umano nalla più disumana versione del mondo che eravamo stati costretti ad affrontare. Ma non lo feci. Annuii in silenzio, allontanandomi da lui e bussando alla porta. Niall aprì la porta, spalancando brevemente gli occhi, prima che Raine corresse tra le mie braccia. Mi chinai sulle ginocchia per abbracciarla meglio. Inspirai, assorbendo la sua essenza da bambina.

"Sono così felice che sei ritornata. Mi sento sola qui." sussurrò lei, prima di allontanarsi con un mezzo sorrisetto. Lo ricambiai comunque, dandole un colpetto sulla testa.

"Vai a salutare Harry, dai. E dagli un grande abbraccio da parte mia. Ne ha bisogno." aggrottò la fronte confusa, ma, sebbene la sua mente innocente, sapeva che era meglio non fare domande. Non dovetti girarmi per sapere che Harry la strinse a sè, un po' più a lungo di quanto avrebbe fatto di solito.

"Stai bene?" domandò Niall, parlandomi con calma, per la prima volta da tanto tempo.

"Wow, nessun commento da coglione o ipotesi diabolica? Sono sorpresa." mi portai una mano al petto per prenderlo in giro, mentre alzavo gli occhi al cielo.

"Chi sto prendendo in giro, stai perfettamente." ridacchiò leggermente, prima che comparisse Liam interrompendo la nostra interazione quasi normale. Niall gli diede una pacca sulla spalla, prima di scomparire in casa, probabilmente per assistere al padre di Raine ancora non pienamente guarito.

"Cosa ci fai qui? Va tutto-"

Lo strinsi tra le braccia, con forza, per paura che anche lui scivolasse via. O forse io. Mi permisi di assorbirlo a fondo, attraverso tutti i sensi. Per tanto tempo avevo avuto paura di abbracciarlo, perchè non volevo rovinare anche lui, ferirlo in qualche modo. Ma ora, volevo solamente stringerlo, perchè sentivo che sarebbe stata l'ultima volta in cui sarei stata capace di farlo. E lui meritava di sapere che, anche quando ero incapace di provare qualcosa, comunque avevo provato qualcosa per lui. Meritava di sapere che avrei fatto qualsiasi cosa per lui per far sì che non diventasse come me, ed ero così grata, e così orgogliosa, perchè era anche meglio di quanto mi sarei aspettata che diventasse.

"Ti voglio bene. Voglio che tu lo sappia, Liam. Lo sai, non è vero? Lo sai?" mi allontanai, prendendo il suo viso tra le mani, desiderando di non doverlo lasciare così presto.

"S- sì. Cosa sta succedendo, Autumn?"

"Dio, ho fatto così tante cose brutte, Liam. Così tanta merda. Ho provocato così tanto dolore in questo mondo, quando è già incasinato di suo. E mi- mi dispiace tanto. Vorrei poter cambiare tutto. Tutto."

"Mi stai spaventando, Autumn. Stai bene?"

"Sto bene. Va tutto bene. Non preoccuparti." lo strinsi in un altro abbraccio, lasciandogli un bacio su ogni guancia.

"Sto andando in missione con Harry. Sua madre è malata e dobbiamo aiutarla. Non so cosa succederà, ma ho bisogno che tu mi prometta che non lascerai che Griffin faccia a loro quello che ha fatto a me- a noi. Harry è un brav'uomo. Diamine, lui è un cazzo di grande uomo e guida una base grandiosa. Non meritano niente di tutto quello. Quindi per favore. Promettimelo, Liam."

"Pe-perchè parli come se non tornassi più? Perchè questo mi sembra un altro addio? Dove stai andando, Autumn? Lascia che ti aiuti. Posso aiutare."

"Devo andare ora. Ti voglio bene. Ricordalo." strinsi la sua mano nella mia un'ultima volta, mentre mi allontanavo, sentendo il cuore dolere contro il petto. Ma sapevo che dovevo farlo e, guardando Harry, che stava ancora stringendo con forza Raine, sapevo che non avevo altra scelta. Che fossi tornata o meno, non importava. Ma lui doveva ritornare con la cura per sua madre. Lui doveva salvarla, anche se non avrebbe potuto salvare me.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now