44. "Dobbiamo provarci."

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Autumn

Lo guardai aggrottare e ammorbidire la fronte, come se la sua mente stesse avendo difficoltà ad afferrare il concetto che poteva facilmente perdere anche sua madre. La sua figura tremava, mentre continuava a stringerle la mano, fissandola con gli occhi pieni di lacrime. Però non pianse e iniziai a chiedermi se fosse riuscito a elaborare tutto.Se fosse riuscito a comprendere che sua madre poteva probabilmente lasciarlo presto. Lasciarci tutti.

Sentii le lacrime formarsi dietro le palpebre, respiri spezzati scapparmi dalle labbra mentre lo guardavo. Dovevo sapere che c'era qualcosa che non andava quando aveva perso l'equilibrio ed era caduta mentre andava in bagno. Quando le tremavano le mani mentre cercava nell'armadio qualcosa da indossare. Quando aveva sussultato, nel tentativo di inspirare. Appariva stanca durante il suo persistente prendersi cura di me, ma era tutto annebbiato ai miei occhi, che ogni volta che provavo a concentrarmi sul suo pallore dela pelle, cadevo nell'incoscienza prima che avessi il tempo di fare qualcosa a riguardo. Conoscevo i sintomi. Avevo visto quella malattina portarsi via tante persone, quando erano troppo povere per permettersi la cura o troppo insignificanti. Io stessa ne avevo sofferto, ma essendo nella posizione in cui ero, ero stata immediatamente curata e guarita. Anne non era stata così fortunata. E, ancora una volta, questo mi ricordò la brutalità e la mancanza di interesse del mondo. Non gli importava che fosse una brava donna, un'anima gentile. Non gli importava che fosse l'unico genitori rimasto ad Harry, che aveva perso così tante persone nella sua vita per sopravvivere anche alla sua perdita. Non gli importava che era come se stessi perdendo di nuovo mia madre, solo in modo più lento e più doloroso. Non gli importava e io non potevo fare niente. Dopotutto, il mondo sarebbe arrivato alla fine ed era così che sarebbe successo. Guerra. Morte. Caos. Rottura. E, malattia.

Dei continui colpi allaporta mi riportarono alla realtà, attirando la mia attenzione. Aprii debolmente la porta, rivelando un Louis stressato, accompagnato da Rick, che appariva sempre composto e controllato.

"Harry è qui? O Anne?"

"Sì. Sì, sono entrambi qui."

"Oh grazie a Dio." sospirò Louis, entrando immediatamente nella stanza soffocante. All'inizio era determinato, poi il suo sguardo si posò sulla scena davanti a lui e una brutta sensazione lo travolse. Riuscii a capire che c'era qualcosa di terribilmente sbagliato. E non sapeva cosa fare.

"Coa le è successo? Sta bene?" domandò Rick e mi ci volle tutta la forza di volontà per non guardare Harry, incrociare i suoi occhi preoccupati.

"Non penso. I- io conosco i sintomi, è- forse dovresti controllarla. Potrei star sbagliando. Dio, spero di avere torto." mi si spezzò la voce, ma feci di tutto per contenermi. Non avevo il diritto di soffrire, quando avevo causato così tanto dolore a lei e alla sua famiglia. Non avevo il diritto di piangerla, quando avevo fatto piangere lei e lui. Non ero fatta per stare qui e la sensazione di appartenenza, che una volta avevo provato tra questa gente, era lentamente scomparso, insieme al colore sano della sua pelle e alla scintilla nei suoi occhi.

Louis si fermò accanto a me, mentre Rick esaminava attentamente Anne. Ancora e ancora, come se la ripetizione avrebbe, in qualche modo, alterato il risultato. Un'aura depressa era calata nell'aria, mentre anche i più controllati tra di noi iniziavano a far notare i segni della disperazione.

"Questo- non può essere questo. Deve esserci qualcosa di sbagliato, qualche altra spiegazione. Non può essere." sussurrò Rick, chinandosi per cercare qualche segno nascosto che avrebbe contraddetto i preoccupanti risultati. Non ce n'era nessuno. La testa di Harry cadde contro il materasso del letto, le sue mani non si allontanarono mai una volta da quelle di Anne. Sentii la travolgente urgenza di piangere, ma mi costrinsi a non farlo.

"Co- cosa significa? Cosa sta succedendo? Non capisco niente." disse Louis, la sua voce raffigurò tutte le emozioni che stavamo provando tutti quanti, ma eravamo troppo intorpiditi per rivelarle.

"Anne è estremamente malata, Louis. E non abbiamo la cura per aiutarla. Non possiamo fare niente."

"Che cazzo? No, Rick. Deve essere qualcosa che possiamo fare, qualcosa che possiamo prendere. Possiamo andare ora, se c'è bisogno. Dimmi di cosa hai bisogno per farla stare meglio."

"Non possiamo, Louis. Non possiamo. Questo non è il primo caso che abbiamo avuto. Questa è una malattia rara, ma per cui abbiamo perso altre persone prima. Semplicemente non abbiamo la cura e non possiamo procurarcela. Non possiamo neppure iniziare a cercarla, perchè poi sarebbe....sarebbe troppo tardi. L'avanzamento è troppo veloce e lei è già troppo debole."

"Quindi ci arrendiamo? Porca puttana, Rick, stiamo parlando di Anne. Anne. La madre di Harry. La nostra anche. Lei è quella che mantiene unito questo fottuto campo. Non possiamo semplicemente arrenderci. Il minimo che possiamo farci è provarci. Le dobbiamo quello come minimo. Le dobbiamo più di questo."

"Lo so. So che merita di meglio. So che è ingiusto. Ma devi capire che non abbiamo niente tra le mani. Non possiamo aiutarla. Non possiamo aiutare nessuno nelle sue condizioni."

"Non ci credo. Non posso fottutamente crederci." Louis si passò le dita tra i capelli, prima di tornare a voltarsi verso Rick, cercando di aggrapparsi alle più piccole cose. Urlò, e così dece anche Rick, ed Harry rimase seduto lì, immobile, muto. Non sapevo cosa fare. Non sapevo se avessi dovuto fare qualcosa.

"Basta! Solo...basta, cazzo." ruggì improvvisamente Harry, la voce provata, esausta. Louis e Rick smisero di discutere, voltandosi verso Harry. Lui strinse gli occhi addolorato, scuotendo debolmente la testa.

"Io- io ho bisogno che tutto...finisca. Questo non aiuterà. Questo non sta aiutando. Non posso credere che stia succedendo questo. Non posso- non posso." si strofinò gli occhi, rimanendo lì, con gli occhi nascosti al mondo e la testa poggiata contro i palmi.

"Io- io so cosa dobbiamo fare. So dove trovare la cura. Non so se funzionerà, non so neanche se sarà ancora lì, ma io- io voglio aiutare." i loro occhi spalancati si posarono su di me, eccetto quelli di Harry, che guardarono altrove, come se stesse cercando di riprendersi prima di focalizzarsi su di me o su qualcun altro, era completamente prosciugato e a pezzi.

"Cosa vuoi dire? Come possiamo aiutare?" domandò Rick.

"Io- io ho sofferto di questa malattia. Posso andare al negozio dove tengono questa medicina specifica, perchè non la tengono inisieme al resto delle provviste. Posso entrare ed uscire in un paio d'ore e portarle quello di cui ha bisogno."

"Loro sanno come sei fatta. Se vai, non uscirai mai più da lì." obiettò Louis, la fronte aggrottata.

"Posso prendermi cura di me stessa. Posso farlo." annuii, sebbene non sapessi se stessi rassicurando me o loro.

"Non sei neppure guarita completamente. È troppo pericoloso." sospirò Rick, guardando Anne, sussultando, prima di incrociare di nuovo il mio sguardo.

"Dobbiamo almeno provarci. Se riesco a prenderla, allora ne varrà la pena. In caso contrario, allora- allora, non so. Almeno abbiamo fatto ciò che potevamo."

"Lei ha ragione. Dobbiamo provarci." disse Harry, con voce dura. "Ma io andrò con lei."

Rupture [h.s. - italian translation]Место, где живут истории. Откройте их для себя