49. Non parlai.

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Harry

Strinse il corpo nudo e tremante di mia madre. E dovetti guardare altrove. Non solo perchè non mi era permesso di guardare il corpo di mia madre, ma anche perchè era così pallida da sembrare morta. I suoi arti erano graffiati dove aveva sbattuto, nel tentativo di tenersi in piedi. I suoi lineamenti sembravano invecchiati, come se fossero passati anni durante il suo sonno. E non potevo vederla così.

Riuscivo a sentirla sussurrare all'orecchio di mia madre, come ad incoraggiarla. Volevo conoscere ogni piccolo segreto che le diceva, sapendo che probabilmente comunque non riusciva a sentirla. Volevo conoscere ogni confessione che non riusciva a dire neppure a se stessa, ma che diceva a mia madre. Volevo sapere come le stesse parlando, come suonasse la sua voce, se era la stessa quando parlava con me.

Sospirai, scuotendo testa frustrato. Non volevo pensare a lei in quel modo. Non volevo proprio pensare a lei. Ma non potevo farne a meno. Era così vulnerabile in modo devastante e vederla così ferita calmò la rabbia dentro di me, diffondendo nella stanza l'amore assurdo che ancora provavo per lei. Non aveva senso, ma con lei niente lo aveva. Ero solito accoglierlo, apprezzarlo anche, ma ora mi confondeva soltanto.

"Avrà delle convulsioni, mettile qualcosa in bocca da mordere."

Giarai la testa, il mio sguardo cadde immediatamente sul corpo di mia madre, distrutto e tremante sotto Autumn, mentre era a cavalcioni su di lei, nel tentativo di trattenere i movimenti pericolosi di mia madre. Le coperte che la coprivano erano cadute e io mi sforzai a guardare altrove. Non potevo invadere la sua privacy così. Non potevo umiliarla. Ma, soprattutto, non riuscivo a vederla in quello stato. Era troppo.

Più stringevo gli occhi, più riuscivo a vederla, anche in quella morbosa oscurità lei era lì, pallida, debole, che stava letteralmente scomparendo davanti ai miei occhi. Non sapevo cosa fosse peggio; tenere gli occhi aperti e affrontare tutto o tenerli chiusi e riuscire comunque a vedere tutto da dietro le mie palpebre. Faceva male tutto e avrei voluto che se avessi chiuso gli occhi, con abbastanza disperazione, allora sarei scomparso nell'oscurità.

"Autumn, sta bene ora, ma tu sai sanguinando. Lascia che ti sistemi, andiamo."

Sentii Liam dire, da qualche parte dietro di me. Lui non poteva. Volevo dirgli che nessuno avrebbe potuto farla guarire. Lei era andata troppo olte, troppo distrutta per essere riparata. Lo sapevo. Ci avevo provato e riprovato. Potevo giurare di aver provato ad aiutarla, a farla tornare la sua vecchia sè, da me. Ma c'era sempre stato un aspetto di lei che era troppo scheggiato, che rovinava il resto di lei. Quindi, no. Autumn non poteva essere aiutata. Autumn non poteva ritornare in sesto.

"Non ora, Liam. Sto bene. Dobbiamo prima assicurarci che sia stabile."

Liam sospirò, prima che mi afferrasse il braccio, facendomi quasi trasalire, ma non lo feci.

"Harry, aiutami. Non ascolterà me. Sta rabbrividendo più di tua madre. Il suo corpo è prosciugato, svenirà presto."

Lo guardai negli occhi e vidi un uomo che aveva paura di perdere qualcuno che amava incondizionatamente. Vidi quasi me stesso in lui e mi spaventò. Perchè i suoi occhi non sarebbero dovuti essere così pieni di affetto; sarebbero dovuti essere senza vita e vuoti come lo erano stati quelli di sua sorella, quando aveva ucciso mio padre. Dovetti ripetermi quel mantra nella mia testa, così che non mi sarei mai arreso a tutto quello che mi faceva provare.

Allontanai gentilmente il braccio dalla sua presa, attento a non provocargli altro dolore. Era sempre più confso mentre mi guardava con sguardo interrogativo. Non sapevo come spiegargli le mie ragioni, quindi mi dissi che non dovevo farlo. Non gli dovevo nessuna spiegazione. Non dovevo niente nè a lui nè a sua sorella. Quindi scossi semplicemente la testa, voltadogli la faccia, nella speranza che avrebbe capito senza che dovessi dare voce a tutto. Non pensavo ne sarei stato capace.

"Quale diavolo è il tuo problema? Solo perchè sei arrabbiato con lei o roba simile, allora la lasci morire? Lasci che si distrugga in quel modo? Che cazzo, Harry!" scattò, afferrando di nuovo il mio braccio e voltandomi verso di sè.

"Tu non sai niente. Tu- non mi importa. Lei può fare quello che cazzo vuole. Non mi importa. Non più. N-Non può importarmi, Liam. Non posso."

Ecco. L'avevo detto. Era allo scoperto. E anche se non l'avessi sentito echeggiare in quell'atmosfera tesa, lo sguardo nei suoi occhi me lo avrebbero confermato. Però non mi importò a lungo. Questa volta fu lui quello a lasciare andare il mio braccio. Questa volta fu lui quello a darmi le spalle. E solo perchè lei si stava trattenendo al suo braccio, in cerca di aria, gli occhi socchiusi.

Il mio corpo si allungò immediatamente verso di lei, reagendo prima che potessi fermarmi. Ma mi sforzai a non avvicinarmi ulteriormente, perchè era una mina e se mi fossi permesso di farlo, sarebbe esplosa. Avrebbe fatto tremare la terra sotto i miei piedi e mi avrebbe sotterrato. E non potevo permettere che accadesse di nuovo.

"Hey, hey, stai bene. Andrà tutto bene. Rimani con me. Rimani sveglia. Stai bene." Liam le prese il volto tra le mani, come avrei fatto io se fossi stato ancora innamorato di lei allo stesso modo. Lei annuì, sebbene i suoi occhi ci misero un po' ad aprirsi e il suo petto si muoveva a un ritmo innaturale.

"Anne. Anne." gracchiò, la sua voce era a malapena un sussurro, ma la sua mano si mosse alla cieca dietro di lei, finchè non prese la mano di mia madre nella sua. Liam era agitato mentre si guardava intorno alla ricerca di qualcosa per aiutarla, qualsiasi cosa, ma nello stesso tempo non voleva lasciarla andare, per paura che il suo corpo crollasse e non si sollevasse più.

Mi voltai verso il tavolo, riempendo un bicchiere d'acqua, poi toccai la spalla di Liam, porgendoglelo senza parlare. Non sapevo cosa dire. Come avrei potuto spiegargli perchè non mi importasse se sua sorella fosse morta o meno? Come potevo spiegarli quel buco nel petto che cresceva quando la toccavo, ma che cresceva anche quando non lo facevo? Come potevo dare voce tutto quello che mi aveva fatto provare? Non avrei potuto mai veramente parlare di lei o di qualsiasi cosa relativa a quello che mi aveva fatto lei.

Quindi non parlai mentre Liam la aiutava a bere l'acqua, facendola strozzare leggermente, al che mi si bloccò il respiro in gola finchè il suo non si stabilizzò lentamente. Non parlai mentre attentamente le metteva i punti alla ferita in testa, parlandole di qualsiasi cosa per tenerla sveglia. Non parlai quando finalmente aprì gli occhi, la sua pelle ritornò lentamente al suo colorito normale, ma non del tutto. E la prima cosa chelei fece, fu voltarsi verso mia madre, che ora giaceva sul letto accanto. Non parlai neppure allora.

Liam sussurrò promesse confortanti riguardo alla guarigione di mia madre, riguado Autumn e tutto il resto. Lei sorrise, un sorriso che non sembrava vero, e lo abbracciò per un minuto o due, prima di convincerlo ad andarsene per dare a mia madre e a me la privacy di cui avevamo bisogno e che meritavamo. Volevo parlare allora, ma non lo feci. Non ci riuscii.

Quindi, dopo un forte abbraccio e un titubante 'ti voglio bene', Liam mi guardò supplichevole e provocatorio allo stesso tempo. Non avevo visto nulla di tutto ciò prima. Poi, se ne andò e Autumnsospirò, chiudendo gli occhi. Aspettai che si aprissero di nuovo. Aspettai che si muovesse, per assicurarmi che fosse ancora sveglia e cosciente, ma non lo fece. Se ne stava semplicemente stesa lì, con la mano di mia madre nella sua e il petto che si sollevava era l'unico indizio che fosse ancora viva. Iniziai ad andare nel panico, sebbene non avessi voluto. E fu allora che parlai per la prima volta. Dovevo farlo. Il pensiero che non stesse bene tirò fuori dalla mia bocca intorpidita le parole.

"Autumn." fu tutto quello che riuscii a cacciare, al che lei strizzò gli occhi disperata, come se la mia voce le avesse provocato dolore. Non ero certo di volere quello o meno.

"Au-"

"Harry. Non devi più prenderti cura di me. Non puoi, ricordi?"

Ma se avessi potuto? Avrei voluto chiedere. Ma non lo feci. Non parlai di nuovo.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now