33. "Ma non hai mai avuto il cuore spezzato."

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Harry

Raggiunsi la piazza, trovando Louis a cercare di domare la confusione. Alcuni urlavano riguardo il momento inconveniente. Altri parlavano della perdita dei loro cari. L'atmosfea era carica di amarezza, furia e dolore. Avevo sempre sperato e pregato che non dovessi mai affrontare ciò.

"Hey!" ruggii, salendo su una panchina per torreggiare sulla folla. Le urla divennero sussurri, mentre tutti gli sguardi si focalizzavano su di me.

"So che siamo tutti spaventati al momento, ma dobbiamo essere uniti altrimenti siamo finiti. I Burocratici se ne sono andati per ora, ma ciò no significa che non torneranno e, questa volta, non sarà una sommossa, ma una vera e propria guerra."

"E dov'è la tua prigioniera ora? Non era lei la ragione dietro tutto questo casino?" si innalzarono borbottii d'approvazione, appiccando la rabbia e il bisogno naturale di difenderla denro di me.

"Non sto parlando di questo. Tutto ciò che ho da dire riguardo il soggetto, è che se non altro ci ha salvati."

"Non tutti."

"Beh, saremmo stati tutti morti se non si fosse messa in gioco per noi, il cosidetto nemico, le persone che avrebbe dovuto uccidere, ma non ha mai fatto nulla per arrecare danno. Tuttavia, se ne è andata ora e noi dobbiamo andare avanti come se non fosse mai stata qui." dovetti convincere me stesso di questo, perchè era l'unico modo per me di andare avanti. Era come se il loro mondo fosse stato disturbato, dovuto a una perdita inevitabile, mentre il mio era andato in pezzi e a fuoco, per poi svanire nell'aria, seguendo i venti che l'avevano portata via da me. I venti a cui aveva dato il benvenuto o, forse, che le avevo creato intorno.

"Voglio più soldati sui confini. Tomlinson ed io andremo alla ricerca di ulteriori armi. Voglio allenamenti intensi, più volontari. Ma nessun bambino, donna o anziano. Malik non verrà disturbato finchè non si sarà ripreso completamente, quindi per qualsiasi domanda ci saremo io e Tomlinson." posai una mano sulla spalla di Louis, mentre lui annuiva.

"E faremo un funerale in onore di tutti i deceduti. M-Mi dispiace per le vostre perdite e spero che sappiate che se avessi potuto prevenire tutto ciò in qualche modo, lo avrei fatto." fui grato di vedere i cipigli scomparire, rimpiazzati dalla tristezza. Scesi dalla panchina, facendo cenno a Louis di seguirmi.

"Sei pronto per un giro di ricognizione?"

"Cosa, ora? Sono le quattro del mattino, Harry."

"Già, dobbiamo sfruttare la luce della notte, prima che si alzi il sole."

"Harry, è stata una giornata lunga-"

"Vieni o no, Louis?" ruggii, la mia voce echeggiò quasi nella triste nottata. Louis sembrò preso alla sprovvista dal mio improvviso sfogo, ma riuscì ad annuire, con gli occhi spalancati. Continuammo la nostra camminata in silenzio, finchè non superammo la casa di Raine. Qualcosa dentro di me mi spingeva a darle un'occhiata, ma mi ricordava troppo Autumn e ancora non riuscivo ad affrontare ciò.

"Niall mi ha detto che ha chiesto di te, finchè non ha pianto fino ad addormentarsi." sussurrò Louis debolmente, il suo sguardo, insieme al mio, volò sulla casa una volta così brillante e ora circondata dal peso straziante della notte. Non potei fare a meno di sentire calare la tristezza, da quando ci aveva abbandonati. Sebbene fosse quasi dura di cuore, aveva irradiato vita nel nostro campo. Sebbene non riuscisse probabilmente a vedere oltre l'oscurità che la divorava, lei aveva portato nelle nostre vite, nel suo straordinario modo di essere, la sua luce. Era una mia perdita che, in qualche modo, condividevo con tutto il campo.

"Continuamo ad andare avanti." dissi, proseguendo sulla strada verso il deposito dove tenevamo i nostri veicoli. Una volta arrivati lì, presi la jeep e Louis salì al posto del passeggero. Poi ci facemmo strada verso la torre, per prendere le armi.

Iniziai a guidare verso la nostra destinazione, i miei occhi fissi sulla strada all'apparenza senza fine, con l'illusorio miraggio di andare dove avevi sempre voluto andare, raggiungendo ciò per cui avevi lottato. Ma quello sarebbe stato; un miraggio, uno scherzo giocato dai tuoi occhi insieme al mondo, girando senza fine intorno alla sua felicità o miseria, alla tua esistenza. Alla fine della giornata saresti sempre finito da qualche parte sconosciuta, a cui non appartenevi, ed era allora che ti obbligavano ad andare avanti, continuare a correre, a cercare, come se non fossi mai stato così vicino a casa, ma mai ci fossi stato. Più vicino c'eri, più lontano sembrava. E quando muori, vieni sotterrato da qualche parte, obbligato ad adattarti ai loro schemi, a modellari nella sua scultura in cui mai starai bene. Ironico, davvero, come sapendo tutto ciò, continuamo a correre, a cadere nella trappola di Dio, come pezzi di un puzzle, che cade dall'immagine.

Questa ricerca fu più semplice del previsto, io ero completamente travolto dai pensieri per contare i miei passi o schivare proiettili che mai arrivarono. Mi vidi superare uomini da cui mi sarei dovuto nascondere, superare le armi puntate contro di me, perchè per una volta affrontai l'irrilevanza della mia esistenza. Il mondo non si sarebbe fermato per affrontare il mio dolore. Le persone non avrebbero voluto condividere il peso della mia tristezza. La luna stava scomparendo e il sole iniziava ad alzarsi, e a nessuno importava un cazzo. Non mi aspettavo esattamente una sosta brutale, ma un brandello di rispetto per il mio dolore. Non importava, però. Io non ero importante. E neppure lei a chiunque vedesse la mia esistenza miserabile.

Louis ed io raccogliemmo le armi, tornando con successo al nostro veicolo. Gettammo gli zaini sui sedili posteriori, prima di ritornare al campo. Gli occhi di Louis a volte mi fissavano un po' più a lungo, prima che sospirasse e tornasse a guardare fuori il finestrino. Scelsi di non commentare, principalmente prosciugato dalla giornata senza fine. Tre ore dopo, era quasi mezzogiorno quando tornammo al campo. Parcheggiai la macchina, prendendo il mio zaino, mentre Louis prendeva il suo.

"Quindi cosa farai ora?" parlò, per la prima volta da ore.

"Non lo so, ho bisogno di una doccia e poi abbiamo tutti quei funerali da preparare. Poi stasera probabilmente andrò a prendere delle provviste mediche per Rick, ha sempre bisogno di questa merda."

"Aspetta, cosa? Dormire e riposare non fa parte del tuo piano?" scrollai le spalle con non curanza, il mio sguardo focalizzato sul movimento veloce dei miei piedi, in contrasto con il mio animo debole.

"Okay, basta. Harry, non puoi fare così. Devi dormire, e mangiare, e magari piangere, non so, ma affogare in questa cosa del capo non renderà le cose migliori."

"Va tutto bene, Louis. Sto bene. Qualcuno deve prendersi cura di queste persone."

"E come farai quando sembrerai un fottuto casino?"

"Ci lavorerò. Lo faccio sempre."

"Ma non hai mai avuto il cuore spezzato, Harry!" urlò Louis, apparendo infuriato dalla mia indifferenza, mentre mi afferrava il braccio e fermandomi.

"Non ho il cuore spezzato, Louis."

"Allora cosa?"

"Io...non lo so...semplicemente...non lo sono."

Il dolore momentaneo che mi permisi di provare presto scomparve, mentre continuavo la mia camminata verso l'area di addestramento, sentendo dietro di me i passi di Louis.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now