The one where Ermal sleeps undressed

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Un colpo di tosse. L'ennesimo.

Fabrizio si svegliò di scatto sentendo Ermal tossire accanto a lui.

Ormai era da qualche giorno che aveva quella fastidiosissima tosse che, oltre a non farlo dormire, si ripercuoteva sul suo lavoro.

E sul suo umore.

Odiava non poter andare in studio, non poter incidere i nuovi pezzi dell'album, questo Fabrizio lo sapeva bene ed era proprio per quello che aveva deciso di passare qualche giorno con lui.

Sperava che almeno così il suo umore migliorasse.

Ma sembrava non essere migliorato niente. Né il suo umore, né la sua salute.

Fabrizio si sporse verso l'interruttore e accese la luce. Si stropicciò gli occhi per qualche secondo e disse: "Vuoi un po' d'acqua?"

Ermal scosse la testa. "No. Vorrei solo che questo mal di gola passasse in fretta."

Si passò una mano tra i capelli, spostandoli dagli occhi, e sbuffò.

Aveva voglia di tornare in studio, di finire il disco. E invece era a letto, con la gola che gli bruciava e la tosse che non lo faceva dormire.

Fabrizio lo guardò dispiaciuto - in fondo odiava vedere Ermal così - ma non poté impedirsi di dire con tono scherzoso: "Un po' però te lo meriti. Guarda come dormi!"

Effettivamente Ermal, almeno da quando frequentava Fabrizio, aveva iniziato a dormire sempre più spesso senza vestiti.

Era iniziato tutto un po' per caso, per colpa della stanchezza che lo coglieva appena finito di fare l'amore e che gli impediva di restare sveglio il tempo necessario per rivestirsi. E a un certo punto era diventata semplicemente un'abitudine.

Se, almeno all'inizio, aveva giustificato il suo addormentarsi completamente nudo con un: "Sono troppo stanco per mettermi a cercare i vestiti che mi hai tolto poco fa", con il tempo non aveva più nemmeno tentato di dare spiegazioni.

E doveva ammettere che dormire senza nulla addosso e con le coperte che il più delle volte cadevano a terra - o venivano rubate da Fabrizio - sicuramente influiva sulla sua salute.

Ripensò a quando, da piccolo, sua nonna lo sgridava perché era convinta che ogni volta che si ammalava fosse colpa della felpa che aveva rifiutato di indossare o delle coperte che aveva scalciato via malamente durante la notte.

Gli diceva sempre: "Ti ammali perché dormi con il culo scoperto."

Ed evidentemente, visto come stavano le cose, la nonna ci aveva visto lungo.

Certo, forse lei lo intendeva in modo un po' meno letterale.

"Sai, mia nonna mi rimproverava sempre per lo stesso motivo" disse Ermal, sorridendo al ricordo.

"E aveva ragione!"

"Non pensavo ti dispiacesse così tanto che dormissi così" gli fece notare Ermal, mentre Fabrizio gli lanciava un'occhiata di rimprovero.

"Non ho detto che mi dispiace. Sarei un pazzo a dire che mi dispiace vederti così" disse Fabrizio, prima di intrufolare una mano sotto le coperte e farla scorrere sulla pelle nuda del compagno.

Ermal mugolò in segno di approvazione, rotolando su un fianco e finendo per sdraiarsi sulla pancia.

La testa affondata nel cuscino, gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra fecero capire a Fabrizio quanto stesse apprezzando quelle carezze.

Il più grande continuò a far scivolare le proprie dita su e giù lungo la schiena del compagno, accarezzandolo delicatamente.

La pelle di Ermal era morbida e liscia, nonostante Fabrizio fosse consapevole delle numerose cicatrici che la puntellavano.

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDär berättelser lever. Upptäck nu