The one where Fabrizio is late for the interview

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"Fabrizio, finalmente! Ti stavamo aspettando. Iniziavamo a pensare che ti fossi dimenticato."

Fabrizio lanciò un'occhiata scocciata all'uomo che lo stava scortando verso lo studio di RadioNorba in cui avrebbe dovuto fare l'intervista.

Sapeva perfettamente di essere in ritardo, sapeva anche che il suo non era un comportamento professionale, ma quella notte non aveva chiuso occhio ed era riuscito ad addormentarsi soltanto all'alba. Risultato: non aveva sentito la sveglia e ora era in ritardo.

Sapeva che non era una giustificazione e sapeva che in quella situazione era lui ad essere dalla parte del torto, ma proprio per quello non sopportava che la gente glielo facesse notare.

Che poi, a essere proprio onesti, non era nemmeno del tutto colpa sua se non aveva dormito.





***





Le relazioni a distanza non erano semplici da gestire. Questo Fabrizio lo aveva sempre saputo e se n'era reso conto fin dal primo istante in cui aveva capito di essere innamorato di Ermal.

Non era facile essere innamorati di qualcuno che abita dalla parte opposta dell'Italia. Non era facile essere innamorati di qualcuno con cui, a conti fatti, non si hanno poi molte occasioni per passare del tempo insieme.

Quando le cose tra loro si erano smosse - Fabrizio non ricordava nemmeno chi dei due avesse fatto il primo passo; forse si erano semplicemente incontrati a metà strada - la situazione era diventata ancora più difficile.

Ogni giorno trascorso distante l'uno dall'altro, era un pugno nello stomaco. Ogni mi manchi sussurrato al telefono, faceva stringere il cuore.

Avevano iniziato a godersi ogni attimo trascorso insieme, a ritagliarsi almeno un momento solo per loro ogni volta che si trovavano allo stesso evento, a vedersi anche solo per un saluto veloce se erano a pochi chilometri di distanza.

Era successo anche quel giorno.

Fabrizio si trovava a Bari per un instore; Ermal era atterrato all'aeroporto di Bari quella stessa mattina e poi sarebbe andato a Foggia per partecipare a un evento.

Fabrizio aveva sentito il cuore esplodere di gioia quando Ermal l'aveva chiamato e gli aveva detto: "Sono a Bari. Ci vediamo per pranzo?"

Avevano pranzato in un locale in cui Ermal andava spesso quando si trovava in città. Avevano mascherato quell'incontro come un pranzo tra amici, coinvolgendo anche Marco e i collaboratori di Fabrizio, ma non erano mancati i baci rubati mentre uscivano dal locale per fumare una sigaretta o le mani che si sfioravano sotto il tavolo.

Ma nonostante tutto, non era stato abbastanza.

Quella sera, nel buio della sua camera d'albergo, Fabrizio continuava a tenere lo sguardo fisso sul soffitto e a chiedersi per quanto tempo ancora sarebbe stato in grado di sopportare quella situazione. Per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a farsi bastare un pranzo veloce insieme all'uomo che amava, per poi vederlo andare via quasi senza salutarlo pur di non destare sospetti.

Sospirò, mentre con una mano si stropicciava gli occhi stanchi, e si rigirò tra le coperte cercando di prendere sonno. Ma la sua testa era talmente piena di pensieri che prendere sonno sarebbe stato impossibile.

Si sforzò di tenere gli occhi chiusi, convinto che prima o poi si sarebbe addormentato, ma la suoneria del suo cellulare lo costrinse ad aprirli nuovamente.

Afferrò il telefono e, dopo aver letto il nome di Ermal sullo schermo, accettò la chiamata.

"Ciao" disse semplicemente, cercando di usare un tono neutro e di non far preoccupare Ermal. Non voleva che, con tutti gli impegni di quei giorni, si mettesse anche a pensare alle sue paranoie.

We're all stories in the end - Metamoro one shotsWhere stories live. Discover now