The one with Ermal's birthday

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Era stata una decisione dell'ultimo minuto, quella di andare a Milano.

Una di quelle prese senza pensare, dettate solamente dall'istinto.

L'istinto di Fabrizio quel giorno si era ribellato alla ragione - o almeno a quel poco di ragione che gli rimaneva quando c'era di mezzo Ermal - e gli aveva imposto di mettersi al volante e guidare fino a Milano, anche se Ermal non sapeva del suo arrivo. Anche se Ermal quella sera aveva altro da fare.

Anche se Ermal, quella sera, avrebbe affrontato uno dei concerti più importanti della sua vita.

O forse, era proprio quello il motivo.

Fabrizio non riusciva ad accettare l'idea di non essere presente, di essere lontano da Ermal in un giorno così importante.

In realtà, era stata una cosa che avevano deciso insieme.

Ermal ovviamente gli aveva chiesto di partecipare e Fabrizio si era ritrovato a un bivio: da una parte il compleanno di Ermal e il suo concerto, dall'altra la possibilità di passare le feste con i suoi figli. E alla fine aveva scelto i suoi figli.

Ermal aveva capito, anzi aveva anche detto che era certo che Fabrizio avrebbe declinato il suo invito e che per un momento aveva pensato di non invitarlo affatto.

E quando Fabrizio gli aveva detto che gli dispiaceva non passare il suo compleanno insieme a lui, Ermal aveva risposto che in fin dei conti era solo un giorno come gli altri in cui improvvisamente aveva un anno in più.

Però Fabrizio aveva continuato a pensarci. Per giorni interi, quello era stato il suo chiodo fisso.

Continuava a chiedersi se avesse fatto la scelta giusta, se fosse davvero la cosa migliore, se non ci fosse il modo di poter passare quella serata con Ermal e allo stesso tempo passare le feste con i bambini.

Alla fine, guidato solo dal suo istinto, era giunto alla conclusione che avrebbe potuto passare comunque la serata con lui e tornare a casa il giorno successivo.

Probabilmente se ne sarebbe pentito presto, probabilmente la stanchezza accumulata durante il viaggio lo avrebbe fatto collassare sul divano appena rientrato a Roma. Ma in quel momento non sembrava importare.

Mentre la sua auto scorreva velocemente sull'autostrada sgombra, nulla sembrava importare se non la consapevolezza che da lì a poco avrebbe rivisto Ermal.




Quando Ermal rientrò a casa, dopo il concerto e i festeggiamenti con la band nel backstage del Forum, era talmente stanco che non si accorse di tutti quei piccoli dettagli che indicavano la presenza di Fabrizio in casa sua.

Non si accorse di aver aperto la porta con un unico giro di chiave, pur essendo consapevole di averne dati tre quando era uscito dall'appartamento qualche ora prima.

Non si accorse della giacca di pelle marrone - che una volta era stata sua - appesa sull'attaccapanni dell'ingresso.

Non si accorse nemmeno della luce accesa in cucina.

Per questo motivo, quando si trovò davanti Fabrizio - intento ad aprire una bottiglia di vino - rimase immobile in mezzo alla sua cucina credendo di avere qualcosa di vagamente simile a un'allucinazione.

"Ehi, finalmente sei arrivato! Buon compleanno! Anche se in realtà è già passata mezzanotte" disse Fabrizio mentre si avvicinava a Ermal e gli porgeva un bicchiere.

"Che ci fai qui?" mormorò Ermal ancora incredulo.

Lo sguardo di Fabrizio si addolcì mentre diceva: "Avevo voglia di vederti."

We're all stories in the end - Metamoro one shotsWhere stories live. Discover now