The one where they are puzzle pieces

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Fabrizio sbuffò appena sentì il suono del campanello.

Si sentiva indolenzito praticamente ovunque - le iniezioni fatte due giorni prima, a causa degli strappi muscolari che Dio solo sa come se li era procurati, non avevano avuto molti risultati - e l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel venerdì pomeriggio era restare sul divano.

Si alzò svogliatamente, trascinandosi fino alla porta di ingresso e aprì la porta, convinto di trovare davanti a sé uno dei ragazzi della band o Niccolò, che ormai sempre più spesso passava da casa sua.

Ma oltre la porta non c'erano i suoi amici, né tanto meno Niccolò.

C'era Ermal.

Fabrizio lo guardò sorpreso.

Si erano parlati al telefono meno di ventiquattro ore prima ed Ermal gli aveva detto che si sarebbero visti sabato per la puntata di Amici a cui entrambi avrebbero partecipato.

Avevano anche discusso a proposito della decisione di Ermal di dormire in albergo, per evitare troppi pettegolezzi nel caso in cui qualcuno li avesse visti arrivare agli studi o andarsene via insieme. Fabrizio non aveva preso bene la decisione, visto che le occasioni di vedersi erano già poche, ma non aveva reso troppo palese la sua delusione.

Quindi cosa ci faceva Ermal davanti a casa sua con un giorno di anticipo?

"Mi fai entrare?" chiese Ermal sorridendo, felice di essere riuscito per una volta a fare una sorpresa al suo fidanzato.

Fabrizio si spostò di lato, per permettere a Ermal di entrare in casa, e chiuse la porta dietro di sé dicendo: "Credevo arrivassi domani."

"Lo credevo anch'io, ma poi ho saputo che non sei in forma. Ho pensato che sarebbe stato carino controllare come stai" rispose Ermal.

In effetti, le cose erano andate davvero così.

Ermal avrebbe dovuto prendere un aereo per Roma solo il giorno seguente, avrebbe lasciato la valigia in albergo e sarebbe andato direttamente agli studi per le prove. Avrebbe cenato insieme a Fabrizio, poi avrebbero trascorso un po' di tempo insieme dopo la trasmissione, e infine Ermal sarebbe tornato in albergo per non destare troppi sospetti.

Ma poi, qualche giorno prima, aveva scoperto da Instagram che Fabrizio era rimasto vittima di uno - forse più di uno, in realtà non aveva capito bene - strappo muscolare.

Quando si erano sentiti al telefono, Ermal lo aveva preso in giro dicendogli che era colpa della vecchiaia, ma nel frattempo aveva già cambiato i suoi programmi decidendo di partire con un giorno di anticipo per prendersi cura di lui.

"Hai pensato che mi servisse un badante?" disse Fabrizio, ancora leggermente offeso dal fatto che pochi giorni prima Ermal lo avesse definito vecchio.

"Effettivamente ne avresti bisogno" lo prese in giro Ermal. Poi si avvicinò a lui, gli circondò il collo con le braccia e disse: "Però no, non sono qui per fare il badante. Volevo solo assicurarmi che stessi bene."

Fabrizio sorrise e gli cinse i fianchi. "Sono felice che tu sia qui."

Poi si avvicinò a lui e gli stampò un bacio sulle labbra.

"Anch'io. Come ti senti?" chiese Ermal.

Fabrizio fece una smorfia. "Indolenzito. Le iniezioni non sono servite a molto."

"Se mi dici dove ti fa male, posso farti un massaggio" propose Ermal, accarezzandogli il collo lungo l'attaccatura dei capelli.

La smorfia di Fabrizio si trasformò in un sorrisetto malizioso. "Mi fa male ovunque, amore."

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