The one with the headache

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Quella sera, sdraiato sul suo lato del letto e completamente al buio, Fabrizio aveva ormai perso le speranze che quel terribile mal di testa passasse da solo.

Era iniziato come un lieve fastidio, probabilmente dovuto alla stanchezza e alla mancanza di sonno degli ultimi giorni - le prove per il tour lo stavano davvero prosciugando - ma poi si era tramutato in un dolore lancinante. Una fortissima emicrania, che gli faceva pulsare la testa e chiudere lo stomaco, oltre che provocargli un po' di nausea che difficilmente sarebbe andata via in fretta.

Avrebbe dovuto almeno trascinarsi fino all'armadietto dei medicinali e cercare qualcosa che potesse farlo stare meglio, ma a dire la verità era un'opzione che non aveva nemmeno considerato.

Prendere medicinali avrebbe significato necessariamente leggere il foglietto illustrativo all'interno della confezione - Fabrizio non poteva fare a meno di leggere ogni volta ogni singolo effetto che avrebbe potuto causargli anche solo un banalissimo antidolorifico - e di conseguenza farsi prendere dal panico per qualche effetto collaterale riportato sul bugiardino. Quindi no, prendere un qualsiasi medicinale non era un'opzione.

Sbuffò e si coprì gli occhi con un braccio quando Ermal entrò in camera e accese la luce.

"Ah, sei qui! Ti ho trovato finalmente" disse il più giovane, mentre si sfilava i pantaloni e la camicia e afferrava una maglietta bianca da usare come pigiama.

Fabrizio borbottò qualcosa di incomprensibile senza nemmeno preoccuparsi di guardare Ermal. Poi, resosi conto che il compagno probabilmente non aveva capito una sola parola, spostò il braccio - ma mantenne gli occhi chiusi - e disse: "Mi sono steso un attimo, non sto molto bene."

"Che succede?" chiese Ermal lievemente preoccupato, mentre si stendeva al suo fianco.

"Ho un mal di testa terribile. Mi sembra di impazzire" mormorò Fabrizio.

La situazione stava diventando insopportabile.

Era convinto che sarebbe stato sufficiente riposarsi un po' per stare meglio, ma allo stesso tempo sapeva che non avrebbe potuto riposarsi finché il mal di testa non si fosse almeno leggermente attenuato.

Ironico.

"Hai provato a prendere qualcosa? Non so, un'aspirina, qualcosa del genere..."

"Non voglio prendere niente" si lamentò Fabrizio, con lo stesso tono che usava Libero quando non voleva fare i compiti.

Ermal sorrise vedendolo fare i capricci in quel modo.

Poi si chinò su di lui, gli baciò delicatamente il collo e sussurrò: "Sai, conosco un metodo per farti stare meglio."

Per quale motivo poi finissero sempre a fare l'amore per stare meglio, restava un mistero.

Però era davvero una cosa che funzionava, nella maggior parte dei casi.

Fabrizio si allontanò di colpo, sgusciando via dalla presa del compagno, e disse: "Che palle, Ermal! Ti ho detto che ho mal di testa!"

Ermal lo fissò per qualche secondo, impietrito dalla reazione di Fabrizio. Non era da lui fare così. Solitamente non vedeva l'ora di saltargli addosso, anche quando si sentiva poco bene, e considerato che nei giorni precedenti non si erano visti per colpa degli impegni di entrambi, Ermal aveva immaginato - e sperato - che Fabrizio sarebbe stato più che felice di fare l'amore con lui. Nonostante il mal di testa.

Sbuffò leggermente scocciato e si lasciò cadere con la schiena sul materasso, sdraiandosi sul suo lato del letto, a debita distanza da Fabrizio. Poi, senza riuscire a trattenersi, mormorò tra sé: "La scusa più vecchia del mondo."

We're all stories in the end - Metamoro one shotsWhere stories live. Discover now