The one with the sixty minutes

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C'erano stati momenti della sua vita in cui Ermal aveva seriamente pensato che qualcuno lo osservasse di nascosto.

Altrimenti sarebbe stato impossibile trovare spiegazione a quella volta in cui, poco dopo la sua rottura con Silvia, erano stati entrambi a una festa di amici in comune e lei era entrata nella stanza proprio mentre facevano il karaoke ed Ermal aveva iniziato a cantare Bella stronza.

Così come sarebbe stato impossibile spiegare la volta in cui aveva passato quasi un'ora a lamentarsi perché Fabrizio non aveva risposto ai suoi messaggi e, nell'esatto momento in cui aveva smesso di pensarci, il telefono aveva iniziato a suonare annunciando una chiamata in entrata proprio da parte di Fabrizio.

E di certo era impossibile spiegarsi anche ciò che era appena accaduto: Ermal che canticchiava la sua versione di Era una vita che ti stavo aspettando e Fabrizio che entrava in camera proprio nel momento in cui Ermal diceva: "...saresti nuda per sessanta minuti."

"Scusa un attimo, chi è che dovrebbe stare nuda per sessanta minuti?" disse Fabrizio fingendosi infastidito.

Ermal si voltò verso di lui lasciando perdere il cassetto che stava riordinando.

Fabrizio lo fissava con lo sguardo divertito e un leggero sorrisetto sulle labbra.

"Allora? Chi è che vorresti vedere senza vestiti per un'ora?" disse di nuovo Fabrizio.

"Tu, ovviamente" rispose Ermal stando al gioco.

"Ma davvero? Non sembrava parlassi di me. Sembrava ti riferissi a una donna" disse Fabrizio continuando a stuzzicarlo.

Ermal si morse il labbro trattenendo un sorrisetto e poi si avvicinò a Fabrizio. Gli allacciò le braccia intorno al corpo, stringendogli i fianchi, e poi iniziò a canticchiare: "Se fossi tu, amore mio, ad indossare per un'ora i miei occhi saresti nudo per sessanta minuti."

Fabrizio si mise a ridere ed Ermal disse: "Se la canto al maschile ti piace di più?"

"In effetti sì" rispose Fabrizio prima di baciarlo.

Ermal si lasciò baciare con calma per un po', accarezzando le labbra di Fabrizio con la sua lingua, godendosi gli schiocchi delle loro labbra che si separavano e poi si rincontravano.

Poi, dopo qualche attimo, si scostò e disse: "Comunque ero serio, voglio davvero vederti nudo per sessanta minuti. O magari anche un po' di più. Magari sempre."

"Addirittura sempre?" disse Fabrizio sorridendo, ma scostandosi da lui e iniziando a sfilarsi il maglione che indossava.

Ermal indietreggiò di qualche passo, fino a toccare con il retro delle ginocchia il bordo della poltrona che stava in un angolo della stanza.

Con lo sguardo ancora fisso su Fabrizio, si lasciò cadere su di essa mentre sentiva il cavallo dei pantaloni diventare più stretto ogni volta che il compagno scopriva altri centimetri di pelle.

"Ti piace quello che vedi?" lo provocò Fabrizio infilando i pollici oltre il bordo dei jeans e trascinandoli verso il basso.

"Non sai quanto" rispose Ermal, lo sguardo che vagava senza sosta sul corpo del compagno.

"Anche a me piace quello che vedo" disse Fabrizio, puntando lo sguardo sulla ormai più che evidente erezione di Ermal ancora coperta dai pantaloni della tuta.

Ermal sorrise maliziosamente, mentre con una mano iniziava a toccarsi sotto lo sguardo eccitato di Fabrizio.

"Devo essere l'unico a restare nudo per sessanta minuti, oppure possiamo fare una cosa equa?" chiese scherzosamente Fabrizio, lo sguardo che vagava dal viso alla mano di Ermal.

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora