The one with the "Ciao, Bizio"

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Questa sera mi sei mancato, ma ho fatto una cosa per sentirti più vicino. Domani ti mando il video. Buonanotte, ti amo.




Fabrizio rilesse il messaggio per l'ennesima volta, sorridendo come un ragazzino alle prese con la prima cotta ogni volta che si soffermava su quel ti amo e sul cuore rosso che Ermal aveva messo nel messaggio successivo.

Quella domenica mattina si era svegliato così, con il pensiero di poter finalmente trascorrere la giornata con i suoi figli e un messaggio che il suo fidanzato gli aveva inviato la sera precedente.

Digitò in fretta una risposta - in cui gli diceva di mandargli quel famoso video e che lo avrebbe chiamato nel pomeriggio - e poi si alzò dal letto.

Era stato difficile rifiutare l'invito di Ermal al Forum, sia perché sapeva che sarebbe stata una serata importante per lui, sia perché probabilmente si sarebbe sentito in colpa per mesi per non essere stato insieme a lui il giorno del suo compleanno.

Ma, per quanto amasse Ermal, i suoi figli avevano la precedenza e non poteva di certo rinunciare a passare la Pasqua con loro.

Ermal ovviamente aveva capito la situazione e aveva ripetuto più volte a Fabrizio di non preoccuparsi, eppure il senso di colpa c'era lo stesso.

C'erano giorni in cui Fabrizio avrebbe semplicemente voluto avere una vita normale, in cui non avrebbe avuto bisogno di nascondere la sua relazione, in cui avrebbe potuto declinare l'invito per il compleanno del suo fidanzato dicendogli: "Devo stare con i bambini, ma magari potresti raggiungerci."

E invece non c'era nulla che potesse fare, se non vivere quella storia lontana dai riflettori, tenerla nascosta il più possibile.

Ermal gli ripeteva continuamente che non era un problema, che anche per lui - pur non avendo figli - sarebbe stato difficile vivere quella storia liberamente, che era meglio per entrambi continuare a tenere quella relazione segreta. E Fabrizio sapeva che era giusto così, che era la scelta migliore per tutti, ma c'erano giorni in cui avrebbe semplicemente voluto avere una vita normale.




Era ormai pomeriggio inoltrato quando Fabrizio riuscì a trovare un momento di tranquillità per telefonare ad Ermal.

I bambini si erano addormentati - esausti, dopo aver passato la giornata a giocare - e Fabrizio ne aveva approfittato per sedersi fuori e fumare una sigaretta mentre si godeva qualche timido raggio di sole.

Prese il cellulare dalla tasca dei jeans e cercò il numero di Ermal tra i preferiti, avviando immediatamente la telefonata.

Ermal rispose dopo un paio di squilli.

"Ehi, Bizio!"

Fabrizio sorrise sentendo la sua voce. Sembrava allegro - forse anche troppo, sicuramente a pranzo aveva esagerato con il vino - e Fabrizio era sempre felice di sentirlo così. Allegro, spensierato, senza preoccupazioni.

"Ciao, amò. Come stai?"

Dall'altra parte, Ermal rimase in silenzio per un attimo mentre si allontanava dalla cucina - in cui la sua famiglia era ancora seduta a tavola a chiacchierare di qualche argomento a cui Ermal non aveva prestato attenzione - ed entrava in camera da letto.

Chiuse la porta dietro di sé e poi disse: "Bene, ora che ti sento. Tu?"

Fabrizio aspirò un'ultima boccata di fumo prima di gettare il mozzicone nel posacenere, poi rispose: "Bene. Ti disturbo?"

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora