The one with the closet and the bruises

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Nessuno dei due sapeva con esattezza come fossero arrivati a quel punto, come fosse possibile che in quel momento fossero sdraiati l'uno accanto all'altro sul letto di Ermal dopo aver fatto l'amore.

Non che fossero stupiti che fosse successo. Al contrario, dopo tutti i baci che si erano dati di nascosto durante la settimana dell'Eurovision, sapevano che era solo questione di tempo prima di arrivare a quel punto.

Il fatto era che quel momento era arrivato senza che se ne rendessero conto.

Un attimo prima stavano tranquillamente cenando insieme e discutendo di un nuovo pezzo che Fabrizio aveva iniziato a scrivere, un attimo dopo si erano ritrovati con le mani sul corpo dell'altro e le labbra che tracciavano percorsi sulla pelle bollente.

Si erano abbandonati l'uno all'altro senza fretta, ma con la voglia di scoprirsi a vicenda, di imparare a conoscere il corpo dell'altro. Si erano studiati e poi si erano amati, con calma e un po' di incertezza nei movimenti.

E quando, alla fine, si erano ritrovati ansimanti l'uno accanto all'altro, si erano resi conto di non essere mai stati così felici.

Ermal si voltò verso Fabrizio, trovandolo già con il viso rivolto nella sua direzione e un sorriso radioso sulle labbra.

Era bello quando sorrideva.

Lo era sempre in realtà, ma quando sorrideva lo era di più. Era come se il suo sorriso illuminasse tutta la stanza e sapere che quel sorriso era rivolto a lui, faceva sentire Ermal felice a sua volta.

"Sei contento?" chiese Ermal avvicinandosi a lui e appoggiando la testa sul suo petto.

"Che fai, mi rubi le frasi?" rispose ironicamente Fabrizio, alludendo alla sera della loro vittoria a Sanremo e al fatto che fosse stato proprio lui a pronunciare quelle parole all'orecchio di Ermal.

"Dai, dico sul serio!" disse Ermal fingendosi offeso.

Fabrizio si mise a ridere. Una risata di quelle che partono dal cuore, che presto contagiò anche Ermal.

"Certo che sono contento. Era da tanto che non mi sentivo così" confessò Fabrizio dopo qualche minuto.

Ermal sollevò lo sguardo, rendendosi conto del tono serio che aveva assunto il suo compagno.

Fabrizio gli accarezzò una guancia, perdendosi a fissare ogni dettaglio del suo viso, poi puntò gli occhi nei suoi e disse: "Stare con te mi fa bene."

Ermal sorrise.

Era pronto a dirgli che per lui era lo stesso, che anche lui si sentiva bene al suo fianco, ma appena prima di poter parlare sentì la porta di ingresso aprirsi.

Rimase per un attimo in silenzio, quasi convinto di esserselo immaginato, e poi sentì la voce di suo fratello. "Ermal? Sei in casa?"

Ermal sbiancò di colpo. "Cazzo, è mio fratello."

"Che cazzo ci fa tuo fratello qui?" chiese Fabrizio a bassa voce.

Ermal si alzò di scatto dal letto cercando con lo sguardo i boxer che Fabrizio gli aveva tolto poco prima. Se li infilò in fretta e disse: "Non lo so, ma non deve sapere che sei qui."

"Come, scusa?" chiese Fabrizio perplesso.

Non credeva di certo che a quarantatré anni avrebbe dovuto nascondersi, come se fosse un adolescente che viene beccato dal padre della propria fidanzatina.

"La mia famiglia ancora non sa di noi. Non voglio che mio fratello lo scopra così" spiegò Ermal.

"Quindi cosa proponi?"

We're all stories in the end - Metamoro one shotsWhere stories live. Discover now