The one with the festival

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Non è che Ermal fosse arrabbiato o geloso perché Fabrizio aveva deciso di duettare con Niccolò.

Anzi, in fondo doveva ammettere di averlo sempre saputo che sarebbe andata così.

E poi, ormai aveva quasi quarant'anni e aveva imparato a sopprimere la gelosia, soprattutto in situazioni come quella, in cui era del tutto ingiustificata.

Però, doveva ammettere che un po' di fastidio lo provava.

C'era una parte di lui - quella parte un po' egoista che ognuno di noi ha, quella caratterizzata da quello spirito di autoconservazione che fa di tutto per farci sentire bene, anche a discapito degli altri - che era un po' scocciata per quella situazione, che era infastidita dal fatto che Fabrizio avesse rinunciato alla possibilità di cantare di nuovo con lui su quel palco.

E non lo faceva nemmeno apposta, ma quel senso di fastidio tendeva a saltare fuori all'improvviso e a fargli dire cose che non avrebbe dovuto.

Come quel pomeriggio, durante l'intervista a Radio Bruno, quando aveva detto che quella stessa sera avrebbe visto Fabrizio e gli avrebbe dato "due ciuffetti, così, giusto per ricordarci dei bei tempi."

E non ci voleva un genio per capire che i bei tempi di cui aveva parlato erano tutti quegli attimi in cui era stato insieme a Fabrizio. Solo loro due, contro tutti gli altri.

I bei tempi comprendevano una quantità enorme di momenti, così tanti che Ermal non era nemmeno sicuro di ricordarli tutti.

In quei bei tempi c'era Sanremo, le parole rassicuranti di Fabrizio quando lui era stato male, la vittoria, il loro abbraccio sul palco.

Nei bei tempi c'era Lisbona, l'Eurovision, le interviste fatte insieme, tutti i momenti condivisi lontani dal resto del mondo.

Nei bei tempi c'era la prima volta in cui Fabrizio l'aveva baciato, in un camerino del Forum di Assago, senza dargli nessuna spiegazione se non un messaggio - che Ermal custodiva ancora gelosamente - qualche ora più tardi.

Nei bei tempi c'era la prima volta che avevano fatto l'amore, in una camera d'albergo a Lisbona, la sera prima della finale dell'Eurovision.

C'erano le risate, i litigi, i sorrisi, gli sguardi... E, dopo ormai un mese di lontananza, Ermal sentiva mancanza di tutto quello.

Forse era stato un po' anche per quello che aveva accettato la proposta di Simone di cantare con lui alla serata dei duetti.

Quando Simone lo aveva chiamato, appena aveva saputo che avrebbe partecipato a Sanremo, chiedendogli di cantare con lui durante la serata dei duetti, Ermal non aveva potuto fare a meno di rispondere di sì.

Lo aveva fatto per Simone, che era un caro amico.

Lo aveva fatto perché conosceva il testo della sua canzone e se lo sentiva cucito addosso come se parlasse di lui.

E lo aveva fatto perché Simone gli aveva detto che voleva ricambiare il gesto che lui e Fabrizio avevano fatto l'anno precedente, quando lo avevano invitato a cantare con loro, ed Ermal non vedeva l'ora di salire di nuovo su quel palco insieme ad un suo caro amico e all'uomo che amava.

Quando poi, il giorno successivo, aveva parlato con Fabrizio e aveva saputo che lui aveva già dato disponibilità a Niccolò e quindi non avrebbe cantato con loro, Ermal non aveva potuto fare a meno di sentirsi un po' infastidito, quasi tradito da quel gesto.

Ma non aveva detto nulla. Si era ripromesso di vedere solo il lato positivo della cosa, e cioè che in qualsiasi caso si sarebbero ritrovati di nuovo insieme a Sanremo, dove era iniziato tutto.

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDär berättelser lever. Upptäck nu