The one with the soulmate mark

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Attenzione: la seguente os è una soulmate AU, ambientata in un universo in cui ogni persona ha tatuate sul fianco le prime parole della propria anima gemella. 



Fabrizio, alla storia delle anime gemelle, non ci aveva mai creduto.

O meglio, credeva al fatto che ognuno avesse una persona destinata a sé - i suoi genitori ne erano la prova - ma non credeva che lui l'avrebbe mai trovata.

Non era cinismo o pessimismo. Semplicemente credeva che fosse difficile, se non impossibile, riuscire a trovare la propria metà in un pianeta intero.

Qualcuno diventava matto, dietro quella storia. Matto davvero.

C'era chi faceva della ricerca dell'anima gemella l'unico scopo della propria vita, e Fabrizio non aveva alcuna intenzione di finire in quel modo.

Era per quello che aveva iniziato a riempirsi di tatuaggi. Sperava che nel mezzo di tatuaggi che lui aveva scelto di fare, che aveva voluto davvero, quella piccola scritta sul fianco non si sarebbe notata. Che lui non l'avrebbe notata.

Era una frase breve, scritta in piccolo, con un corsivo leggibile e ordinato.

Oh, grazie.

Una frase strana, e allo stesso tempo banale.

Non riusciva a capire per quale motivo le prime parole che gli avrebbe rivolto la sua anima gemella avrebbero dovuto essere: "Oh, grazie."

In particolare, era quel Oh a confonderlo. Un verso di sorpresa che difficilmente le persone dicono prima di ringraziare qualcuno.

Ma in fondo, lui aveva deciso di rinunciare a cercare la sua anima gemella. Aveva smesso di credere che l'avrebbe trovata. Quindi quel tatuaggio non era altro che un segno sulla pelle, come tanti altri.




Ermal, da inguaribile romantico quale era, alle anime gemelle aveva sempre creduto.

Anche quando le cose tra i suoi genitori erano diventate difficili, anche quando il loro matrimonio si era sgretolato davanti ai suoi occhi e sotto il peso degli schiaffi di suo padre.

Aveva continuato a crederci e aveva continuato a credere che l'anima gemella sarebbe arrivata anche per lui. E onestamente non vedeva l'ora che accadesse.

Quel Credo che questo sia tuo tatuato sul suo fianco - con una calligrafia scomposta e quasi illeggibile - gli faceva intuire che la sua anima gemella fosse un animo gentile, qualcuno che con totale disinteresse gli avrebbe restituito qualcosa che lui aveva perso.

Con il passare degli anni, però, Ermal aveva iniziato a sperare un po' meno.

I suoi amici ormai - almeno quelli che come lui avevano sempre creduto nella storia delle anime gemelle - avevano trovato tutti la propria metà, mentre lui continuava ad avere relazioni con persone che, per quanto gli piacessero, non erano la sua anima gemella.

Arrivato a un certo punto, aveva semplicemente smesso di farci caso.

Per anni aveva prestato meticolosa attenzione alle prime parole che qualsiasi sconosciuto gli rivolgeva, sperando di trovare in quelle parole una frase conosciuta. Ma poi gli anni erano passati, lui era cresciuto, e aveva smesso di dare importanza a quel tatuaggio, così come aveva imparato a ignorare gli altri segni che si portava sulla pelle.




Sanremo, febbraio 2010

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora