9. "E cerca di non innamorarti della prigioniera."

En başından başla
                                    

"Cazzo, come te la sei procurata?" lei scrollò debolmente le spalle, gli occhi socchiusi che perdevano velocemente colore.

"Zayn, Zayn, cazzo, vieni qui!" urlai, mentre giravo attorno a lei, liberandola da tutte le catene che la trattenevano. Non sarebbe morta davanti a me.

"Ancora non funziona, Styles. Non mi sto innamorando di te." la sua voce andava e veniva, quasi come se perdesse e riprendesse conoscenza, e mi chiedevo come fosse riuscita a nasconderlo così a lungo.

"Gesù Cristo, chiudi mai la bocca?" rimossi le catene dalla sua gamba, quando si chinò di lato e tossì sangue. Il colore era scuro, innaturale, e sapevo che era un brutto segno. Avevo sperimentato abbastanza ferite e morti nella mia vita da sapere che stava lentamente collassando.

"Nope." replicò, soffermandosi sulla "p", e sentii la voglia di darle un pugno per farla svenire. Non lo feci, però. Zayn entrò correndo nella stanza, inginocchiandosi accanto a me nel tentativo di copiare quel che stavo facendo.

"Che diavolo, la stai slegando?" urlò Zayn, fermando i suoi movimenti.

"Sì." replicai con fermezza, sollevandomi per aprire la catena intorno al suo collo.

"Harry, ci farà il culo e ucciderà tutto il cazzo di villaggio. Questa è una farsa e lo sai." iniziai ad innervosirmi per quanto fosse ristretto il suo pensiero, mentre le scoprivo lo stomaco.

"Questa ti sembra una cazzo di farsa?" ruggii, guardando i suoi occhi spalancarsi momentaneamente. Lasciai ricadere la maglia sulla ferita, mentre continuavo a toglierle le catene intorno al collo.

"Woah, è carina." sentii dire una tenue voce dietro di noi. Inclinando la testa di lato, fui certo che avrei perso la ragione.

"Devi starmi prendendo in giro!"

"Ma che cazzo, chi è?" domandò Zayn, prendendo in mano la pistola, ma senza caricarla.

"Gesù, Zayn, è una bambina. Una bambina da prendere a calci. Raine, cosa ci fai qui?!" feci cenno a Zayn di continuare a slegare l'appena cosciente Autumn, mentre camminavo verso Raine, che fissava dubbiosa Autumn.

"Papà è andato di nuovo a lavoro e volevo vedere la prigioniera di cui tutti parlavano."

C'era un aspetto negativo nei vecchi, fatiscenti edifici; avevano buchi in quasi tutti i muri che permettevano a piccole creature -come Raine- di passarci attraverso.

"Sono lusingata." sentii Autumn dire con voce bassa, prima di ridere leggermente.

"Non puoi stare qui, Raine." la presi per le spalle, trascinandola verso la porta.

"Ma, non ho neppure una ciocca di capelli per provare che ero davvero qui! I bambini non mi crederanno mai, Styles!" Autumn rise di nuovo e non capivo il perchè, ma un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra quando la sentii. La sua risata non era spaventosa, nè intimidatoria come l'ultima che si era lasciata scappare, era più contenta ora, delicata quasi.

"È stato un piacere conoscerti, Raine." sentii Autumn urlare, proprio mentre chiudevo la porta della sala degli interrogatori dietro di me, mettengo giù Raine e guardandola duramente.

"Porca mucca, la prigioniera mi ha parlato. Conosce il mio nome. È magnifico!" andò leggermente in iperventilazione, scuotendo le mani per scacciare il nervosismo e saltellando leggermente, io dovetti trattenermi per non scoppiare a ridere. Lei però notò che non stavo condividendo il suo stesso entusiasmo appena mi guardò speranzosa.

"Mi dispiace?" non sembrava sincera nemmeno la metà di come sarebbe dovuta essere, ma le mie labbra si mossero contro la mia volontà, mentre si allungavano in un piccolo sorriso.

"Se tu fossi stata mia figlia, probabilmente sarei invecchiato di anni grazie a te." posai una mano sulla sua spalla, guidandola fuori dal seminterrato.

"Se fossi stata tua figlia, sarie stata la bambina più figa in giro e la mia posizione nel gruppo sarebbe stata assicurata."

"Oh, davvero? Quindi useresti tuo padre per ottenere quello che vuoi?"

"Beh, se tu fossi un bravo padre, non dovrei usarti, perchè vorresti che lo facessi."

"Beh, e se io non pensassi che sei pronta? O se io volessi qualcos'altro per te?"

"Non dovrebbe essere una tua decisione, è il mio futuro e sono io quella che deve vivere con tutte le mie scelte."

Non sapevo come o perchè, ma mi trovai pienamente cinvolto in quella discussione, che non mi riguardava del tutto, dal momento che lei non era mia figlia e le possibilità erano che probabilmente non avrei mai avuto figli miei.

"Ma io sono tuo padre, tu mi devi tanto."

"Io non ti devo la mia vita, il mio futuro e la mia identità, Styles. Decido da sola e non puoi cambiarlo semplicemente perchè sei mio padre." guardai la bambina, che aveva la fronte aggrottata dal fastidio, gli occhi leggermente alzati verso il cielo, prima di gonfiare le guance. E mi trovai a desiderare ancora e ancora che fosse mia figlia.

"Beh, è un'ottima cosa che non sei mia figlia allora." sospirai, con un sorriso rammaricato, fermando l'apparente lunga camminata.

"Sì, immagino di sì." sospirò lei, abbassando la testa.

"Va bene, torna a casa, bimba, e stai attenta."

"Sempre, Styles, e anche tu. E cerca di non innamorarti della prigioniera."

Che diavolo?

Rupture [h.s. - italian translation]Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin