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L'odore di vernice fresca è la prima cosa che investe le mie narici non appena varco la soglia dell'Energy.

Il locale è completamente sottosopra, ma la puzza di fumo e le macchie di bruciato sono sparite del tutto. Sono felice di respirare l'aria di rinnovamento che si sente. È un po' quello che sto cercando di fare nella mia vita, lasciarmi alle spalle i brutti eventi passati per poter far spazio a quelli futuri.

Impilati negli angoli, vi sono tavoli e sedie nuovi coperti con del cellophane per evitare che si sporchino di polvere e colore. Le pareti sono state ritinteggiate di un blu elettrico e sul pavimento è stato posato un parquet scuro. L'effetto è quello di locale giovanile e alla moda e devo ammettere che mi piace moltissimo.

In questo posto si respira aria di famiglia e voglia di ricominciare, per scrivere un nuovo capitolo della nostra storia. Il palco, così come la parte delle quinte sembra rimasta invariata, le fiamme devono essere state spente prima di raggiungere anche quella zona. È stata comunque data una mano di vernice giusto per uniformare il colore.

Il nuovo bancone al centro della sala è bianco ed ha delle piccole lucine al led posizionate sotto il piano di appoggio. Al buio l'effetto sarà fantastico. Questo posto sta rinascendo più bello che mai esattamente come una fenice rinasce dalle proprie ceneri.

Noto parecchi dei miei amici che lavorano, e mi sento un po' in colpa per non aver dato una mano in tutto questo tempo: in fin dei conti ciò è successo per colpa mia. Se io non avessi avuto a che fare con Ryan lui non avrebbe dato fuoco al locale. Questo pensiero mi fa contorcere lo stomaco e la bile sale fino a raggiungere la gola. Certo, non avrei potuto sapere quanto lui fosse psicopatico, ma ciò non migliora il mio umore.

Nessuno sembra aver notato la mia presenza, né tantomeno quella di Gordon, e sono quasi tentata dal fuggire senza lasciare traccia. E non intendo solo dall'Energy. So che loro non mi incolperebbero mai dell'accaduto, ma il pensiero resta lì, fermo.

Mentre sto ancora pensando all'ipotesi di un futuro lontano da qui, una voce acuta mi chiama e non fatico a riconoscerla.
«Oddio, Hanna, Gordon! Che bello vedervi!»
Trilla Bruke, correndo nella mia direzione con le braccia spalancate. Non faccio in tempo a rispondere che mi travolge in un abbraccio stretto.

Si girano tutti e con esclamazioni di sorpresa si accalcano intorno alle nostre figure. Non sembrano avercela con me per l'accaduto, sembrano solo molto felici di vederci. Sorrido e abbraccio tutti, il loro entusiasmo contagioso ha completamente stravolto il mio umore. Mi sembra stupido ora il pensiero che mi avrebbero cacciato come un cane randagio. Questa è casa mia e noi siamo una famiglia. Sento comunque di dovere delle scuse a Nate, in quanto proprietario del posto.

L'abbraccio con Liam sa di protezione e sicurezza e lui mi stringe come se avesse tutta la mia vita nelle sue mani, e per un attimo è stato così. In quel calore familiare posso leggere tutte le parole non dette, la mia gratitudine, il suo affetto e tenacia nel non lasciarmi da sola. Non riuscirò mai a sdebitarmi di ciò che lui ha fatto per me. Sono così contenta di essere tornata all'Energy, il mio cuore fa le capriole e non vedo l'ora di poter ricominciare a lavorare qui.

Osservo Gordon, e la preoccupazione di vederlo a disagio viene subito scacciata dal suo sorriso largo e sincero. Gli brillano gli occhi, e nonostante lui faccia parte della famiglia da meno tempo, so di per certo che provi le stesse emozioni che sento io in questo momento. Gli sono mancati questi ragazzi, anche se so che farebbe fatica ad ammetterlo.

«Nate devo parlarti» dico al capo non appena lo vedo apparire sulla soglia del suo ufficio. Anche lui mi stringe forte, come un padre che riabbraccia dopo tanto tempo la figlia.

Non riesco a fare a meno di confrontarlo con il mio di padre, con cui non ho mai scambiato più di una pacca sulla spalla. Ripenso all'ultima volta che l'ho visto, solo ventiquattro ore fa anche se sembra un'eternità. Una morsa mi attanaglia lo stomaco e provo tristezza per non essere mai riuscita ad instaurare un rapporto vero con nessuno dei miei genitori.

«Cosa mi devi dire, tesoro?» mi chiede con la solita gentilezza ed educazione distraendomi dai miei pensieri.
«Devo chiederti scusa per tutto quello che è successo, so di non essere stata io ad appiccare l'incendio e tutto il resto, ma...» comincio, sputando fuori tutto quello che mi passa per la mente, ma vengo interrotta dalle sue parole.
«Ehi ehi, frena! Non devi scusarti di nulla, tu non hai fatto niente, lo hai detto tu stessa che è stata colpa di quel figlio di puttana psicopatico. Sono immensamente felice di averti ancora tra i nostri e Dio solo sa cosa avrei fatto a quel coglione se solo avesse osato torcerti un capello. E ora festeggiamo, non voglio più sentirti chiedere scusa!» esclama con decisione senza darmi la possibilità di replicare.

Gli sorrido in segno di riconoscenza e lui per tutta risposta mi scompiglia i capelli come fossi una bambina pestifera che ha combinato una marachella. E anche questo mi dà la conferma di quanto fossero infondate le mie paure e preoccupazioni appena messo piede in questo posto dopo giorni di assenza. Ovviamente loro ci saranno e resteranno al mio fianco per sempre.

«Brindiamo ai nostri amici che sono tornati, chi dalla prigione e chi quasi dal cimitero!» esclama Bruke alzando una bottiglia di spumante. Scoppio in una risata fragorosa, come non facevo da tempo, di quelle che solo questa banda di matti è in grado di strapparmi. E solo Bruke avrebbe potuto fare un brindisi così brutto e triste da risultare divertente; il suo umorismo è strano e parecchio discutibile.

Afferro il bicchiere di vino che Jenna mi porge e lo ingollo tutto d'un fiato, esattamente come stanno facendo tutti. È buono e lo sento scendere fresco nella mia gola.
«Ora basta festeggiare, torniamo al lavoro» propongo, e un coro di lamentele si solleva dall'intero gruppo. Ho voglia di tornare a rimboccarmi le maniche, faticare per realizzare i miei sogni, ricominciare a vivere.

Dovrò parlare a Nate anche della mia nuova decisione, ma ci sarà tempo per quello. Non ho più intenzione di tornare ad esibirmi, ci ho pensato molto in questo periodo e sono giunta a questa conclusione. Sono cambiate molte cose e io non voglio più spogliarmi per tutti gli uomini con gli ormoni impazziti, pubblico del nostro spettacolo. Voglio spogliarmi solo per il mio uomo, Gordon, e voglio che solo lui mi veda e mi guardi con occhi sognanti, come fossi lo spettacolo più bello del mondo. Voglio essere un'esclusiva solo per lui.

Non l'ho comunicato nemmeno a lui, ma so che sarà contento di sapere che nessuno a parte lui mi vedrà mezza nuda, considerata la sua gelosia. Sana, ma pur sempre gelosia.

Due braccia forti e tatuate mi stringono da dietro portandomi via dai miei pensieri. Riconosco subito il mio ragazzo e a confermarlo il suo profumo mi investe in tutta la sua freschezza.

«Grazie di tutto, amore mio, ti amo» sussurra al mio orecchio. Mi giro di scatto gettandogli le braccia al collo.
«Anche io» rispondo avvicinando le mie labbra alle sue sfiorandole con un bacio dolce.

🌱SPAZIO AUTRICE 🌱

Eccoci giunti alla fine del cinquantunesimo capitolo di Energy.
Hanna mette piede all'Energy dopo settimane di solitudine e viene accolta con il solito calore dai suoi amici.
Cosa succederà nel prossimo capitolo?
Posso solo accennarvi che presto ci sarà una sorpresa! Ricordatevi di lasciare una stellina se la storia vi piace!

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Where stories live. Discover now