32.

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Mi addormento tra le braccia di Gordon mentre il film non è ancora arrivato a metà. Questa giornata è stata interminabile e sono davvero esausta e, nonostante i pensieri e mille domande senza risposta mi martellino il cervello, riesco ad assopirmi. Vengo però svegliata da qualcuno che bussa con insistenza alla porta. Chi sarà ancora stasera a quest'ora?

«Vado io» esclama Liam alzandosi. Gordon resta abbracciato a me dandomi dei piccoli baci sulla fronte. Sto per richiudere gli occhi, quando sento delle voci maschili concitate alla porta.
«Sarà meglio che vada a vedere io» mormora Gordon staccandosi da me. Mi lascia un ultimo bacio sulla testa, mentre io mi lamento per tutta quella confusione. Intuisco alcune parole ma non sono abbastanza lucida da collegarle a qualcosa con un significato.

«Ci deve essere un errore, agente» esclama il mio ragazzo. Dal divano non riesco a vedere il suo viso ma dal tono della sua voce capisco che qualcosa non va. Agente? Che diavolo ci fanno degli agenti a casa mia?
Mi alzo di scatto e mi dirigo alla porta, improvvisamente sveglia.

Un paio di uomini, sulla cinquantina, brizzolati e in divisa, sono in piedi sulla soglia del mio appartamento. Cosa diavolo vogliono a quest'ora? Bruke mi raggiunge preoccupata e si mette al mio fianco con aria confusa. Rimaniamo a fissarli in silenzio, in attesa di capirci qualcosa.

«Deve venire con noi, signor Moore» esclama uno dei due agenti, con voce pacata, rivolgendosi a Gordon.
«Non capisco. Ditemi che volete da me, non vengo da nessuna parte altrimenti!» risponde lui, visibilmente agitato.
«Si calmi, ragazzo. È sua l'auto parcheggiata qui fuori, la Jeep?» chiede lo stesso agente.
«Sì è mia.» Gordon è turbato e nella sua voce sento alternarsi rabbia, confusione e paura.
«Dobbiamo perquisirla, ragazzo» dice il poliziotto lasciandoci tutti a bocca aperta.

Perquisirla? Per quale motivo? Non ho sentito la prima parte del discorso ma deduco siano qui per l'incendio dell'Energy e forse questo è solo un controllo di routine.
Gordon fa strada, scendendo le scale senza opporsi. Sarebbe comunque inutile e rischierebbe di sembrare colpevole di qualcosa che ovviamente non ha fatto.

Il vento freddo newyorchese mi colpisce in pieno volto non appena varco la soglia di uscita. L'aria sferza sul mio corpo mandando brividi dappertutto; sono scesa con indosso un semplice maglioncino incurante di prendere un giubbino o qualcosa che potesse coprirmi meglio.
Intanto Gordon si dirige verso la macchina scortato dai due agenti i quali gli chiedono di aprire il baule. Deglutisce agitato, e non capisco il motivo di questa sua reazione.

Sollevato il coperchio sul suo volto si dipinge un'espressione di stupore e confusione. Mi avvicino per osservare cosa ci sia di tanto strano dentro quel baule e ciò che vedo mi lascia interdetta. Una felpa nera con cappuccio e una strana stampa bianca sul retro, una mazza da baseball, una tanicha di benzina mezza vuota e delle scarpe nere sporche della sostanza infiammabile.

Gli agenti si avventano su Gordon, il quale è ancora pietrificato e incapace di reagire.
«La dichiaro in arresto per l'incendio del locale Energy. Lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà e sarà usata contro di lei in tribunale. Ha diritto a un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio» dichiara maccanicamente l'agente ammanettando il mio ragazzo.

«Non sono stato io agente, glielo giuro!» esclama Gordon, improvvisamente risvegliatosi dallo stato di confusione iniziale.

«Voi tutti seguitemi in centrale!» ordina autoritario rivolgendosi a noi e ignorando completamente quello che il mio ragazzo a appena detto. Lacrime salate cominciano a solcare il mio viso, sono spaventata, confusa. Liam mi attira a sé e mi stringe al petto.
«Lo tireremo fuori di lì» mi sussurra all'orecchio stampandomi un bacio sulla tempia.

Ed è proprio questo il problema. Dobbiamo tirarlo fuori di lì? Quelle prove però sono evidenti. La felpa deve essere stata riconosciuta dagli agenti come quella indossata dal criminale che ha appiccato l'incendio, tramite le telecamere di sorveglianza.

La tanica di benzina parla da sé, non c'è bisogno di ulteriori spiegazione per capire a cosa servisse. E le scarpe devono essere state quelle usate dal colpevole, sporche di benzina, alcol e fuliggine.

Stringo le braccia intorno al mio corpo per ripararmi dal freddo e cercare una spiegazione plausibile. Sono successe così tante cose nelle ultime ventiquattro ore che non riesco a ragionare lucidamente.

Vedo i suoi occhi tristi che mi guardano attraverso il finestrino e solo muovendo la bocca mi dice "ti amo". Rispondo e gli mando un bacio con la mano, mentre dentro di me si fa strada l'inquietudine. Non posso credere che sia stato lui, non ne avrebbe avuto alcun apparente motivo per farlo. Ma poi mi torna in mente la sua fuga improvvisa di stanotte, giustificata da qualche spiegazione non troppo articolata. E se fosse stato lui? Qualche regolazione di conti? Vendetta?

Mi ritornano in mente i suoi occhi dolci, le sue braccia forti che mi stringono al petto. Come può aver fatto una cosa simile e avere ancora il coraggio di guardarmi negli occhi? Non è possibile che sia stato lui con le sue mani, le stesse mani che mi sfiorano la notte e che mi accarezzano, che toccano ogni centimetro del mio corpo, le stesse mani che hanno distrutto quel posto che era come una seconda casa per me e per tutti i ragazzi dell'Energy. Lui sapeva cosa significava per me non avrebbe mai fatto una cosa simile.

Eppure non riesco a togliermi dalla mente la sua espressione, lui che deglutisce a disagio, tutti gli oggetti trovati nel baule della sua auto.
Il mio cervello continua ad arrovellarsi intorno a quelle poche, semplici informazioni che ho.

Salgo in appartamento e afferro velocemente una giacca da indossare sopra il maglione. Stringo il braccio di Liam mentre ci dirigiamo verso una volante della polizia che ci aspetta sul ciglio della strada. Quella su cui Gordon è stato caricato è schizzata via a tutta velocità verso la centrale.

La macchina puzza di fumo di sigaro e mi accomodo sui sedili posteriori cercando di calmare i pensieri che si fanno strada nella mia mente. Devo cercare di mantenere la calma ma l'imminente interrogatorio non mi tranquillizza. Liam è seduto in centro e stringe la mia mano e quella di Bruke con fare protettivo mentre la mia mente ricomincia a vagare sugli avvenimenti appena trascorsi.

Se non è stato Gordon, chi può essere stato?

🎯SPAZIO AUTRICE🎯

Eccoci giunti alla fine del trentaduesimo capitolo di Energy.
Mentre Gordon e Hanna guardano un film con Bruke e Liam, qualcuno bussa alla porta. Con grande sorpresa un agente chiede a Gordon di mostrare il bagagliaio della propria auto. Trovati gli oggetti usati per l'incendio, Gordon viene arrestato.
Sarà veramente stato lui?
Per quale motivo?
Chi è stato se non lui?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Where stories live. Discover now