30.

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Inutile dire che la mattina arriva troppo velocemente e i raggi del sole invadono la mia stanza con prepotenza. Ci ho messo molto tempo ad addormentarmi ieri, continuavo a rigirarmi nel letto e il mio cervello non riusciva a smettere di pensare.

Gordon non è rientrato questa notte e non riesco a non preoccuparmi per lui nonostante la rabbia mi stia divorando dentro. Controllo il telefono e non noto messaggi da parte sua, vorrei chiamarlo per sapere come sta o per urlargli contro ma l'orgoglio ha la meglio sul buon senso e decido di spegnere il cellulare.

Questa mattina andrò presto all'Energy per recuperare le mancate prove di ieri, quindi mi vesto velocemente con i primi indumenti che trovo nell'armadio. Non ho per niente voglia di badare al mio aspetto stamattina, lego i miei capelli in una crocchia disordinata lasciando qualche ciuffo ribelle a ricadermi sul viso. Le occhiaie profonde che vedo sul mio viso sono la conferma della notte di merda che ho appena passato.

Ad un certo punto sento sbattere il portoncino d'ingresso e con la testa faccio capolino dal bagno per vedere di chi si tratta, anche se so già la risposta.

«Ciao amore, sono a casa!» esclama con nonchalance, come se non fosse successo nulla. Davvero crede di non dovermi delle spiegazioni? La mia pazienza è andata a farsi fottere.

Esco dal bagno con le braccia incrociate sul petto e lo fisso con aria interrogativa picchiando un piede sul pavimento. Lui mi osserva e incurva le spalle.
«Che c'è?» chiede anche se sa perfettamente il perché lo sto guardando così.
«Aspetto una motivazione valida» rispondo senza aggiungere altro.

«Ero con Stella» ammette senza smettere di fissarmi. Sgrano gli occhi. Ha passato la notte con un'altra donna e ora ha il coraggio di presentarsi a casa mia e chiamarmi "amore"? Deve essersi rincoglionito tutto ad un tratto.

Vedendo lo sgomento sul mio viso si affretta ad aggiungere: «Non è come credi, piccola. Stella è la proprietaria della casa discografica. Avevo appuntamento con lei per dirle che non ho più intenzione di incidere il mio disco ed ero molto nervoso per il nostro incontro. Non era ciò che volevo ma dovevo farlo, non posso permettermi queste spese superflue. Abbiamo finito tardi e sono passato da mia nonna per controllare come stesse.» Stella è la sgallettata bionda che era al ristorante con lui e questo sicuramente non migliora la situazione. Ma non è colpa sua se la proprietaria della casa discografica è donna ed è persino bellissima.

Il mio sguardo si addolcisce ma sono ancora arrabbiata con lui per non avermelo detto ieri sera. E per non avermi chiamato o mandato un messaggio, ero veramente in pensiero per lui e nonostamte questo lui sembra non curarsene. Non ho intenzione di cedere così facilmente, sono testarda e parecchio permalosa.

«D'accordo» faccio spallucce e fingo indifferenza, ritornando di nuovo in bagno. Non voglio dare a vedere la rabbia che nutro nei suoi confronti e il sollievo di averlo di nuovo qui davanti sapendo tutta la verità.
Stendo un po' di crema idratante sul viso e in quel momento due braccia forti e possenti mi cingono la vita abbracciandomi da dietro.

«Mi è mancato dormire con te stanotte» mi sussurra ad un orecchio baciandomi il collo. Mi lascio cullare dal suo respiro caldo e dalle sue parole dolci, ma decido di tenere il punto.

«Io ho dormito bene» fingo indifferenza rispondendogli.
«Stanotte mi farò perdonare, Hanna e capirai cosa significa dormire veramente bene!» dice con voce suadente al mio orecchio e nello specchio vedo riflesso il suo ghigno seducente.

Alzo gli occhi al cielo ma non riesco a trattenere un sorriso. Stringe la presa sui miei fianchi e continua a baciarmi il collo consapevole del fatto che mi faccia impazzire. Mi giro stringendogli il viso tra le mani e avvicino le mie labbra alle sue sussurrando: «Sono ancora arrabbiata con te e ora dobbiamo andare.»

Mi scanso spintonandolo, lasciandolo con un palmo di naso e l'espressione delusa sul viso in contrasto con la mia compiaciuta. Scuota la testa. «Mi farai diventare matto!» grida dal bagno e non posso fare a meno di congratularmi con il mio autocontrollo. Se crede di potermi raggirare con i suoi occhioni dolci e con qualche mossa sensuale si sbaglia di grosso. Sono una maestra in questo. Si sarà forse dimenticato che faccio la spogliarellista?

Usciamo di casa e prendiamo la mia macchina mentre la sua resta parcheggiata davanti al mio appartamento. Tamburello le dita sul volante al ritmo di Teenagers dei My Chemical Romance e non posso fare a meno di cantare a squarciagola il ritornello.

Il traffico della mattina è estenuante qui a New York e ogni cinque metri siamo fermi ad aspettare che la coda si sfoltisca. Non sono abituata a percorrere questa strada a quest'ora della mattina ma devo ammettere che non mi era mai sembrata così affollata.

Man mano che proseguo verso la nostra meta una strana sensazione attanaglia il mio stomaco: ho il presentimento che qualcosa non vada e di solito non sbaglio mai con queste cose.
All'orizzonte una sottile linea di fumo attraversa il cielo grigio e saturo di smog già di prima mattina.
Avvicinandoci, vediamo dei lampeggianti blu che brillano attraverso il traffico.

«Che succede laggiù?» chiedo a Gordon mentre la nostra macchina è di nuovo ferma nell'ingorgo del traffico.
«Non lo so, me lo stavo chiedendo anche io, sembrano intorno all'Energy» risponde serio continuando ad osservare nella medesima direzione.
Non voglio pensare che quei lampeggianti vengano dal locale ma più mi avvicino più mi accorgo che i sospetti di Gordon erano fondati.

Una grande folla accerchia il locale e capisco che quello a cui non volevo pensare è esattamente ciò che è successo. Parcheggio velocemente la macchina nel primo spazio vuoto che trovo sul ciglio della strada e corro, seguita a ruota dal mio ragazzo, verso l'Energy. I lampeggianti blu appartengono a un paio di camion dei vigili del fuoco e a una volante della polizia.

Liam corre verso di me:
«Ti ho chiamata mille volte!» esclama agitato e io maledico me stessa per aver spento quello stupido cellulare.
«Ma che è successo?» chiedo cercando di spiare oltre i grandi automezzi che mi intralciano la visuale.
«L'Energy non c'è più, è bruciato tutto!» esclama trattenendo a stento le lacrime.

Rimango sbigottita da quella notizia che il mio cervello non riesce a metabolizzare. Di cosa sta parlando? Credo che questo sia un altro dei miei incubi da cui non riesco a svegliarmi. Non dico nulla, non riesco a parlare, è come se la mia gola non riuscisse ad emmetere alcun suono.

Quel locale per noi rappresenta una seconda casa, la casa della nostra famiglia dove ci sentiamo liberi di essere noi stessi.
Mi faccio strada tra la folla assiepata attorno, perlopiù curiosi pronti a spettegolare, sgomitando e superando le transenne.

Quello che mi trovo davanti è uno spettacolo orripilante, che non mi sarei mai aspettata di vedere: l'Energy, il locale che ha segnato una svolta nella mia vita, è completamente nero e ancora fumante. L'odore acre lasciato dalle fiamme giunge fino in gola e corrode ogni fibra del mio corpo. In questo momento capisco che non si tratta di un sogno ma della cruda realtà.

Lacrime salate rigano le mie guance e non riesco a smettere di piangere. Due braccia forti mi abbracciano, mi stringono e io mi abbandono in quel tocco familiare sfogando tutta la mia tristezza con mille domande senza risposta che affollano la mia mente.

🍇SPAZIO AUTRICE🍇

Eccoci giunti alla fine del trentesimo capitolo di Energy.
Hanna passa la notte da sola, ma alla mattina Gordon rientra spiegando il motivo della propria fuga. I due vanno all'Energy, ma ad attenderli trovano delle fiamme.
Cosa è successo?
Perché è successo?
Un semplice incidente o qualcosa di più?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Where stories live. Discover now