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«Devo parlarti di una cosa che mi è venuta in mente» dico a Gordon una volta uscita dalla doccia, entrando in camera. Ho i capelli ancora bagnati e li avvolgo in un asciugamano. È disteso sul mio letto con le braccia dietro la testa e fissa il soffitto.
«Dimmi» dice spostando lo sguardo su di me.
«Non subito, devo prima vedere alcune cose» vedo la sua espressione corrucciata e dubbiosa e mi affretto ad aggiungere «È una cosa bella, non preoccuparti, devo solo aspettare che vada in porto.» La sua espressione si distende e io torno in bagno.

Finisco di asciugarmi i capelli, indosso una maglietta larga, un paio di pantaloni della tuta e mi stendo di fianco a lui. Gli cingo la vita con un braccio e lui mi attira a sé baciandomi la testa.

«Vieni con me all'Energy oggi pomeriggio?» chiedo a Gordon. Sono appena le undici, la mattinata è cominciata presto oggi, dopo essermi rigirata nel letto per tutta la notte rimuginando sul da farsi. Ci pensa un attimo e poi annuisce convinto. Non gli servirà a nulla restare qui da solo a trovare una soluzione che al momento non c'è. Ma forse potrò fare qualcosa io per lui.

Sento il mio telefono vibrare dalla tasca della borsa e non ho alcuna intenzione di alzarmi per recuperarlo. Chiunque sia può aspettare dopo. Se fosse Liam non esiterebbe a chiamarmi ogni due minuti quindi quando lo sento smettere e non ricominciare capisco che non è lui. Ho bisogno di riposare e calmare il mal di testa che mi è venuto dopo la conversazione con i miei genitori.

Chiudo gli occhi e lascio che il profumo di Gordon mi riempia le narici e mi culli in un sonno profondo.
Un delizioso aroma di pancetta si diffonde nell'aria facendomi svegliare. Non sono più abbracciata a Gordon e questo mi dispiace ma l'odore che viene dalla cucina mi fa ricredere.

Mi alzo, raggiungo la borsa e controllo il mittente della chiamata di prima. È Ryan. Cosa diavolo vuole ora? L'ho già respinto, ho chiarito le cose e non vedo per quale motivo debba contattarmi ancora. Non mi piace questo suo atteggiamento ossessivo, mi sembrava di aver chiuso ogni rapporto con lui. Allora perché mi chiama? Cancello il numero dal registro chiamate e ributto il telefono nella borsa.

Quando raggiungo Gordon in cucina gli stampo un bacio sulle labbra, cingendogli la vita con le braccia.
«Che cucini di buono?» chiedo poggiandomi al suo petto.
«Uova e bacon, nulla di che.» Non è proprio un toccasana per la dieta, ma è quello che ci vuole dopo una mattinata movimentata.
Lo aiuto a portare i piatti a tavola e mangio senza dire una parola. Ho troppa fame per parlare di qualcosa, non ho nemmeno fatto colazione.

Laviamo le stoviglie e ci prepariamo per andare all'Energy. Rimetto gli stessi vestiti che indossavo stamattina: ricordo gli occhi di mia madre che mi fissavano come se fossi un alieno, inorridita dal mio abbigliamento casual e poco elegante.

Mi sento così a mio agio in questo look e probabilmente impallidirebbe sapendo che così mi sento me stessa e che non l'ho fatto solo per dare fastidio a lei. Da chi ho preso questo spirito ribelle? Calco il berretto da baseball sulla testa ed usciamo.

Prendiamo la sua macchina e raggiungiamo l'Energy. Nessuno fa storie riguardo alla presenza di Gordon anzi tutto il gruppo lo accoglie calorosamente. Sono contenta di vederlo così ben ambientato e a suo agio. Liam si avvicina e mi stringe.

«Buongiorno, splendore.» mi sussurra all'orecchio schioccandomi un bacio sulla guancia.
«Ho parecchie cose da raccontarti» gli dico stringendolo.
Mi guarda preoccupato con quell'espressione accigliata sul volto che mi piace tanto.
«Nulla di che» mi affretto ad aggiungere.
Annuisce e mi sorride nuovamente.

Appena sposto lo sguardo vedo Gordon che mi guarda storto. Devo ancora parlargli della questione di Liam e la gestione della gelosia nei suoi confronti. Non voglio che si detestino per colpa mia e anzi, vorrei che fossero amici. Anche perché tengo ad entrambi e devo trovare una soluzione.

Dopo aver lavato il pavimento esco a prendere una boccata d'aria sul retro perché quel detersivo forte non fa molto bene alle mie vie respiratorie. Scorgo una figura all'angolo della struttura che viene verso di me e capisco immediatamente di chi si tratta: Ryan.

«Così hai deciso che puoi ignorarmi anche quando ti chiamo al telefono?» esclama con tono scocciato. Mi sembrava di essere stata chiara con lui, aveva visto Gordon a casa mia e se ne era andato. Ora che sono sola ha cambiato atteggiamento, non è intimorito e cerca di mettermi soggezione, ma ha sbagliato persona.

«Non avevo niente da dirti quindi non ti ho risposto.»
«Non è carino da parte tua, soprattutto dopo avermi baciato.»
«Ti avevo già detto che le cose erano cambiate.»
«Veramente non mi hai detto nulla, mi ha liquidato il tuo sottospecie di ragazzo.»
Ripenso a quella mattina, a Gordon che aspettava la colazione a letto, il campanello che mi ha interrotto e il tono arrabbiato di Ryan che lo ha svegliato. Pensavo gli sarebbe bastato.

«È il mio ragazzo e mi dispiace averti baciato.»
«Evidentemente una puttana come te bacia più di una persona durante una relazione. Ti fai anche tutti quelli che vengono a pagare le tue esibizioni in questo posto?»
In quel momento la porta semichiusa si apre con un schianto e dall'espressione inferocita di Gordon capisco che ha sentito le ultime parole di Ryan.

«Di cosa cazzo parli e cosa cazzo ci fai qui? Mi sembrava di essere stato chiaro con te!»
«Ecco l'altro figlio di puttana. Sapete una cosa? Credo che la città sarebbe contenta di sapere chi c'è sotto la maschera di Lola. Direi che sarebbe una bella vendetta per avermi usato e poi gettato via come uno straccio.»

«Io non ti ho usato Ryan. Sono stata bene con te ma non siamo fatti l'uno per l'altro. Non voglio arrabbiarmi con te.»
Cerco di stare calma e non lasciarmi prendere dal panico. Ho troppe cose da nascondere dietro quella maschera, troppe gente ci andrebbe di mezzo e io perderei il lavoro. E chi prenderebbe una ex spogliarellista per una nuova occupazione?

«Oh adesso non vuoi arrabbiarti? Peccato che io lo sia già.»
«Vattene» gli intima Gordon con fermezza. Vedo le vene del suo collo gonfiarsi, si sta trattenendo a stento. Le sue nocche sono bianche, le mani strette in un pugno. L'ho visto poche volte così, e so che se non riuscirà a placare l'ira che cresce dentro di lui, succederà il finimondo. Ryan sta scherzando con il fuoco, non sa che Gordon non distingue più nulla quando il fantasma della rabbia si trova dentro di lui. Non voglio che faccia mosse avventate ma non posso lasciarmi intimorire dalle minacce di Ryan.
«Non ho intenzione di portarti via la puttanella» replica Ryan in direzione di Gordon.

Sul suo volto si dipinge la rabbia e in quel momento so cosa sta per succedere. A nulla servirebbe il mio intervento o quello di chiunque altro. Così non fermo Gordon mentre il suo pugno si schianta sul volto Ryan producendo un tonfo sordo.

🦀SPAZIO AUTRICE 🦀

Eccoci giunti alla fine del ventiseiesimo capitolo di Energy.
Hanna, dopo aver pranzato con Gordon si reca all'Energy ma lì una brutta sorpresa l'attende: Ryan infuriato, pretende di ottenere l'attenzione di Hanna con la forza, ma Gordon interviene.
Cosa succederà?
Ryan reagirà?
Chi avrà la meglio?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Where stories live. Discover now