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*Nella gif Hanna*

Sono tra le sue braccia. Sento il suo cuore che batte a ritmo con il mio e il suo petto che si alza e si abbassa sotto di me. Avverto i muscoli tonici che si contraggono ogni volta che mi stringe più forte a sé, quasi non volesse lasciarmi andare.

Ma io non voglio andare da nessuna parte, non stavolta. Quello è il mio posto preferito, la casa in cui rifugiarmi ogni volta che qualcosa va storto. Per un momento mi accorgo di essere veramente felice e in pace con me stessa, come non ero da mesi ormai; di una felicità che ti riempie il cuore, che inspiegabilmente ti fa venire voglia di urlare, di saltare, che ti fa sentire viva.

Quanto mi è mancato tutto questo: la sua voce, i suoi sorrisi e l'indimenticabile profumo che solo la sua pelle ha e che ora mi riempie le narici, impregna i miei capelli e la mia, di pelle. Il suo mento resta poggiato alla mia testa e la barba ispida solletica la mia fronte, adoro questo piacevole fastidio nonostante mi provochi un leggero prurito.

Poi ci sono i suoi occhi, dannazione i suoi occhi. Sono del colore più bello che abbia mai visto, sono azzurri, verdi, grigi, ogni sfumatura che cambia a seconda dell'umore, che colgono ogni suo lato, come forse solo io sono in grado di fare. Ed è proprio vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, i suoi sono limpidi e sinceri, trasmettono brividi e certezze. E il modo in cui mi guardava lui era speciale, nessuno mi ha mai guardata così. Lui mi legge dentro ogni volta che posa lo sguardo su di me, mi spoglia di qualsiasi cosa.

I suoi occhi carichi di amore, desiderio e passione, sono, insieme al sorriso, la cosa che mi era mancata di più. Quella curva che gli addolcisce il viso corrucciato e perennemente pensieroso, quelle labbra che si aprono rivelando dei denti bianchissimi, in netto contrasto con la pelle olivastra, dai tratti quasi orientali.

Quando mi bacia, un fuoco si espande dentro di me e arriva dritto al cuore. Non aspettavo altro, se non che questa inaspettata sensazione diffondesse un piacevole calore in tutto il mio corpo. Amo qualsiasi cosa di lui, amo il modo in cui mi stringe al suo corpo, il suo respiro caldo, come sfiora la mia pelle chiara, le sue dita ruvide a contatto con le mie morbide: mi fa sentire salva da tutto, dalla tristezza e dal rancore che mi porto dentro, come se anche io potessi avere la possibilità di essere felice, di vivere una vita normale.

Lo amo così tanto che quasi mi manca il fiato se ci penso. Una morsa stringe i miei visceri al pensiero che possa andarsene, lontano da me e dalla mia vita complicata. Non voglio svegliarlo così evito di muovermi per godermi al massimo quel momento di pace e serenità. Non credevo fosse possibile provare di nuovo queste emozioni, quelle che solo lui è capace di farmi provare.

Qualcosa turba l'idillio, il profumo a poco a poco cessa di esistere, il corpo sotto di me si allontana piano piano e le braccia che mi stringono si dissolvono in una nuvola. Sento quell'attimo di pace interiore svanire per lasciare spazio alla frenesia di una nuova giornata. Sembrava troppo bello per essere la mia vita.

Il suono della sveglia si fa sempre più insistente. Un altro sogno se ne è andato lasciandomi quell'amaro in bocca che segue sempre ogni volta che mi sveglio senza di lui.
«Dannazione» impreco sottovoce tra me e me, constatando che il calore di quel momento così magico era solo frutto della mia immaginazione e del copriletto troppo pesante.

E' ormai passato più di un anno da quando Gordon se ne era andato senza più tornare e dalla sera in cui abbiamo discusso non l'ho più rivisto. Non capisco però il motivo per il quale il mio cervello si ostini a farmelo incontrare la notte, nei sogni, quando non posso reagire, quando sono più vulnerabile, quando mi manca più di ogni altra cosa al mondo. La nostalgia rischia di ingoiarmi quasi ogni volta che chiudo occhio.

Cerco di scacciare il suo pensiero dalla mia mente: provo ancora qualcosa per lui ma credo sia solo affetto e rispetto per quell'unica persona che mi ha fatto conoscere l'amore. Non so che fine abbia fatto, ma spero sinceramente che abbia trovato qualcuno che lo renda felice, più di quanto sia riuscita a fare io.

Sporgo il braccio e spengo la sveglia, per poi scostare stancamente le coperte. Mi alzo dal letto controvoglia e scorgo il mio riflesso nello specchio. Quasi stento a riconoscere la ragazza che vedo con quei capelli arruffati, il viso addormentato e stropicciato, il corpo nascosto in quel pigiama gigantesco ma troppo comodo, completamente diversa dalla donna che stasera salirà sul palco.
«Sei un fottuto disastro» sussurro al mio riflesso, riferendomi solo in parte al mio attuale aspetto estetico.

Mi trascino in cucina dove preparo una tazza di latte e cereali e in quel momento sento il telefono vibrare. Leggo sul display il nome di Liam e mi affretto a rispondere. «Ehi dormigliona!» la voce di Liam suona pimpante nelle mie orecchie al contrario della mia, roca e ancora impastata dal sonno. «Buongiorno» replico stancamente.

«Passo a prenderti fra mezz'ora, splendore, d'accordo?». Acconsento con un verso poco umano e riattacco. Non capisco perché Liam si ostini a chiamarmi ogni mattina trenta minuti prima di passare a prendermi per andare in palestra, quando sono ormai mesi che ci andiamo tutti giorni alla medesima ora. Forse teme che non mi svegli in tempo. Paura non troppo infondata, direi.

Mentre cerco una risposta plausibile a questa domanda termino di fare colazione e dopo aver lavato le poche stoviglie utilizzate, ritorno in camera alla ricerca di qualcosa da mettermi. La borsa della palestra è già pronta da ieri e indosso velocemente un paio di jeans, una t-shirt e una felpa.

Passo il resto del tempo in bagno dove mi lavo la faccia e lego i lunghi capelli in uno chignon spettinato. Guardo nello specchio il mio riflesso: non mi trucco mai per andare in palestra, ma nonostante questo mi ritengo una bella ragazza.

Gli occhi azzurri risaltano vispi in contrasto con i capelli scuri, e la pelle chiara in combinazione con le labbra carnose e perennemente rosse fanno di me una ragazza particolare. Ho i lineamenti sottili e ciò rende ancora più evidente il naso spigoloso e troppo grande per i miei gusti. Quello lo odio.

Sento il campanello suonare, afferro il giubbino di pelle, infilo le mie Nike, raccolgo il borsone con l'occorrente per l'allenamento, chiudo la porta del piccolo appartamento e mi fiondo giù per le scale. Una volta aperto il portone del condominio me lo ritrovo davanti: occhi nocciola, fisico statuario da sballo e capelli biondi. «Liam!» corro ad abbracciarlo e gli schiocco un bacio sulla guancia. E' uno dei ragazzi più belli che io abbia mai conosciuto, sia fuori che dentro e mi chiedo come uno come lui possa essere single. La natura è stata molto generosa con lui, ma ha dimenticato di fornirgli un briciolo di sicurezza in più.

«Ciao Lola!» mi saluta lui stringendomi a sé. Ovviamente Lola non è il mio nome. Mi chiamo Hanna e ho ventuno anni. Lola è il nome che uso sul palco, è il mio nome da spogliarellista.

🌸SPAZIO AUTRICE 🌸

Eccoci giunti alla fine del primo capitolo di Energy.
Abbiamo incontrato Hanna, una ragazza con un lavoro un po' particolare, uscita da una relazione con un ragazzo per cui prova ancora dell'affetto.
Cosa avrà spinto Hanna a intraprendere una carriera da spogliarellista?
Chi è il ragazzo del suo sogno?
Che rapporto ha con Liam?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Onde histórias criam vida. Descubra agora