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E so che non riuscirò a trattenermi quando vedrò le loro facce di merda di nuovo. Quando mi ero ripromessa che non mi sarei più fatta vedere, che non sarei più tornata per nessuna ragione al mondo non avevo immaginato che avrei dovuto farlo per accusarli di aver causato l'incendio della mia seconda casa.

Ma me l'hanno fatta troppo grossa, stavolta, non potrò restarmene qui in silenzio con le mani in mano a subire nuovamente le loro decisioni, come qualche anno fa, come quando vivevo con loro e sottostavo a qualsiasi loro bizzarra volontà. In silenzio.

Non riesco a credere a quello che hanno fatto. Devono aver trovato qualcun altro al posto di Gordon. Perché il mio ragazzo non avrebbe mai accettato. Ha sbagliato una volta immischiandosi con quella merda e non l'avrebbe fatto di nuovo. Cosa gli ha fatto credere che avrebbe potuto accettare una proposta simile? Non so perché lui non me l'abbia detto, probabilmente non voleva darmi ulteriori preoccupazioni, non immaginando che loro sarebbero arrivati a tanto.

Ma loro se ne sono fregati della mia richiesta, dei miei avvertimenti e hanno deciso di giocare col fuoco. Bene. Ora ne pagheranno le conseguenze. Perché sono stanca di loro e delle loro continue stronzate. Pensavano che così sarei tornata da loro correndo? O sì sicuramente lo farò. Con una spranga di ferro, ma tornerò. E non piacerà loro. Cazzo se non piacerà. Non mi conoscono e forse non mi hanno mai conosciuta, non sanno di cosa sono capace. Oggi ne avranno un piccolo assaggio.

L'orologio segna mezzogiorno e decido che questo è il momento migliore per trovarli tutti a casa, mio padre compreso. Perché pranzano ogni giorno insieme, come un'allegra famigliola felice, uniti nella falsità e nell'ipocrisia.

E godo a pensare che rovinerò il pranzo, che si strozzeranno con il loro cibo costoso, cucinato da qualche cuoco sottopagato. Probabilmente rovinerò loro anche qualcos'altro esattamente come loro hanno rovinato me. Sarà memorabile. E mi dispiace non poterlo filmare, non poter immortalare le loro facce attonite quando capiranno il motivo della mia visita.

Sguinzagliarmi alle calcagna qualcuno che mi tenesse d'occhio, ecco cosa hanno fatto, per scoprire cose che altrimenti nessuno avrebbe riferito loro, che non avrebbero mai scoperto da soli. E la pagheranno per questo, perché è tutta colpa loro se io mi trovo in questa situazione di merda da giorni.

Forse questa è la pazzia, la follia di cui avevo letto solo nei libri. Mi divora dentro esattamente come il tarlo di un mobile vecchio. E io lascio che la rabbia mi scorra nelle vene, che l'adrenalina prenda il posto del sangue, che corroda ogni fibra del mio corpo.

E il mio pensiero fisso rimane lui, il mio ragazzo. In quella cella che puzza di muffa. Per chissà quale dei piani orrendi escogitati da coloro che dicono di essere i miei genitori. E il mio obiettivo è ormai quello di tirarlo fuori di lì. Mi sveglio ogni mattina esclusivamente per trovare una soluzione. E proprio lui me l'ha messa sotto il naso. Dio quanto lo amo.

Mi cambio e indosso un paio di pantaloni cargo verde militare e una felpa nera con cappuccio. Sopra, il mio classico chiodo di pelle borchiato, un paio di anfibi ai piedi e sulla testa calco un cappellino con l'unghia. Mia madre mi farebbe rinchiudere in qualche centro psichiatrico anche solo per il mio ormai abituale abbigliamento. Ma proprio non me ne frega un cazzo.

Estraggo la mia mazza da baseball da sotto il letto: la tengo lì da quando sono venuta a vivere da sola perché non mi fido di niente e di nessuno. E perché in cuor mio sapevo che un giorno, per un motivo o per l'altro mi sarebbe servita. E oggi il grande giorno è arrivato.

Scendo di corsa le scale del mio condomino speranso di non incontrare qualche vicino ficcanaso e quando raggiungo la macchina ho quasi il fiatone. Salgo e sbatto la portiera, ormai il fuoco divampa dentro di me. Highway to hell rimbomba nelle casse dello stereo e non posso fare a meno di sorridere a quella coincidenza, poiché rispecchia esattamente ciò che sto vivendo in questo momento.

No stop signs, speed limit
Nobody's gonna slow me down
Like a wheel, gonna spin it
Nobody's gonna mess me around

E proprio come dice la canzone, brucio tutti i semafori, supero ogni limite di velocità perché la rabbia ha il sopravvento sul buon senso, perché ho bisogno di sfogarla in un modo o nell'altro e niente o nessuno potrà fermarmi, riuscirà a distruggere i miei piani. È sbagliato e lo so, sfrecciare come una pazza in mezzo al traffico newyorkese non è la migliore delle scelte, è pericoloso e potrei riuscire a non arrivare intera a casa dei miei genitori, così rallento e cerco di respirare profondamente per calmarmi.

Sapevo da principio che se avessi voluto la mia pace, la mia libertà, l'indipendenza che tanto cercavo mi sarei dovuta trasferire in un altro stato, lontano da tutto e da tutti, irraggiungibile. Ma a questo punto non starei di nuovo con Gordon, non starei lottando per lui, per salvarlo.

Mi innervosisce il pensiero che fra pochi minuti vedrò di nuovo la mia famiglia, se così si può chiamare. Perché dalla volta in cui avevo fatto la mia visita mi ero ripromessa che sarebbe stata l'ultima. Ma ora come ora è necessario, non ho altra scelta; soprattutto se il mio obiettivo è quello di salvare il mio ragazzo.

Quando arrivo a destinazione trovo il cancello aperto: non hanno bisogno di chiuderlo con tutte le telecamere di sorveglianza che hanno sparso per tutto il giardino. Meglio così, assisteranno in diretta al mio magnifico show. Parcheggio l'auto appena fuori l'elegante ingresso, imbraccio la mia mazza ed entro con passo marziale. Ho intenzione di distruggere qualsiasi cosa mi capiti a tiro, proprio come loro hanno tentato di fare con la mia vita. Cammino pestando con forza i sassolini bianchi del mio valetto e spero con tutta me stessa che si siano già accorti della mia presenza.

La prima a distruggersi contro il legno della mia mazza è la testa di una statua: era orribile, ho sempre sognato di farlo. Non so bene cosa rappresentasse, sembrava un angelo, un dio greco, e deve essere costata un occhio della testa. Il materiale di quella statua si sbriciola come gesso a contatto con la mia rabbia.

Poi è il turno della fontana che colpisco con forza, sfogando tutta la mia rabbia contro l'opulenza di quelle stupide decorazioni. Anni di sofferenza, di standard da loro definiti, di critiche, di imposizioni, si riversano come una scossa elettrica in tutto il mio corpo, determinando la violenza di ogni colpo. Perché nessuno di loro ha mai capito il vero significato della vita, che non ha che fare con la ricchezza, i soldi, le proprietà immense e una buona servitù.

Ha a che fare con l'amore, i piccoli gesti, un abbraccio inaspettato, un bacio appena accennato, un ti voglio bene sussurato. E la mancanza di queste azioni determina la vuotezza delle loro vite. Vuote di affetti veri, vuote di amicizie, di risate, di gioia.

E io tutte queste cose le ho trovate allontanandomi da qui. Le ho trovate in un gruppo di ragazzi pazzi, con situazioni difficili, che non hanno mai smesso di inseguire i loro sogni. Le ho trovate nei miei amici, colleghi, compagni di avventura e di disavventura. Le ho trovate all'Energy.

SPAZIO AUTRICE

Eccoci giunti alla fine del quarantunesimo capitolo di Energy.
Hanna, determinata più che mai, lascia che la rabbia agisca al posto suo e si reca nella villa dei propri genitori imbracciando una mazza e cominciando a distruggere qualsiasi cosa si trovi nel loro ricco giardino.
L'avranno vista?
Chi la fermerà?
Risponderanno alle sue domande?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Where stories live. Discover now