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Mi chiedo se ci sia un limite massimo alle volte in cui un cuore può spezzarsi. E mi chiedo se ogni volta fa così male. Sono giovane e probabilmente riceverò ancora moltissime porte in faccia, ma non so se sono disposta a sopportare le emozioni che ne seguono.

Sono passati più di quindici giorni da quando Gordon se ne è andato da casa mia sbattendo la porta e da allora non l'ho più visto. Né sentito. Credo se ne sia definitivamente andato dalla mia vita e io ho passato i giorni a sfogare la rabbia e la tristezza in palestra e poi sul palco dell'Energy, ma è stata forse la prima volta in cui tutto ciò è servito a ben poco.

Sento la sua mancanza più di ogni altra cosa al mondo. E odio questa cosa. Odio sentirmi così legata a qualcuno, odio che la mia felicità dipenda dalla presenza di qualcuno, odio sentirmi vulnerabile e sensibile. Non sono questo io, io sono una donna forte che si è costruita da sola senza l'aiuto di nessuno.

Sono tornata al Red Bob sperando di vederlo lì con i suoi amici. Anche distante mi sarebbe bastato. Ma non l'ho trovato lì, né all'Energy, né in qualsiasi altro posto io abbia sperato di vederlo. È assurdo come i tre giorni che abbiamo passato insieme, abbiano spazzato via un anno di solitudine. Mi sono bastati tre fottutissimi giorni per innamorarmi di nuovo di lui e cadere di nuovo nella trappola dell'amore. A nulla è servito l'anno passato lontano da lui, appena si è presentata l'occasione, Gordon si è fatto strada nel mio cuore e io non ho saputo impedirglielo. Spero che tutto questo mi serva da lezione.

Ho ignorato ed evitato Ryan per quanto fosse possibile. Non avevo alcun tipo di risposta da dargli, la mia mente era occupata dal ragazzo con gli occhi grigioazzurri. Non avrei nemmeno dovuto baciarti, le sue parole risuonano indelebili nella mia testa. Se ne è pentito e forse questa è la cosa che mi fa più male. Fare un passo avanti per poi farne due indietro, questa è la sua strategia. Perché è venuto a cercarmi se poi fugge così? Perché baciarmi per poi averne il rimorso?

Sono sempre stata una ragazza impulsiva, che agisce d'istinto. La mia unica regola è vivere senza rimpianti e in questo io e Gordon ci siamo sempre assomigliati, ma stavolta è diverso: si è pentito di avermi cercata e di avermi baciata. Mi sento così umiliata da questa situazione e dalla mia stessa speranza. Speranza che qualcosa cambiasse e che la mia vita fosse di nuovo vicina alla felicità. Ma mi sbagliavo.

In questo pomeriggio uggioso di metà novembre, cammino per le strade di New York per raggiungere l'Energy. Stamattina sono andata in palestra alla solita ora con Liam. Nei miei quattro giorni di follia avevo perso la routine, ma recuperarla mi ha fatto riprendere il controllo sua mia vita.

Sono un essere così fragile ed è strano che io me ne sia accorta solo in questo periodo, quando un fantasma del passato incontrato per caso ha stravolto i miei piani. Un sottilissimo equilibrio che ha cominciato a vacillare quando il suo sguardo si è posato su di me dopo tanto tempo. Come é possibile che tutto il mondo di una persona ruoti intorno ad un'altra persona? Mi rifiuto di pensare che la mia felicità dipenda dalla sua. In fondo, ho sopravvissuto un anno senza di lui e stavo bene prima di rivederlo. A parte qualche sogno.

È lunedì, ed è il giorno della settimana che odio di più. Vorrei passarlo nel letto o sul divano, ma in quel modo non farei altro che pensare a lui. Come ora del resto, ma se mi tengo impegnata eviterò di piangere fissando il soffitto. Sono patetica e mi faccio pena da sola. In tutto questo Liam mi è rimasto sempre vicino. Abbiamo guardato film, mangiato gelato e versato lacrime. O meglio. Io versavo lacrime e lui me le asciugava. È stato la mia ancora nella realtà e questo fa di lui l'amico migliore del mondo. Non avrei voluto piangere nemmeno di fronte a lui ma non ho resistito.

Cammino svelta, l'aria gelida sferza sul mio viso e lascio che il freddo calmi il fuoco che ho dentro. Dopo tre quarti d'ora raggiungo l'Energy. Non è stata proprio una passeggiata rilassante ma amo camminare e l'autunno newyorkese non mi fa paura. Quando entro tutti mi salutano calorosamente, ma si sono ormai abituati alla versione di me poco spumeggiante. Mi dirigo subito verso i camerini: ho intenzione di occuparmi dei vestiti di scena.

Sto aspettando che finisca l'ultima lavatrice quando Liam mi raggiunge.
«Gli altri se ne sono andati, hanno finito.»
«Puoi andare anche tu, se vuoi.»
«Col cazzo» è la sua risposta secca e decisa, che non ammette contraddizioni.
Non mi ha più lasciata sola da quando è successo l'episodio di quel ciccione che voleva aggredirmi. So che ha ancora i sensi di colpa, anche se gli ho detto più volte che lui non c'entra nulla.

«Mangiamo un boccone qui all'angolo?» chiede dopo qualche minuto di silenzio. Annuisco anche se non ho molta fame.
Dopo mezz'ora siamo seduti al tavolo del diner di cui mi parlava prima Liam. Il posto è semivuoto, fatta eccezione per qualche uomo seduto al bancone che guarda il maxischermo in cui trasmettono la partita di football.

Ordino un piatto di maccheroni al formaggio e quando arrivano il profumo mi fa venire l'acquolina in bocca. Nonostante la poca fame iniziale spazzolo tutto il contenuto del piatto. Liam è un maestro nel farmi dimenticare i miei problemi e restiamo a parlare fino a che il padrone del locale non ci chiede di andarcene.

Nonostante tutto, riesco a ridere delle disavventure di Liam che mi racconta di come una signora anziana si è innamorata di lui dopo che l'ha aiutata ad attraversare la strada. Dice che ormai nessuna ragazza lo vuole più e forse sarebbe il momento di gettarsi su gente "con più esperienza".

Ridiamo entrambi e io lo rassicuro sul fatto che presto troverà la donna che cerca. Ma penso sia questo il problema: quando non è sul palco, Liam è un ragazzo timido, seppur bellissimo. Non si getta nella mischia e non è molto bravo a prendere l'iniziativa, ha bisogno di una spinta. E ho intenzione di spingerlo finché non troverà qualcuno.

Mentre torniamo in macchina, sento una strana sensazione giungere alla bocca dello stomaco. Saranno i maccheroni. Ma man mano che ci avviciniamo a casa aumenta. Ho un sesto senso molto sviluppato, spesso mi affido a quello nelle scelte istintive. E quello che sento ora è molto simile a una morsa che attanaglia lo stomaco, che sconvolge il cuore e le viscere.

Scendo dall'auto e schiocco un bacio sulla guancia di Liam.
«Mandami un messaggio quando arrivi a casa» gli dico. So che abita soltanto a un paio di isolati da qui ma voglio essere sicura che non faccia incidenti. È diventata un'abitudine ormai, e credo che non riuscirei a dormire se lui non lo facesse.

«Certo bellezza, buonanotte!»
«Buonanotte e grazie di tutto!» rispondo scendendo.
Salgo le scale del mio appartamento e capisco finalmente cosa era la strana sensazione che sentivo.

Seduto davanti alla mia porta mi sta aspettando Gordon.

🍦SPAZIO AUTRICE 🍦

Eccoci giunti alla fine del diciottesimo capitolo di Energy.
Hanna non vede Gordon da un paio di settimane e fatica a dimenticarlo. La sua vita è ripiombata nel caos che lui provoca con la sua presenza. Cerca di distogliere la mente dai suoi problemi uscendo a cena con Liam ma quando torna trova Gordon ad aspettarla.
Cosa vorrà questa volta?
È tornato per restare o se ne andrà come ogni volta?
E lei è disposta ad accoglierlo di nuovo nella sua vita?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Место, где живут истории. Откройте их для себя