19.

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Rimango un attimo a fissarlo finché non alza lo sguardo e i suoi occhi incontrano i miei.
«Cosa fai qui?» chiedo con la voce che trema. Vorrei sembrare più sicura di me, dimostrargli che le sue parole non mi hanno ferito ma non ci riesco. E anche se riuscissi a mascherare la tristezza nella mia voce so che la leggerebbe nei miei occhi.

«Onestamente, non ne ho idea» risponde lui, e dal suo tono capisco che ha bevuto.
«Allora vattene» replico io e stavolta sono sincera. Non voglio che guidi in questo stato ma non voglio nemmeno che mi baci e poi mi chieda di rimanergli amica. O peggio, che se ne penta.

«Mi sei mancata» dice ignorando bellamente quello che ho appena detto. Odio quando fa così, quando cerca di sviare i discorsi, ma non posso negare che quelle semplici parole mi smuovono qualcosa dentro.
«Mi dispiace» replico senza lasciar trasparire che anche io ci sia stata male.

«E io non ti sono mancato?» chiede speranzoso e intravedo una scintilla sul suo viso. Si alza e si avvicina pericolosamente a me.
«No» esclamo secca.
«Guardami negli occhi e dimmi che non ti sono mancato e me ne andrò» sussurra a un soffio dalle mie labbra. Posso sentire il suo alito caldo che sa di menta e whisky, la sua voce suadente cerca di farmi vacillare ma non posso, non ora.

«No, Gordon tu te ne vai che io te l'ho dica o meno» replico allontanandomi precipitosamente e avvicinandomi alla porta. Tento di scansarlo ma lui mi afferra per un braccio e mi costringe a guardarlo.
«Lasciami andare immediatamente, ma che ti prende, sei impazzito?»

Mi lascia il polso con un sussulto «Scusa» mormora. Abbassa gli occhi.
«Hai bevuto? Pensavo avessi smesso con quella roba.»
«Infatti non bevo, non di solito, ho bevuto solo stasera e neanche tanto. Non sono ubriaco avevo solo bisogno di un po' di coraggio per venire qui.»

Nel frattempo infilo la chiave nella toppa e apro la porta, lasciandola aperta per farlo entrare. Non so nemmeno io per quale motivo lo stia facendo accomodare nel mio appartamento invece di sbattergli la porta in faccia.
«Per venire qui a fare cosa, precisamente?» chiedo curiosa dopo la sua affermazione. Comincia a tormentarsi le pellicine delle mani, è visibilmente agitato ma non ho intenzione di fare nulla per calmarlo.

«Devo parlarti.»
«Ti ascolto.»
«Sono un coglione ed è chiaro che non riesco a starti lontanto. Non voglio essere tuo amico.»
«Sei venuto fino qui all'una e mezza di notte per dirmi che non vuoi essermi amico?»
«No, cioè sì, anche, ma non ho finito. Non voglio esserti amico perché è chiaro che non ci riesco. Credo di essere ancora innamorato di te e non penso si possa essere amici della ragazza che ami. Non ce la faccio a vederti uscire con altri ragazzi, a baciarli mentre io me ne resto con le mani in mano.»

Il mio cuore accellera e credo possa esplodere da un momento all'altro. Sto forse sognando? Perché sono giorni ormai che spero di sentire queste parole uscire dalla sua bocca; è così surreale che non posso credere sia successo davvero. Non so cosa dire, quindi per tutta risposta gli getto le braccia al collo e poso le mie labbra sulle sue. Mi sembra di non baciarlo da mesi e invece sono passate solo due settimane. Mi posa le mani sui fianchi e io mi appoggio al suo petto. Stretta in quell'abbraccio mi sento salva dalla distruzione che ho dentro.

La sua lingua si muove lentamente dentro la mia bocca e il bacio, dapprima tenero e dolce si fa sempre più passionale. Sa esattamente cosa mi piace e come destreggiarsi. Camminiamo abbracciati fino a raggiungere la porta della mia camera che apro senza staccarmi dalle sue labbra. Ho paura che se lo lasciassi andare in questo momento, potrebbe dissolversi nell'aria. La sua bocca sa di menta e whisky, una combinazione insolita che però mi piace. Lentamente ci sdraiamo sul letto e continuiamo a baciarci.

È lui a fare la prima mossa, mi sfila il maglioncino lasciandomi con il mio reggiseno di pizzo. Si prende del tempo per guardarmi e ne approfitto per togliere la sua maglietta: ammiro il suo corpo muscoloso, le braccia tatuate il petto che si alza e si abbassa al ritmo dei sospiri concitati. Mi attira di nuovo a sé e ricomincia a baciarmi con trasporto. Mi era mancato tutto questo, mi era mancato sentirmi sua.

Mi sfila i pantaloni e io faccio lo stesso con i suo: restiamo con addosso solo la biancheria e tra di noi è come se non fosse cambiato nulla, non c'è imbarazzo. Si stacca e mi guarda negli occhi e io sento già la mancanza del suo contatto.

«Ti amo, piccola. Ti amo e ti ho sempre amato.» mi sussurra facendomi venire i brividi.
«Ti amo anche io. Così tanto.»
Non mi aspettavo che me lo dicesse subito, ma è tutto così naturale, la mia risposta è arrivata senza forzature, perché è quello che so di provare nel mio cuore.

Sa esattamente dove toccarmi per darmi piacere e con un rapido gesto mi sfila le mutandine e il reggiseno. Mi bacia, mi bacia dappertutto, le sue labbra calde bramano il mio corpo e io, sotto il suo tocco, mi sento viva. Sento quanto gli sono mancata, ci attiriamo come calamite, è inevitabile.

Lascia dei piccoli morsi sul mio fianco e succhia la mia pelle che immediatamente si arrossa. Le sue dita accarezzano il mio punto sensibile mentre io stringo la mano intorno alla sua erezione. Ci viziamo per qualche minuto, poi afferra preservativo e dopo aver strappato la carta con i denti se lo infila impaziente. In ogni suo gesto intravedo la passione, il desiderio di farmi provare piacere e il timore che io possa cambiare idea da un momento all'altro. Ma non potrei mai, non dopo aver sperato per tutto questo tempo che arrivasse questo istante.

Quando lo sento affondare dentro di me, un calore si diffonde in tutto il basso ventre. Si muove con spinte regolari e io gli vado incontro col bacino. Ansimo il suo nome tra un gemito e l'altro, mentre lui continua a penetrarmi. Mi bacia e io gli graffio la schiena. Sento arrivare il culmine del mio piacere e, quando Gordon si irrigidisce sopra di me, capisco che anche lui sta per venire. Ansimiamo entrambi e io mormoro il suo nome nell'orgasmo più bello della mia vita.

Restiamo a letto abbracciati, lui mi accarezza la schiena e mi bacia la testa più volte. Alzo il viso per fissare il suo e gli stampo un bacio sul mento. Mi sorride e quel semplice gesto mi scalda il cuore: era tanto che non vedevo quell'espressione così serena sul suo volto. Nessuno di noi dice una parola ma questo silenzio vale molto più di mille discorsi. È carico di emozioni e basta uno sguardo per capirsi.

Mi guarda negli occhi e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Il suo tocco è leggero e deciso allo stesso tempo, una cosa che ho sempre adorato. Gli passo le dita sulle labbra carnose.
«E comunque sì.» dico io rompendo il silenzio.
«Sì, cosa?» rispode lui abbastanza confuso.
«Sì, mi sei mancato anche tu.»
Mi stringe al petto più forte e continua a sussurrarmi dei dolci "Ti amo" che mi cullano facendomi addormentare.

💋SPAZIO AUTRICE 💋

Eccoci giunti alla fine del diciannovesimo capitolo di Energy.
Hanna non capisce cosa abbia portato Gordon a tornaresui suoi passi, finché lui non dichiara apertamente il suo amore. I due si sentono finalmente riuniti e passano insieme una notte di passione.
Sarà il lieto fine della loro storia d'amore?
O qualcos'altro si cela dietro quegli occhi magnetici?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Kde žijí příběhy. Začni objevovat