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Vedo i ragazzi dell'Energy in un piccolo gruppo sul marciapiede dietro al locale. Nate sta parlando con i poliziotti e io mi avvicino ai miei amici cercando di non dare nell'occhio. Ho reagito d'istinto, la tristezza ha avuto la meglio sul buon senso e mi sono precipitata davanti all'ingresso in lacrime incurante delle persone che mi osservavano stranite.

Preservare la mia finta identità da spogliarellista non era una priorità in quel momento e mi sono lasciata trasportare dalle emozioni. Gordon mi ha abbracciato, con la solita lucidità che lo contraddistingue, nascondendomi, con la sua corporatura massiccia, da occhi indiscreti. Mi ha preso per mano allontanandomi dalla folla e consolato, riportandomi alla realtà.

I ragazzi discutono tra di loro, visibilmente scossi.
«Ehi» li saluto flebilmente avvicinandomi. Spostano gli sguardi nella mia direzione e ricambiano tristi.
«Qualcuno di voi ha qualche notizia?» chiede Gordon continuando a stringere la mia mano.
«Dicono che non sia stato un incidente» spiega Jace.
«In che senso?» domando io.
«Qualcuno ha appiccato l'incendio, è entrato rompendo la vetrata con una mazza da baseball e ha cosparso tutto il pavimento e i mobili con della benzina e l'alcool delle bottiglie.»

Rimango stupita da questa informazione, pensavo semplicemente ad un corto circuito dell'impianto elettrico, e invece no: chi può avercela così a morte con questo posto? Un nemico di Nate? Di qualcuno di noi? Ottenere un qualche tipo di vantaggio economico dalla distruzione di questo locale? Qualche debito non saldato? Non so davvero cosa pensare, la mia mente è annebbiata, così come l'interno dell'Energy, invaso dal fumo e coperto di fuliggine.

Spero che, nonostante l'apparenza, i danni riportati non siano così gravi come sembrano ma ci vorrà comunque un bel po' di lavoro. Probabilmente i mobili all'interno sono andati distrutti, ma la struttura del locale è resistente, in mattoni, e quella non dovrebbe aver subito danni irreversibili. Attendiamo impazienti che Nate ci dia qualche notizia in più: spero che trovino il bastardo che ha fatto tutto ciò, lo sbattano in prigione e buttino la chiave della sua cella.

«I danni strutturali sono di lieve entità mentre l'interno è in pessime condizioni» afferma Nate quando si avvicina al nostro gruppo, confermando i miei sospetti. È triste ma nei suoi occhi leggo la determinazione di chi non vuole arrendersi.
«Ricostruiremo tutto nel minor tempo possibile e vi prometto che tornerete presto a ballare su quel palco o a lavorare dietro al bancone. Lascerò trascorrere il tempo necessario perché la polizia faccia le sue analisi e dia l'avvio alle indagini, dopodiché ci rimboccheremo tutti le maniche e faremo rinascere questo posto» prosegue risoluto senza darci il tempo di controbattere.

Non che qualcuno intendesse farlo. Adoro questo suo aspetto ottimista, sempre in grado di infondere energia e motivazione a chi lo circonda.

Si alzano gridi di gioia e di speranza dal nostro gruppetto, determinati più che mai a non mollare. Nessuno di noi si staccherà, anzi, ci uniremo ancora di più per essere più forti.

«E del colpevole nessuna notizia?» chiede Liam esprimendo i pensieri e le domande di tutti.
«Non si sa ancora nulla, ma le telecamere hanno filmato tutto e non ci metteremo molto ad individuare quel farabutto» risponde con una vena di rabbia nella voce.

Consolati da questa informazione, riusciamo a tirare un sospiro di sollievo. Non perché la situazione sia migliore, ma ora abbiamo la consapevolezza che presto riusciremo a risolverla.

Io e Gordon decidiamo di tornare a casa: il tempo non è dei migliori ed é inutile restare in questo parcheggio a fissare lo scheletro bruciato del nostro locale. Il tragitto fino all'appartamento è silenzioso e cupo.

Gordon non dice una parola, è strano, lui è di solito quello che riesce ad avere un pensiero positivo anche nei momenti peggiori. Penso sia triste, proprio come me, si era già affezionato a quel posto, ed era appena riuscito ad entrare a far parte della nostra famiglia.

Arrivata a casa mi fiondo nella doccia, voglio togliere l'odore di fumo e lo strato di fuliggine che ricopre il mio corpo, ricordandomi in continuazione la tragedia che ha colpito la mia seconda casa. Lascio che l'acqua calda sciolga i miei nervi e calmi il mio spirito furioso e arrabbiato, adirato contro colui che ha rovinato una cosa così bella.

Mi asciugo ed esco dal bagno e immediatamente un delizioso profumo di formaggio pervade i miei sensi.
«Ho preparato la cena, spero non ti dispiaccia» esclama Gordon con un flebile sorriso. Adoro questo suo modo educato di chiedere sempre il permesso, mi fa sentire speciale. Solo in questo momento mi accorgo di avere veramente fame: è da stamattina che non metto qualcosa nello stomaco, abbiamo saltato il pranzo, troppo sconvolti dalla notizia dell'Energy.

E ora questo profumino ha aperto una voragine nella mia pancia.
«Dispiacermi? Sono piacelvolmente colpita» ribatto poggiando le mie labbra sulle sue in un dolce bacio. Lui ricambia e mi stringe più forte a sé.
«Mi dispiace» mi sussura ad un orecchio e capisco di cosa sta parlando. Non perché se ne faccia una colpa ma perché capisce cosa significa perdere il posto che ha fatto da casa alla mia rinascita. Non servono molte parole inutili, basta quella semplice frase.

Divoro le polpette al formaggio senza lasciare nemmeno una briciola, sono davvero deliziose e sono stupita dalle doti culinarie di Gordon, che non mi ha mai rivelato.
Ci accoccoliamo sul divano, sono esausta, oggi è stata una giornata lunghissima e impegnativa. Non credo riuscirò a dormire comunque nonostante la stanchezza. Dopo poco, sentiamo bussare alla porta.

«Vado io» dice Gordon sollevandosi e gliene sono grata poiché non ho alcuna voglia di alzarmi.
«Possiamo?» la voce di Liam rieccheggia nell'ingresso una volta aperta la porta. Gordon lascia entrare lui e un'altra persona che poi scopro essere Bruke.

«Ehi, dolcezza!» esclama Bruke, una volta raggiunto il divano.
«Che ci fate qui?» chiedo rivolgendomi ai miei amici.
«Bruke non poteva restare a casa, perché è venerdì, i suoi genitori si sarebbero insospettiti troppo se non fosse andata a lavorare, soprattutto perché la notizia dell'Energy è trapelata su tutti i giornali» spiega Liam.
I genitori di Bruke sono convinti che lavori in un pub da anni ormai e non ha mai passato un venerdì sera non al lavoro.

«Così sono andata da Liam, non volevo disturbare voi due piccioncini, ma quando sono arrivata lui se ne stava andando sbattendo la porta, e abbiamo deciso di venire qui» continua Bruke mentre vedo Liam rabbuiarsi. Gli stringo la mano e lui ricambia con un flebile sorriso.

I suoi genitori non vanno d'accordo da tempo ormai, suo padre beve da quando lui era piccolo e lo ha sempre incolpato di qualsiasi cosa negativa accadesse in casa. È cresciuto grazie alla madre che lo ha sempre amato più della propria vita e lui si è sempre schierato contro il padre per difenderla. Le discussioni sono all'ordine del giorno e lui nell'Energy ha trovato la pace.

Vedo Gordon tornare con quattro birre e una ciotola di pop-corn. È di buon umore e io sono contenta di vederlo finalmente così spensierato. Lo stesso non si può dire di me che sembro essere il suo esatto opposto in questo momento, sdraiata sul divano e poco reattiva. È bello che Liam e Gordon riescano a restare nella stessa stanza senza lanciarsi frecciatine o incenerirsi a vicenda con lo sguardo.
«Film?» esclama e tutti e tre acconsentiamo.

🍎SPAZIO AUTRICE🍎

Eccoci giunti alla fine del trentunesimo capitolo di Energy.
I ragazzi dell'Energy sono disperati per l'accaduto ma Nate li rincuora e li motiva a non arrendersi. Intanto però scoprono che non è stato un semplice incidente.
Chi sarà stato e perché?
Cosa voleva ottenere?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora