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*In foto Ryan*

Percorriamo la strada fino alla macchina in silenzio, e lo stesso per il tragitto. Non so dove mi stia portando. Parcheggia in un posto che sembra isolato dal mondo e mi chiede se mi va di passeggiare nel parco vicino. Ho proprio voglia di camminare, per schiarirmi le idee e per cancellare l'immagine di Gordon con quella tipa, quindi annuisco.

Il viale centrale del parco è di ghiaia e ho paura di scivolare con i tacchi alti.
Ryan afferra la mia mano e mi conduce vicino all'erba. «Toglile» dice indicandomi le scarpe. Slaccio i cinturini e le sfilo e anche lui fa lo stesso con le sue. L'erba fresca ricoperta di rugiada mi fa rabbrividire ma appena mi abituo la sensazione è bellissima: è morbida e mi solletica la pelle.

Camminiamo per qualche minuto in silenzio. Penso che sia giunto il momento di rivelare a Ryan quello che faccio per vivere. Ora siamo soli, lontani dal frastuono e dai clacson della città. Sento che è il momento giusto per dirgli la verità.

«Ryan devo dirti una cosa.»
«Dimmi» risponde educato.
«Avevo le mie ragioni per tenertelo nascosto ma penso tu abbia il diritto di saperlo prima che... insomma... il nostro rapporto cambi» resta in silenzio e lo prendo come un invito a continuare. «Riguarda il mio lavoro. Ecco io sono una ballerina. Una spogliarellista per la precisione e...» non riesco a finire la frase poiché Ryan mi zittisce con un bacio.

È un bacio tenero e lo ricambio volentieri imponendomi di provare qualcosa. Appena le mie labbra si schiudono, la sua lingua si fa strada nella mia bocca, non prepotentemente, ma quasi chiedendomi il permesso e muovendosi con dolcezza a contatto con la mia.

Vorrei sentire qualcosa, vorrei sentire il fuoco come quello che divampa in me ogni volta che Gordon posa quei magnifici occhi acquamarina su di me. E invece non sento niente. È un bel bacio, non posso negarlo, le sue labbra sono morbide, ma non provo nessun tipo di emozione. Non è la bocca incontrollabile di Gordon che tenta di assaporare ogni millimetro di me. Non c'è passione, trasporto, sentimento. Almeno da parte mia.

Mi allontano e lui sembra non capire.
«Non voglio correre troppo» mento con un sorriso.
«Scusami, mi sono lasciato prendere. La tua confessione mi ha stupito ma volevo farti capire che non avrebbe cambiato nulla del modo in cui ti vedo.»
Gli sorrido riconoscente. Avevo paura che non capisse, che mi piantasse lì da sola in quel parco, lontana da casa e dal centro città. Invece mi ha baciata, con un bacio che probabilmente per lui ha avuto qualche tipo di significato.

Non voglio deluderlo, quindi non dico nulla ma mi sento comunque una merda. Io non ho provato niente mentre lui probabilmente starà fantasticando su un possibile futuro con me.
Parliamo per il resto della serata e per un paio di ore riesco a dimenticarmi della faccenda di Gordon.

«Torniamo indietro?» dice lui ad un certo punto.
Effettivamente camminiamo da parecchio e il tempo è volato. Annuisco e ci avviamo alla macchina. Quando arriviamo al mio condominio gli do un bacio sulla guancia e lo saluto.

Sono contenta della serata ma adesso che sarò in quel letto da sola sarà inevitabile correre con la mente a Gordon e alla sua accompagnatrice bionda. Lui che stanotte ha dormito e abbracciato me, stasera era a cena con una sventola. Buon per lui. Salgo le scale, mi fanno male i piedi e sono congelati dopo aver camminato nell'erba fredda in autunno inoltrato.

Quando arrivo davanti alla porta del mio appartamento vedo nel buio una figura appoggiata al muro, seduta per terra. Per un attimo si fa strada in me l'idea che il ciccione che mi ha aggredito abbia trovato la mia casa ma poi quel pensiero mi sembra assurdo. Quando accendo la luce, gli occhi grigioazzurri di Gordon si posano su di me. Sono rossi, come se avesse pianto. Il mio cuore sobbalza.

«Sei rimasto con lui tutto questo tempo?» chiede con voce tremante. Cosa diavolo ci fa qui? Mi fa tenerezza con quell'aria da cucciolo spaurito sul volto. Ma voglio rimanere ferma sulla mia posizione.
«E tu sei rimasto con lei tutto questo tempo?» chiedo sarcastica.

È un po' ipocrita da parte sua farmi questa domanda senza che io la rigiri contro di lui.
«Non è come pensi, Hanna.»
«Allora come è, Gordon? Perché continui a ripetermi che non è come sembra ma non mi spieghi come stanno le cose! Non sono stupida, dì quello che devi dire.»

«Quella con me al ristorante è un'amica, anzi nemmeno quello. È la proprietaria della casa discografica che mi darà una mano con il disco se le cose andranno in porto» spiega. Mi sento un po' in colpa per aver pensato che fosse la sua ragazza. E per aver baciato Ryan.
«Non mi devi delle spiegazioni» rispondo con finta noncuranza.
«E invece sì, perché ho visto il tuo sguardo quando mi hai notato. Quando ci hai notati.»

Abbasso lo sguardo imbarazzata, sarebbe inutile negare.
«In ogni caso non sono affari miei, non è una faccenda che mi riguarda.» Faccio per superarlo e infilare la chiave nella toppa della porta ma mi ferma e afferrandomi un polso, senza però farmi male, mi gira verso di lui.

Sembra ferito dalle mie parole ma é stato lui a dire che avremmo potuto rimanere amici. Sapevo non sarebbe stata una buona idea.

«Invece ti riguarda. Ho visto che ci sei rimasta male.»
«E allora? Anche se ci fossi rimasta male non avrei alcun diritto di venirti a dire con chi puoi uscire. Lo hai detto tu stesso che vuoi rimanere mio amico quindi non verrò...» e per la seconda volta in questa sera vengo zittita da un bacio.

È un bacio familiare, le sue labbra si fondono alla perfezione con le mie. Le schiudo subito e la sua lingua si infila con decisione nella mia bocca accendendo un fuoco dentro di me.

Il calore si diffonde in tutto il corpo, lui mi afferra per i fianchi e mi avvicina a sé in un bacio che vale molto più di mille parole. Mi accarezza la schiena e io avvolgo le braccia intorno al suo collo, mentre con una mano gli afferro i capelli spettinati.

Mi spinge contro il muro e continua a baciarmi, senza staccarsi nemmeno per prendere fiato. Quanto mi era mancato. Un brivido mi percorre il basso ventre e lo attiro ancora di più a me. Ci fermiamo e resto un attimo a guardare le sue labbra rosse, gonfie dei miei baci.

Senza dire una parola si stacca da me, come disorientato e stordito, raccoglie la giacca che aveva lasciato per terra, mi dà un bacio sulla fronte, e corre via.

🦁SPAZIO AUTRICE 🦁

Eccoci giunti alla fine del tredicesimo capitolo di Energy.
Hanna, dopo la cena con Ryan, si reca con lui a fare una passeggiata alla fine della quale la bacia inaspettatamente. Quando arriva davanti alla porta del suo appartamento trova però Gordon il quale, a sua volta, la bacia.
Cosa pensa Hanna di questa situazione?
Chi scegliere tra i due?
Gordon è confuso, e a quanto pare nemmeno lui sa decidere.
Cosa succederà?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Where stories live. Discover now