7.

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Mi strucco in macchina mentre Liam aspetta il gelato nella gelateria davanti a cui siamo parcheggiati. Il pesante trucco è colato dopo tutte quelle lacrime ed ero inguardabile; mi sento appicicosa e voglio cominciare a lavar via i resti di questa terribile serata da dimenticare.

Comincio a intravedere la mia pelle arrossata sotto lo strato di fondotinta che la copriva. Quando ho finito sono abbastanza soddisfatta del risultato anche se rimango comunque in uno stato pietoso. Gli occhi sono rossi e gonfi, iniettati di sangue, bruciano per tutte le lacrime versate in un lasso di tempo così breve.

Arrivata nel mio appartamento faccio accomodare Liam sul divano. Viene qui spesso da quando ci conosciamo e ormai questa è anche un po' casa sua. Vado a farmi una doccia veloce, voglio lavarmi via la confusione che la visione di Gordon mi ha provocato. Gli dico di cercare qualcosa di bello da vedere su Netflix mentre mi lavo.

Una volta asciutta, pulita e profumata torno in salotto e mi sento già meglio, anche se il peso che avverto sul cuore non accenna ad andarsene. È come un pesante macigno fatto di parole non dette, sguardi che si incrociano e cuori che collidono.

Mi accoccolo sul divano di fianco a Liam il quale è già andato a prendere una coperta nell'armadio e due cucchiai per il gelato. Non parlo molto e lui mi lascia il mio spazio. Quando mi siedo mi fa appoggiare a sé e mi dà un bacio tra i capelli. Domani gli racconterò tutto ma ora mi godo il tepore delle sue braccia in contrasto col freddo del gelato.

Il sole filtra dalle tende del soggiorno e mi costringe a svegliarmi. Sono ancora sdraiata addosso a Liam, finiscono sempre così le nostre serate. Ricordo che ieri notte si è fatto una doccia e, mentre lo aspettavo per finire il film, mi sono addormentata. Una notte senza sogni che mi ha permesso di essere riposata e in pace con me stessa. Ma non appena mi ritornano alla mente le immagini della sera precedente, il mio umore si rabbuia.

Non posso mettermi a piagnucolare di nuovo, devo reagire e tenermi occupata in qualche modo. Guardo l'orologio: sono le undici e trenta della mattina, penso che eviteremo di fare colazione e passeremo direttamente al pranzo.

Non ho intenzione di mangiare fuori un'altra volta, quindi lascio Liam a dormire sul divano e gli rimbocco le coperte. Non sono una grande cuoca ma mi so arrangiare. Oltretutto a volte mi piace sperimentare. Mentre aspetto che gli spaghetti cuociano preparo la tavola e sento il mio telefono vibrare.

Un messaggio di Bruke che mi chiede se io e Liam avessimo intenzione di pranzare fuori. La invito a casa e ringrazio il cielo di aver abbondato con la pasta. Una volta scolata la faccio saltare con la salsa al pomodoro e qualche foglia di basilico. Non è una ricetta complicata, e ricordo che la nonna di Gordon la preparava sempre quando andavo da lei a mangiare.

«Ma cos'è questo delizioso profumino che sento?» biascica Liam dal divano con la voce ancora impastata dal sonno, distraendomi dalla mie reminiscenze del passato. Nel frattempo sento il campanello trillare e la voce di Bruke risuona pimpante al citofono:  «Aprimi, si gela!»
Schiaccio il pulsante per aprire la porta e mentre aspetto che salga metto gli spaghetti nei piatti.

«Sono contenta di non mangiare fuori anche oggi» ammette Bruke.
«Dovresti venire più spesso» le rispondo schiacciandole l'occhio.
Mentre tutti mangiamo nessuno spiccica parola, finché non sono io a rompere il silenzio.

«Gordon» attacco io senza aggiungere altro.
«Gordon cosa?» chiede Liam irrigidendosi.
«Era lui ieri che ho visto dal palco.»
Per poco Bruke non si strozza con l'acqua.

«Che ci faceva da quelle parti?» chiede Liam in tono duro.
Scuoto la testa: non ho idea di cosa ci facesse lì, probabilmete voleva divertirsi un po'.
«Beh ma non ti avrà riconosciuta» dice Bruke, come se fosse un'ovvietà.

«Non lo so, ho l'impressione che sapesse esattamente chi io fossi, ma non è quello il problema» dico io.
«Allora quale è?» chiede Bruke impaziente.
«Mi ha fatto male vederlo, sapere che stavolta non era solo un sogno, ma ce l'avevo lì davanti in carne ed ossa. Credevo di essere pronta, di non provare nulla per lui ma a quanto pare l'ho pensato solo io» proseguo io. «E scusami Bruke, per aver rovinato il nostro numero. Non mi sarei dovuta fermare così di colpo.»

«Ehi, sono cose che capitano non azzardarti a scusarti di nuovo, non siamo dei robot» risponde Bruke comprensiva. Le sono grata per queste parole. Sono quelle che sto cercando di ripetermi da ieri sera, eppure il senso di colpa attanaglia il mio stomaco.

«Sono così confusa: una parte di me vorrebbe che lui sapesse chi sono dietro quella maschera, che capisse che ce l'ho fatta, libera e lontano da tutti. L'altra parte invece ha paura del suo giudizio, teme che potrebbe pensare brutte cose sul mio conto.» spiego.

«E da quando in qua ti interessa il parere di uno stronzo?» replica Liam irritato.
«Non essere così duro! Forse ti dimentichi che sono io quella che lo ha lasciato!» sbotto.

«E forse tu dimentichi che lui non ha nemmeno provato a cercarti o a farti ragionare. Se ci teneva così tanto avrebbe combattuto per te, non sarebbe scomparso nel nulla. E invece non ci ha pensato due volte, ti ha voltato le spalle, senza mai informarsi sul cosa ne fosse stato di te. Potevi essere morta per quanto ne sapeva lui. E mentre tu piangevi disperata per lui, chissà dove era lui.» Le parole di Liam bruciano come tizzoni sulla mia pelle e so che per certi aspetti ha ragione. Non era ciò che speravo di sentire ma non si può dargli torto.
«Non funziona sempre così» replico sottovoce liquidando l'argomento.

Il pranzo termina senza ulteriori discussioni e Bruke propone di andare al centro commerciale prima delle prove. Liam ci dice che deve fare dei lavori casa e che ci aspetta direttamente all'Energy, anche se sospetto ce l'abbia con me per motivi a me sconosciuti. Io sono contenta di distrarmi un pochino con qualcosa di diverso quindi accetto volentieri.

Il centro commerciale è affollato essendo domenica pomeriggio, ma riusciamo comunque a destreggiarci tra la folla e acquistare qualcosa. Non parliamo più di Gordon e sono contenta di ciò. Mi aiuta a concentrarmi su me stessa e sulle mie priorità.

Sono ancora turbata dopo averlo visto ieri e una serie indefinita di emozioni si susseguono dentro di me. Non saprei dar loro un nome ed è anche questo che mi dà fastidio: il fatto che lui, nonostante tutto questo tempo, riesca a scatenare un tornado dentro di me, esattamente come la prima volta che l'ho visto.

Quando arrivo all'Energy un brivido mi percorre tutta la spina dorsale. Sento ancora i suoi occhi addosso che mi trafiggono e studiano ogni lembo della mia pelle.

Spero vivamente che stasera non sia nel pubblico. L'ho visto ieri per la prima volta dopo un anno e mi è bastato per farmi venire un crollo emotivo. Non sopporterei rivederlo anche stasera. Non so perché. Forse perché vederlo ieri ha risvegliato qualcosa in me. Forse perché ancora non sono riuscita a dimenticarlo del tutto. Forse perché provo qualcosa per lui. Forse perché lo amo ancora.

🍔SPAZIO AUTRICE 🍔

Eccoci giunti alla fine del settimo capitolo di Energy.
Hanna si è rispresa dalla batosta, ma rimane comunque molto dubbiosa riguardo ai suoi sentimenti verso Gordon. Liam invece è fermo sulla sua posizione, deciso a non perdonare Gordon.
Come giudicate la sua reazione, esagerata o giusta?
Sarà semplicemente preoccupato per Hanna o nutre un interesse nei suoi confronti?
La gelosia lo avrà spinto a dire quelle cose?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora