XCII. - L'ingresso segreto

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Dodici ore prima

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Dodici ore prima.

La strada verso la foresta di Verdiana era sgombra, la notte fredda e luminosa. Ero calma, nonostante una piccola parte di me si rendesse conto di quanto fosse pericoloso. Pensai che fosse per l'alcool, e cercai di non farci caso, anche se il suo effetto lentamente stava svanendo. 

Non c'era nulla di cui preoccuparsi, no? Dovevo solo seguire il piano. Un piano "geniale" a detta di Alessandro. Eppure, dopo trentacinque minuti, ero ancora lì.

- Né io né Claudia sappiamo qual è la strada. Come credi che riusciremo ad arrivare alla Fenice? – gli avevo chiesto, tesa come la corda di un violino mentre mi costringeva ad uscire dall'auto.

- Non ti preoccupare Capuano. Appena il coglione la lascia qui percorrerete la strada insieme, come avevamo deciso.

- Non voglio farlo! – Ero nel panico. Lui mi aveva risposto con la stessa durezza.

- È un po' tardi per ripensarci, non credi? Non hai altra scelta, Capuano. Anzi, una ce l'hai: tornartene a piedi a casa. È l'unico piano che abbiamo.

Erano spariti prima che mi rendessi davvero conto che ero da sola, su una strada di campagna, al freddo, desiderando più di qualunque cosa di essere al caldo del mio letto.

Le ginocchia tremavano. Mi sentivo stupida per aver dato retta a tutti loro. Avrei dovuto farmi accompagnare a casa, non farmi coinvolgere in tutto questo solo per ottenere finalmente le informazioni che volevo. Con i piedi doloranti, afferrai la recinzione della villa vicina. 

Anche con la giacca stretta a me non sentivo altro che freddo nelle ossa. Mi rannicchiai seduta davanti alla recinzione, sulla strada, sperando che nessuno mi vedesse. Ma erano quasi le due di notte, e sembravo l'unico essere vivente nel raggio di chilometri. 

Poco dopo l'impianto di irrigazione della villa partì. Mi alzai di colpò e iniziai a correre, spostandomi dall'altro ciglio della strada. Perfetto, adesso ero anche fradicia. Iniziai a battere i denti dal freddo. Sentii il calore delle lacrime che volevano a tutti i costi uscire. 

Mi sforzai di trattenerle il più possibile, invano. Alessandro mi aveva lasciato lì, da sola, promettendomi che Claudia sarebbe arrivata. Nessuno sapeva dove mi aveva lasciato, io stessa non avevo sentito mentre effettuava quella chiamata. 

Era chiaro, mi aveva lasciato lì a morire assiderata. Sarei morta con quel freddo. Sarei morta e nessuno avrebbe mai scoperto che era stato lui. No. Avrei chiamato aiuto. Jade. Jade mi avrebbe coperto e sarei tornata a casa mia, al caldo, senza che nessuno venisse a conoscenza di quella storia.

Alessandro cospirava con Buljat e insieme facevano parte di un gruppo punitivo per il gruppo A della Fenice. Nonostante non riuscissi a capire i motivi che avevano spinto il ragazzo a ribellarsi all'accademia che l'aveva cresciuto e soprattutto ad allearsi con i nostri nemici, non potevo fare altro che prenderne atto.

La Fenice #1 [La Fenice Series]Where stories live. Discover now