V. - Una proposta

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La segreteria sportiva dello Sporting Club Verdiana era una stanza angusta sotto il porticato, un anonimo spazietto dalle pareti bianche e dal pavimento a piastrelle rivestito da una patina rossastra da tempo immemore. Sulle pareti erano posizionati sempre gli stessi poster consumati; una grande mensola bianca sembrava reggersi a fatica per il peso di coppe e medaglie appoggiate alla rinfusa. C'era una strana luce gialla perennemente accesa, l'unica finestra presente era troppo piccola per illuminare la stanza. Il maestro Holm non si trovava quasi mai lì dentro. Passava le giornate a tenere corsi e a guardare i suoi ragazzi, odiava rimanere seduto su quella sedia nera e bitorzoluta.

Più che una segreteria, quello spazio sembrava un magazzino. Un'accozzaglia di oggetti "utili", ma senza alcuna relazione l'uno con l'altro. La scrivania di legno chiaro riempiva quasi tutto lo spazio, sempre stracolma di carte. Sull'armadietto grigio della parete a destra c'era una vecchia macchinetta del caffè che non avevo mai visto funzionare. A sinistra c'era un carrello della spesa pieno di palline gialle e consumate. La pratica comune era quella di prendere uno dei secchi di vernice impilati sotto la finestra, di riempirlo di palline ed entrare in campo.

Il maestro non aveva l'aspetto di un uomo così anziano. Era magro e alto almeno due metri. Aveva la pelle liscia e abbronzata, su cui comparivano due piccoli e luminosi occhi chiari. Aveva sempre tenuto i capelli bianchi nascosti sotto un cappellino nero e non c'era un giorno in cui non indossasse una tuta. Non salutava mai, o meglio, iniziava una conversazione senza inutili preamboli e giri di parole. Allo stesso modo, quando finiva di parlare con qualcuno, alzava i tacchi e se ne andava, cogliendo l'interlocutore completamente di sorpresa.

- Ciao mae... -

- Ho una grande notizia per te. – disse con il suo solito accento del nord.

Mi sedetti sull'unica sedia libera, di fronte a lui. Sull'altra erano accatastate delle riviste sportive.

- I tuoi progressi sono stati magnifici. Lo sai che ho sempre creduto in te, ma non avrei mai immaginato potessi migliorare così tanto. Ecco perché ho una proposta per te –

Prese un foglio e me lo consegnò con un sorriso stampato sul volto.

- So che sei ormai tesserata per la Fenice da molto tempo, ma ho pensato ti potesse far piacere sapere che ti ho preso comunque in considerazione –

Fece una pausa mentre io iniziavo a leggere. Era un contratto.

- Ho deciso di provare a fare quel salto che non ho mai fatto in questi anni. Voglio iscrivere la squadra in serie C. E vorrei che il capitano fossi tu –

- Sul serio? – rabbrividii al solo pensiero – Perché? -

- Ma certo, sul serio! Sul perché... non so. Ho pensato che questo fosse il momento giusto – sorrise.

- Non so cosa dire - Sentii le guance avvampare.

- Avrai tutto il tempo di pensarci. Ho pensato che alla Fenice solo le ragazze del gruppo A giocano in serie C, e in questo modo avresti potuto considerare l'idea. Vorrei solo darti una possibilità in più –

Cercai di ribattere, ma mi anticipò.

- Lo so, non posso paragonarmi alla Fenice. Ma sai come si dice... anche nello sport a volte ci sono i casi di Davide e Golia –

- Credo di doverci pensare un secondo – risposi titubante. Cosa stava accadendo?

- Certo, pensaci pure quanto vuoi – rispose – Ti conosco, valuterai tutte le opzioni -

- Ma credo che potrei farlo – risposi di getto. Il maestro rimase sorpreso.

– Io... devo valutare la situazione. Ma in fondo, se mi concederanno di cambiare tesseramento... Sì, penso che potrei giocare in serie C –

La Fenice #1 [La Fenice Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora