LV. - Benvenuta nel nostro mondo

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I giorni passavano veloci, gli allenamenti proseguivano estenuanti, ma non rinunciavo a percorrere le strade del labirinto. 

Anche il giorno dei Midseason, le exhibition di metà stagione e le più importanti dell'anno, avevo deciso di liberarmi delle interviste pre-evento e del fastidio dei giornalisti riscaldandomi lì, nel silenzio più assoluto. 

Ora capivo perché Giulia spariva sempre prima dell'inizio dell'exhibition. Fuggiva da tutto quel rumore, da tutto quel chiacchiericcio terrificante di giornalisti, agenti, preparatori atletici, dirigenti e spettatori.

Fuggiva, e si riscaldava sulle dune aride delle hills, vuote durante le exhibition e ben lontane dal cardo affollato.

All'inizio, dopo l'incontro con le ragazze del B1, avevo deciso di rinunciare ad entrare nella foresta.

Non mi era mai piaciuto particolarmente e quell'incontro non era stato certo piacevole. Ma poi avevo cambiato idea: qualsiasi cosa tramassero, non potevano minacciarmi. 

E girare per il labirinto avrebbe aumentato la probabilità di incontrare di nuovo quelle due ragazze, per capire finalmente cosa tramavano. Questa volta non mi sarei fatta trovare impreparata.

Io e Lucri eravamo ormai come sconosciute, e più lo pensavo più non riuscivo a crederci.

Il piano per diventare la "nuova Beatrice" procedeva a rilento, ma non demordevo. Dovevo solo cercare di riprendere gli sponsor che mi avevano abbandonato dopo la diffusione del video dello spogliatoio, lavorare duro aspettando la stagione dei tornei e aspettare che la mia punizione in compagnia di Orlando passasse in fretta.

Jade si stava impegnando molto per trovarmi nuovi ingaggi, e adesso le prime pubblicità a cui avevo partecipato cominciavano a farsi largo.

Non avevo più partecipato ad una conferenza stampa da allora, e ogni volta che pensavo alle mie exhibition, il pensiero andava fisso su quello.

Il terrore di ritrovarmi di fronte a quella folla nuovamente mi faceva stare male.

Dovevo piacere alla gente. Dovevo fare in modo che facessero il tifo per me. Gli sponsor, per la permanenza in quel gruppo, non erano più un optional.

In quei freddi giorni di Febbraio stavo iniziando a capire che anche io avevo bisogno di pubblicità per assicurarmi un futuro in quel gruppo, per quanto stancante o umiliante a volte potesse essere. 

Se mi avessero detto, settimane prima, che un giorno sarei giunta a quel punto, non ci avrei creduto. Ma il dubbio che il mio calendario di Gennaio fosse vuoto a causa del mio atteggiamento fuori dal campo e non per un capriccio di Cresci iniziava a farsi largo sempre di più.

Il rovescio non andava. Più spingevo, meno sentivo dentro di me la carica esplosiva che mi aveva sempre contraddistinto.

Davo la colpa a Cresci e al suo movimento cambiato, ad Orlando e a tutto quello che aveva fatto per rovinarmi la vita, al pensiero martellante della guerra tra TCI e Fenice, ma sapevo che il motivo era solo uno.

Quel fuoco che avevo dentro di me, quella passione che si accendeva ogni volta che entravo i campo, la forza che esplodeva nella mia testa ogni volta che colpivo una pallina, ora non sembrava che carbone rinsecchito dopo un falò.

Per quanto Orlando stesse cercando di mettermi i bastoni tra le ruote, non c'era lui quando affrontavo le mie avversarie in campo.

Per quanto odiassi Riccardo e i suoi silenzi, Sarah e il B1, era solo colpa mia se ogni volta che entravo in campo non vedevo che tante righe bianche su uno sfondo azzurro.

Mentre mi recavo verso il labirinto incrociai Sarah. Era stata incredibile la sua trasformazione. Era vero: non ci si poteva mai fidare delle apparenze. Ma adesso tutto era chiaro.

La Fenice #1 [La Fenice Series]Where stories live. Discover now