XI. - L'ultimo ostacolo

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- Beatrice Capuano, dico bene? –

Barbara Koll. La mia stilista.

Poco più che ventenne, aveva vinto il concorso per aspiranti stilisti di Vogue ed era diventata una sorta di nuovo punto di riferimento nel mondo della moda. Angela semplicemente la idolatrava.

Fece una sorta di sorriso, che sembrava più una smorfia per mettere in risalto le labbra scure. Mi squadrò senza cercare di nasconderlo. I capelli castani erano tenuti all'indietro da una coda liscia e lucida, i lati spigolosi del volto erano evidenziati da un trucco scuro e pesante. Mi condusse al centro di quella stanza gigantesca, dove i suoi assistenti cominciavano a trascinare porta grucce carichi di vestiti e scarpe.

– Certo che avremo un bel da fare qui, eh ragazzi? – Il suo staff convenne mascherando una risata.

- Come? – bisbigliai con un filo di voce.

- Sono Barbara, sarò la tua stilista e consulente di immagine –

La sua voce era inespressiva, e quasi non riuscivo a capire cosa dicesse.

- Ti spiego in due parole cosa succede. Questo per te potrebbe essere un mondo un po'... – diede nuovamente un'occhiata al maglione grigio e ai jeans - ...inesplorato. Lascia che ti dica come stanno realmente le cose: da quando entrerai a far parte di quel gruppo, automaticamente quello che indosserai e come ti presenterai sarà soggetto a una costante critica. Penserai che non sia importante, ma la verità è che molta gente non darà importanza a ciò che dirai. Pensa solo agli screen esposti in tutta la Casa: la maggior parte di essi ha il muto. Ma la tua immagine, la tua immagine sarà ciò che davvero non dimenticheranno. Che tu stia ritirando il giornale in pigiama o ti sia presentata ad una serata di gala, dovrai sempre essere impeccabile, perché la maggior parte del pubblico si baserà sul tuo modo di presentarti in campo e fuori. Io mi occuperò del tuo aspetto costantemente: dal trucco, ai capelli, ai vestiti. –

- Non sono stata mai una fan del trucco, in realtà –

- Non mi stupisce... – i suoi segugi scoppiarono di nuovo a ridere.

– Ma non è molto importante che tu lo sia. Io sono qui per farti apparire nel migliore dei modi senza cambiare la tua personalità. È sempre questo il problema: all'inizio non volete mai cambiare, volete rimanere voi stessi, avete paura che qualcuno vi dica cosa dovete essere contro la vostra volontà... bla bla bla. Tutte cose molto meritevoli. Ma lontane da questo mondo. Non siamo noi a cambiare voi, siete voi che cambiate senza rendervene conto. Non è colpa vostra: questo è un mondo che ti cambia, è necessario che accada. Ma non sarà certo il tuo staff a farlo, anzi. Noi cercheremo di limitare i danni finché siamo in tempo –

Immaginai che Barbara avesse preparato quel discorso di fronte agli esempi presenti nel gruppo A, così come aveva fatto prima Jade. Ma non riuscivo a rispecchiarmi in quelle parole. Barbara non mi conosceva, così come Jade. Se avessero saputo che tipo ero non avrebbero sprecato il loro tempo.

- Ho parlato con la signora Moore, mi ha spiegato quel è il progetto. Oggi ci occuperemo di definire i primi suggerimenti per la serata dell'Opening. Mi auguro che tu sappia che il tuo stile... sportivo non sarà ben accetto in questo tipo di occasioni. Ti suggerisco quindi di collaborare affinché possiamo raggiungere gli obiettivi proposti velocemente –

Davanti a me comparvero i cinquanta abiti che Barbara aveva preselezionato. Deglutii, cercando di nascondere la soggezione che quel guardaroba metteva su di me. Le quattro ore successive furono un martirio. Non feci altro che provare e riprovare, sfilare, indossare, volteggiare davanti a quello stuolo di perfetti sconosciuti, vergognandomi da morire, mentre la mia stilista urlava come un'invasata e impartiva ordini. Jean Claude, Jean Jacque, o qualunque fosse il nome dell'hair-stylist non faceva altro che tirarmi i capelli, dopo aver trascinato almeno quindici teste di manichino con acconciature diverse per tutta la sala. Quando si aggiunse la truccatrice fu ancora peggio. Sembrava morisse dalla voglia di picchiare qualcuno, perché continuava a strattonarmi, alzarmi e abbassarmi, farmi scuotere la testa in maniera improvvisa e dolorosa. Barbara nel frattempo parlottava con i suoi collaboratori in un angolo, volgendo sguardi accigliati nella mia direzione.

La Fenice #1 [La Fenice Series]Where stories live. Discover now