LXIV. - Un nuovo viaggio

366 50 25
                                    

La stazione dei Super Veloci di Verdiana era quieta e silenziosa, e non perché i mezzi fossero fermi. Gli SV, i treni ad alta velocità che avevano sostituito la maggior parte dei treni e dei mezzi pubblici, avevano un fruscio quasi impercettibile. 

La poca gente presente sembrava muoversi a rallentatore, sotto la pioggerella fitta che inondava le rotaie e i treni fermi. Guardavo fissa il profilo dello scintillante SV davanti a me. Non aspettai molto prima che arrivassero i miei compagni di squadra, ma avevo già avuto il tempo di caricare la valigia e il borsone. 

- Mi dispiace non poterti accompagnare, ma sai che la situazione è complicata - disse Jade con lieve apprensione.

- Se questo meeting mi varrà la famigerata copertina di Teen Vogue... Non potrei assolutamente chiederti di accompagnarmi - le feci il verso. Erano giorni che parlava di quell'incontro con la signora Shaffer.

Orlando arrivò per ultimo, quasi fuori tempo massimo, accompagnato dalla sua agente, con cui si era riappacificato. Una donna bellissima, alta, bionda ed elegante.

L'SV che la Fenice aveva prenotato per noi era gigantesco. Gli spazi erano grandi, bianchi e puliti. Gli arredi essenziali e scultorei. Dopo qualche passo feci il mio ingresso nel primo vagone. Il soggiorno, ampio ed elegante, era pavimentato con lastre di cemento beige chiaro e circondato da lucidi pannelli di legno.  

La sala ristorante aveva diversi tavolini rivolti verso le finestre e un grande elemento al centro dalle forme sinuose, su cui erano appoggiati cesti di frutta, cupcakes e brocche contenenti bevande dai colori più disparati. Spuntini che presto avrebbero lasciato spazio alla colazione del giorno dopo, poco prima di giungere a destinazione.

Tornai indietro, seguendo Claudia nel vagone in coda. Un piccolo corridoio luminoso conduceva alle stanze. In quella delle ragazze i due letti a castello erano separati da un finestrone immerso nel buio. Noemi e Claudia occuparono subito i due letti inferiori, così io finii controvoglia sopra Claudia, su un materasso comodo, ma che lasciava poco spazio di manovra. 

John e Marzio passarono un paio di volte per controllare che ci fossimo sistemati, e soprattutto che Orlando fosse al suo posto. Proprio mentre Claudia mi illuminava sull'ultimo, traumatico, viaggio con il ragazzo dai capelli biondi, Noemi spense la luce con fare prepotente, invitandoci a continuare la conversazione fuori. 

Nello stesso istante il treno iniziò a muoversi pigramente. Dalla stanza dei ragazzi provenivano le percussioni regolari di una canzone rap, voci e risate.

Uscimmo in punta di piedi e bussammo timorose nella stanza vicina. Poco tempo dopo la porta scivolò di lato. Riccardo si spostò per farci entrare. Al centro della camera Orlando era seduto a terra, e aveva proiettato lo schermo dello smart su una parete per analizzare meglio il tabellone del torneo.

Hugo giocava con il suo dispositivo dall'alto del suo letto a castello. La loro stanza era identica alla nostra. Essere in presenza di Riccardo in uno spazio così stretto mi faceva sentire il sangue al cervello. Cercavo di ignorarlo, ma proprio quando credevo di esserci riuscita, ecco che mi sorprendevo ad analizzare tutte le sue mosse. 

Perché non seguiva la conversazione anche lui e continuava a maneggiare quel maledetto smart? Con chi parlava tanto serratamente? Odiavo ammetterlo, ma da quando avevo scoperto che tutta la storia di Sarah si era rivelata una montatura della stampa e che lei era solo sua cugina, avevo ripensato a tutto quello che aveva fatto per me e avevo cominciato a... illudermi. 

Sì, aveva fatto la spia, ma in fondo ormai mi erano chiare le sue ragioni. Era anche vero: tra noi c'erano stati diversi alti e bassi. Ma non potevo non pensare a quello che era successo qualche giorno prima nel labirinto e poi nella stanza di Sarah.

La Fenice #1 [La Fenice Series]जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें