LXV. - Emozioni

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- Ma che diavolo di problemi hai, eh? – Orlando arrivò alle mie spalle.

- Io? Mi hai detto che era stato Cresci, Orlando! Mi hai detto che tu non c'entravi nulla e che era stato lui a decidere i farci giocare insieme al Master! Perché fare a Giulia una cosa del genere? Sai che se la prenderà con me! Perché la odi così tanto e odi così tanto me? –

- Ehi, ehi. Calmati. Nessuno odia nessuno. E non me ne frega nulla del tuo rapporto con Giulia.

- Non spiega la situazione in cui mi hai messo.

Claudia sbucò dalla porta. Stavamo urlando.

Orlando notò il mio sguardo rivolto indietro e si girò. Fece un cenno ad Ale, che compariva alto come una montagna alle spalle dell'amica.

- È tutto a posto – disse. Aspettò che rientrassero, poi riprese a parlare.

- Magari ho ancora colorato la realtà, ma senti... - faceva fatica a trovare le parole, e abbassava spesso lo sguardo in basso. Io tremavo. Alcool, pessima idea in una nottata in treno dove il dramma è dietro l'angolo.

- ...Io sono libero di giocare il doppio con chi mi pare. Le altre coppie sono ormai fissate e io non ho voglia di giocare con una che si è allenata tre volte quest'inverno. Ho solo cercato un rimpiazzo, e ho pensato a te dopo i Midseason. Insieme abbiamo giocato bene, non è illegale, no? Pensavo che non avresti avuto niente in contrario visto che non hai nessun partner e sei anche la novellina.

- Non farmi tanto stupida! Sai che non è questo il problema, ma il fatto che tu abbia usato l'inganno per convincermi. Perché non chiedermelo direttamente, cosa ti costava? Ti rendi conto di cosa accadrà quando Giulia verrà a saperlo? Siamo amiche, e io l'ho tradita così. Non è giusta la situazione in cui mi hai messo e la cosa peggiore è che non te ne rendi conto.

- Ti preoccupi troppo di lei, ti tormenti per essere leale... - Orlando sbuffò, dandomi le spalle e adagiandosi, poco dopo, sull'altra parete del vagone. - A lei non frega proprio niente di tutte queste stronzate dei doppi e della lealtà. A nessuno frega niente di tutto questo.

- Forse i tuoi amici non sono così veri se credi che questo sia normale, ma i miei sì e io non li tratto in questo modo – la mia fermezza vacillava sempre di più.

- Certo, come no. Lei nei tuoi panni non si sarebbe fatta tutti questi problemi.

La collera era sparita. Volevo arrabbiarmi ancora, ma non ci riuscivo. Dopo la sera delle confessioni qualcosa era cambiato. Dopo quell'attacco di rabbia mi erano tornate in mente tutte le parole di Orlando e non riuscivo a toglierle dalla testa.

- Ma non c'è lei qui adesso, ci sono io - risposi, sentendo un peso nel petto.

Giocare con Orlando Bassi, al mio primo anno di A. Era una cosa a cui avevo pensato tanto ultimamente. Avrei vinto il torneo, o almeno sarei arrivata in finale. Temevo che Orlando avesse in parte ragione: il gruppo A è una guerra, come tutto alla Fenice. 

Forse era vero, non dovevo farmene uno scrupolo se Orlando aveva scelto me. Giulia se la sarebbe presa, ma forse ne sarebbe valsa la pena. Non potevo rinunciare ad un'opportunità del genere senza pensarci bene.

- Potrei giocare con te. Ma ad una condizione.

- Sempre queste condizioni con te, Capuano. Rendi tutto così difficile.

- Le vuoi ascoltare o no? - alzai la voce.

Mi fece cenno di continuare. 

– Quando tornerà sarò io a dirglielo. Non voglio che pensi che abbia tramato alle sue spalle.

La Fenice #1 [La Fenice Series]Where stories live. Discover now