Quindici

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«È la tua chitarra?» chiedo, indicando lo strumento alla parete. Shawn annuisce, sorridendo.

«Mi suoni qualcosa? Sai anche cantare?» Non ho mai potuto ascoltare la sua voce, ma credo sia intonato. Non so, l'apparenza. In risposta, Shawn prende la chitarra e strimpella qualcosa.

«Vuoi sentire una mia canzone?» Annuisco senza pensarci e sorrido, mordendomi il labbro. Il suo sguardo ricade proprio lì, sulla mia bocca. Trascorriamo un momento piuttosto imbarazzante, poi Shawn incrocia le gambe e chiude gli occhi. «S'intitola Memories

«When I wake up to your footsteps
As you get up out of bed
They make a sound that sounds so simple
But dances in my head
A melody so perfect
That it gets me through the day
And the thought of us forever
Is one that won't ever go away

All I need to know is
Where to stop
Take my hand and show me forever
So never will I ever let you go

So let's hold on together
To this paper and this pen
And write down every letter
To every word we've ever said

All I need to know is
Where to stop
Take my hand and show me forever
So never will I ever let you go

Let's write our story
And let's sing our song
Let's hang our pictures on the wall
All these precious moments
That we carved in stone
Are only memories after all

Memories after all
Memories after all, and oh

You gave me hope
But I've got to let go
I've got to let go
Oh
It's deep in my soul
Deep in my soul
Now I've got to let go
We wrote our story
And we sang our songs
We hung our pictures on the wall

Now those precious moments
That we carved in stone
Are all the memories after all.
»

«Il testo è tutto tutto tuo? Sei sicuro?» chiedo, sbalordita. Sono davvero colpita, dal modo in cui ha unito tutte queste parole, formando una canzone perfetta. Adoro vederlo impegnato sulla chitarra, le dita lunghe sulle corde e l'altra mano che si muove con delicatezza e, al tempo stesso, sicurezza. Per la sua voce, poi, non ci sono parole. Non saprei proprio come descriverla. Ti colpisce nel momento stesso in cui la ascolti, ti rapisce e non ti lascia andare. È dolce e sincera. Vorrei che mi cantasse qualsiasi canzone, tutte quelle che conosce. Vorrei ascoltare quella voce ancora, senza una sola pausa, come se il tempo non esistesse. Ma le lancette dell'orologio continuano a segnare i secondi, i minuti e le ore che passano.

«Shawn... tu sei fantastico!» esclamo, spostando la chitarra e abbracciandolo. Non riesce a reggermi e si stende sul pavimento, avvolgendo il mio corpo con le sue braccia muscolose e ringraziandomi. Eppure, la storia su cui è basato il testo mi è famigliare. Insomma, i ricordi, le lettere. Sono parti integranti della nostra amicizia e credo che lui si sia ispirato proprio alla nostra storia.

«Ti piace?»

«No.» La sua espressione si rabbuia, mentre io lo guardo con serietà. «La adoro!» Ed eccolo lì, quel bellissimo sorriso sul suo viso, che illumina la stanza. Non so cos'altro aggiungere, sono rimasta senza parole. Shawn sa sorprendermi, sa farmi ridere, sa essere sempre cortese.

«Tu sei sempre così perfetta.» sussurra, spostando una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio. Mi sorride e si avvicina, quasi per baciarmi. Io vorrei scostarmi, davvero, ma il mio corpo non risponde ai comandi. Il cervello dice di rifiutare quel bacio, ma il cuore ha tutt'altra opinione.
«Baciami.» sussurra. Non ho nemmeno il tempo per rispondere, che le sue labbra toccano le mie e il mondo scompare. Non ragiono più e non posso fare a meno di pensare come sarebbe la mia vita se io e Shawn stessimo insieme.
Migliore.
Ma non posso permettermelo. Shawn non mi merita. E la paura di rovinare la nostra amicizia mi terrorizza e prende il sopravvento.
Ci baciamo ancora, fregandocene di ciò che sta succedendo attorno a noi, dimenticandoci della distanza che ci separa, di Jasper, di tutto. Mi bacia con trasporto e passione, e diventiamo una cosa sola. La sua mano si posa sulla mia schiena e mi avvicina a lui, facendomi sedere sulle sue gambe. Scompiglio i suoi capelli e allaccio un braccio dietro il suo collo. Sento una voce che chiama il nostro nome, sempre più forte. dev'essere Karen.
Shawn si allontana e mi osserva. Le sue labbra sono gonfie e le sue guance arrossate. Mi sorride e prende la mia mano, aiutandomi ad alzarmi.
«Forza, scendiamo.» Mi porge la mano e la afferro, abbassando lo sguardo. Scendiamo le scale e raggiungiamo gli altri in soggiorno, dove hanno occupato il divano. Dobbiamo rimanere sul pavimento, che fortunatamente è riscaldato. Almeno non moriremo di freddo...

«Quale film volete vedere?» chiede Aaliyah, mostrandoci i vari DVD che tiene tra le mani. Tra la mia collezione di film, ha scelto Peter Pan, Frozen e Alla ricerca di Nemo. Sono sicura che Aaliyah abbia scelto il secondo, proprio come avrei fatto io. Indico il DVD di Frozen e la sorellina di Shawn sorride, alzando il disco.

«E Frozen sia!» esclama mia madre, battendo le mani. Lei adora quel film, le piace come si sviluppa la storia e conosce quasi tutte le canzoni, come me. Avremo guardato quel film mille volte!

«Sono contrario, io avevo scelto Nemo!» insiste Shawn, incrociando le braccia al petto.

«Non fare il bambino, piccolo Shawn.» ribatto, accennando quel tipico sorriso che si rivolge ai bambini. Lui mostra il broncio, stringendo ancora di più le braccia. Alzo gli occhi al cielo.

Il film inizia e, con esso, anche la prima canzone, dove il piccolo Kristoff trova la renna Sven e inizia la loro avventura. Shawn è annoiato, sbuffa e alza gli occhi al cielo quando Anna inizia a cantare nuovamente. Sua sorella, al contrario, conosce ogni singola parola e canta insieme a me, mia madre e Karen. Anche la nonna sembra apprezzare il film, perché sorride a tratti e commenta le decisioni dei personaggi. Alle fine, Shawn prende la mia mano e mi trascina in cucina.

«Posso dire una follia?» esclama, imitando la vocina di Anna. Io ridacchio e annuisco.

«Amo le follie!» Nonostante i ruoli siano invertiti ed io stia improvvisando la parte di Hans, è divertente da morire. Shawn sa davvero come aggiustare sempre tutto.

«Che ne dici di una sfida? Come una volta.» chiede, con il suo sguardo incantatore. Ci fu un lungo periodo, quando eravamo bambini, in cui Shawn non smetteva di sfidarmi. In ogni momento della giornata. Vinceva sempre lui: lui finiva il bicchiere di Coca Cola o i popcorn per primo, arrivava a scuola prima di me, correva più velocemente, saltava più in alto. Era sempre il primo in classifica, ma non mi dispiaceva vederlo felice e sorridente. Anzi, a volte perdevo apposta!

«Mmh, a patto che non sia nulla di pericoloso.» rispondo, incrociando le braccia al petto.

«Ti sfido a tuffarti nella neve e rimanere lì.» Lo guardo sbalordita, già sento freddo. «In costume.» aggiunge, sorridendo.
«E tu farai lo stesso.»

A/N
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Io lo adoro💘
Buona domenica!

Siria xx

Ti Scatterò Una Foto | Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora