Come se si sentisse osservato, alza lo sguardo su di me. Si sofferma un attimo, poi apre lentamente la bocca. Rimaniamo fermi a guardarci, come se il tempo si fosse fermato e non fossimo più capaci di aggiustare le lancette dell'orologio. Shawn è davanti a me. Il mio migliore amico, così era. Penso lo sia ancora.

«KimKim?» sussurra e penso di averlo solo immaginato, ma le sue labbra si sono mosse e ora lui sta sorridendo. «Shawn?» bisbiglio, facendo la domanda più a me stessa.

«Sì, io sono Ivy. Chi è il tuo amico?» esclama Ivy, strisciando i piedi della sedia sul pavimento e provocando un rumore fastidioso. Ivy, puoi stare zitta per una volta?

«Sono Shawn.» dice lui. La sua voce è cambiata, è un po' più profonda, ma l'accento è lo stesso. Non ci credo. Davanti a me c'è Shawn. In carne ed ossa. È passato così tanto tempo da quando l'ho visto l'ultima volta. Mi è mancato. Non mi ero accorta di questa mancanza così profonda finché non l'ho rivisto.

«Che ci fai qui?» esclamo esaltata. Gli sorrido, avvicinandomi per abbracciarlo. Poi, però, ricordo che sono passati più di quattro anni dall'ultima volta in cui ci siamo visti. A Shawn non pare importante, perché si avvicina e mi abbraccia. Mi sento a casa tra le sue braccia e sento il familiare profumo dolce e fresco.

«Sono venuto per i miei nonni e speravo di trovarti da qualche parte.» ammette, accennando un sorriso.

«Quanto tempo è passato?» chiedo incredula. Non pensavo di trovarlo così, senza preavviso. Oggi doveva essere una giornata tranquilla e invernale, invece, l'arrivo di Shawn ha scombussolato i miei piani.

«Quattro anni e sette mesi.» Spalanco la bocca, Shawn conosce perfettamente il tempo in cui siamo stati separati. «Era una promessa.» Mi mostra la mia fotografia, una piccola Kimberly di dodici anni. Avevo le lacrime agli occhi.

«E l'hai mantenuta.» Sorrido, lanciando uno sguardo ad Ivy, che ci sta guardando con un'espressione sbalordita e felice allo stesso tempo. Ha un sorrisetto malizioso in volto, inquietante. Ha capito sicuramente chi è questo ragazzo, ne sono certa.

«Certo, non potevo lasciarti qui da sola.» Shawn si siede tra me ed Ivy e ordina un cappuccino alla barista.

«Ehi, ci sono anche io con lei!» ribatte Ivy, corrucciando la fronte e incrociando le braccia al petto. Ivy è tenera quando fa così, mi ricorda molto la sottoscritta da bambina. Quando non volevo fare qualcosa o qualcuno mi contraddiceva, mettevo il broncio. Shawn mi prendeva sempre in giro.

«Scusa...» inizia, ma s'interrompe. Oh, non gli ho presentato la mia amica. «Ivy.» aggiungo io.

«Fa niente, Shawn.» calca la voce sul suo nome, guardandomi e calciando la mia gamba con il piede. Alzo gli occhi al cielo e Shawn ridacchia. Ha capito che ho parlato ad Ivy di lui, lo sapevo. Continua a guardarmi. Sembra che io e lui non sappiamo più nulla l'uno dell'altro. Quattro anni sono tanti.

«Come va a Toronto?» Vorrei tornare a casa mia, in Canada, con Shawn. Ma i miei genitori non me lo permetterebbero. Direbbero che faccio tutto troppo in fretta. Sono ancora piccola, secondo loro.

«Bene, vivo ancora con i miei.» Queste conversazioni sono penose; se ci fossimo rivisti prima o non me ne fossi andata, in questo momento staremmo ridendo.

«Come sta Aaliyah?» chiedo, ricordandomi della sua sorellina, che ormai avrà dieci anni. Non l'ho più vista, anche se Shawn mi aveva mandato una sua foto, una volta. Tra una lettera e l'altra, viaggiavano anche le fotografie. Io gli mandavo quelle del mio gatto, lui di sua sorella, che cresceva a perdita d'occhio.

«Oh, lei sta bene. Ha dieci anni.» Annuisco, accennando un sorriso. Ivy continua a guardarci e a bere la sua cioccolata calda.

«È grande.» Lui sorride, guardando il suo cappuccino, portato dalla cameriera. Mi sento come se non fossimo più gli amici di una volta. Non abbiamo più parlato, abbiamo soltanto scritto lettere. E non è la stessa cosa. Non so più cosa dire, ora che Shawn è di fronte a me.

«Sono le cinque, Kim.» mi informa Ivy. A quest'ora dovrei vedermi con Jasper, ma non ho proprio voglia. Shawn è qui e lui deve capire che ci sono cose più importanti di uno stupido appuntamento.

«Devi andare? Non ti trattengo.» dice Shawn, alzandosi dalla sedia.

«No, posso restare. Tu sei più importante di lui.» ammetto, più a me stessa. Abbasso lo sguardo, perché i suoi occhi hanno iniziato a scrutarmi ed io non mi sento a mio agio.

«Lui chi?» chiede, aggrottando la fronte. Ivy mordicchia il labbro inferiore, guardando la tazza.

«Jasper, il suo ragazzo.» risponde Ivy, alzando gli occhi al cielo. So bene che lo odia. Sa cosa mi fa. Ma non dice mai una parola, e a me non piace parlarne.

«Oh, non voglio farti saltare l'appuntamento.» dice, con aria triste. Non so cosa gli prenda, è strano. Un attimo fa sembrava contento, sorridente. Ora, invece, è imbronciato.

«La farfalla non conta gli anni, ma gli istanti: per questo il suo tempo le basta.» sussurro, chiudendo gli occhi e sospirando. Devo rimanere con lui, finché posso, poi non ci sarà più tanto tempo. Ci separeremo ancora e i nostri istanti insieme saranno terminati. Shawn sembra capire questa metafora e accenna un sorriso. Nel frattempo, fuori ha iniziato a nevicare. Le nuvole sono di uno strano colore scuro, i fiocchi cadono leggeri, coprendo l'asfalto. Non ho l'ombrello. Ma non importa, è neve!

Ivy mi guarda storta. Non sa di che cosa stiamo parlando. Ma Shawn sì.

«Se vuoi puoi venire a casa mia, con Ivy.» Lei scuote la testa leggermente, un movimento veloce e breve e alza gli occhi al cielo. Shawn annuisce e continua a sorridere.

«Possiamo fare una passeggiata sotto la neve, non credete?» suggerisce Ivy alzando le sopracciglia. Guarda me e Shawn, con un sorriso malizioso in viso.

«Molto volentieri!» accetta Shawn, senza ripensarci. Nonostante sia freddo fuori, vuole passare del tempo con me ed è una buona cosa. Io e lui siamo ancora amici.

A/N:

Ciao a tutti! Questo è il quarto capitolo, Shawn e Kim si sono incontrati dopo quattro anni.

Cosa credete succederà tra di loro? Commentate e votate❤

Ti Scatterò Una Foto | Shawn MendesWhere stories live. Discover now