Poco dopo, senza preavviso, mi ritrovai davanti Riccardo. Il mio cuore sussultò.

Era magnifico. Non riuscivo a pensare altro. Non l'avevo mai visto così.

La giacca nera era aperta e mostrava la camicia bianca. I suoi occhi si accendevano davanti ai flash dei fotografi. Era impossibile credere che fosse vero, reale, come me.

Riccardo rimase accostato a Noemi Bellisario per qualche secondo, insieme sfoggiarono i loro abiti ancora una volta, prima che l'attenzione fosse catturata tutta dalla ragazzina. Distolsi lo sguardo dopo l'ennesima fitta allo stomaco. Adesso la stanza era piena di gente, ognuno preso dal suo dovere. Mi abbandonai sulla sedia reclinabile, persi il senso del tempo.

Quando riaprii gli occhi la trasmissione era ormai a metà inoltrata. Anche se avevo seguito distrattamente lo spettacolo, solo quando guardai di nuovo lo schermo mi resi conto davvero che il momento stava arrivando, quanto poco mancasse. Avevo le vertigini, sentii perdere le forze improvvisamente. Tutte quelle persone erano lì per vedere me.

- Dov'è il bagno? –

- Adesso? – mi chiese Barbara, con uno sguardo assassino. Feci cenno di sì. Jade sembrò capire al volo, e dopo avermi aiutato ad uscire dall'abito mi scortò a passi svelti verso la toilette. Stavo male, troppo male. Non ero pronta e non lo sarei stata mai.

Mi guardai allo specchio. La pelle diafana, lo sguardo splendente. Eppure, il mio aspetto era orribile. I miei occhi erano spaventati e la pelle d'oca svelava il mio stato d'animo irrequieto.

- Puoi farcela – dissi a quel riflesso, che ripeté le mie parole.

– E comunque, adesso sarebbe troppo tardi per rinunciare –

Mentre riacquistavo lentamente la calma, sentii un boato provenire dall'altra stanza. Uscii di corsa, avevo un brutto presentimento.

- Tutto bene? – mi chiese Jade. Feci cenno di sì. Quando ci avvicinammo allo schermo tutti lo stavano fissando sbigottiti e altri urlavano contro lo schermo.

- Che succede? – chiesi avvicinandomi.

- Hanno interrotto lo spettacolo – disse Barbara, inquieta.

Sullo schermo adesso si vedeva solo il plateale imbarazzo dei presentatori, che cercavano di rispondere a tono all'incursore. La sicurezza era salita sul palco e aveva trascinato via quel ragazzo che continuava ad urlare al pubblico. Tutti erano sconvolti. Non aveva il microfono e non si riusciva a capire ciò che diceva, anche se tutti potevamo immaginarlo.

- E' il TCI, vero? – chiesi tremando. Jade cercò di mascherare l'inquietudine, annuendo.

- La devono smettere! – urlò una ragazza, in preda ad un delirio.

- Sono i soliti! Devono distruggere sempre il nostro lavoro! – piangeva un'altra.

Erano tutti nervosi per quella incursione. Purtroppo non era la prima volta: era da quando la Fenice era stata fondata che andava avanti quella storia, e negli ultimi anni i rapporti si erano inaspriti.

- Io li detesto! Questi fanatici! Quando la smetteranno con queste pagliacciate e torneranno ad occuparsi di cose serie? – sbottò un'altra – Stanno rovinando tutto! –

- Non stanno rovinando proprio niente! – alzò la voce Jade, facendo ripiombare la stanza nel silenzio, mentre la pubblicità partiva sullo schermo.

- Tornate al vostro lavoro – disse, ristabilendo finalmente l'ordine.

- Cosa facciamo? – chiesi. Solo quando un'assistente di Barbara mi appoggiò sulle spalle una coperta mi accorsi che stavo tremando.

La Fenice #1 [La Fenice Series]Where stories live. Discover now