-Tra due minuti arriverà l'ambulanza.- dice Elena riponendo il telefono. Federico cade in ginocchio accanto a me, in silenzio, con le lacrime che gli rigano il viso.

-E' tutta colpa mia piccola. Mi dispiace tanto.- sussurra con voce tremante accarezzandole il viso.

-Fede, - accenno mettendogli una mano sulla spalla – non dire così. Dovevamo andarcene, ma lei voleva stare con te, non potevamo lasciarti solo!- cerco di dargli conforto, mentre l'ansia attanaglia anche me. Dovevamo fare quello che ci avevano chiesto, ma dopo la confessione di Terry non abbiamo resistito. Forse potevamo evitare tutto questo!

Caricano la mia amica e fanno salire Federico. Arriva una volante della polizia e un'altra ambulanza, mentre noi restiamo a spiegare tutto l'accaduto. Finalmente dopo un ora ci lasciano andare. Ho dovuto chiamare i genitori di Teresa e spiegare la situazione nel modo più calmo che potevo, ma non vedo l'ora di arrivare all'ospedale per sapere come sta. Cerco di chiamare Federico mentre siamo per strada ma non mi risponde. Dopo un tragitto che sembra infinito finalmente arriviamo. Vedo subito i genitori di Terry seduti nella sala d'attesa. Quando si accorgono di noi si alzano e ci abbracciano.

-Ragazze mie! - dice la madre mentre si lascia stringere. Il suo viso è una maschera di preoccupazione e ansia. - Le stanno facendo una tac, devono vedere se ha subito traumi gravi, è ancora priva di sensi!- spiega tornando a sedersi. - Ma cosa diavolo è successo? Perché vi siete trovati in una situazione simile?- chiede mentre mi stringe le mani.

-Stavamo aiutando un amico in difficoltà, - se ne esce Andrea, - Teresa si è trovata in mezzo!- dice guardando i suoi zii.

Si apre la porta del triage, esce Federico pieno di lividi e cerotti. Appena ci vede si blocca subito sotto lo sguardo dei genitori di Terry. Ha gli occhi rossi e sul viso si vedono i segni delle lacrime. Mi alzo e corro ad abbracciarlo... il mezzo sorriso che mi fa accogliendomi, mi scioglie il cuore. Non doveva finire così stasera, doveva tornare a casa e dare alla mia sorellina la sorpresa che abbiamo preparato con cura ieri sera. Sarebbe stata così felice, invece stiamo finendo questa meravigliosa giornata qui. Non è giusto. Lo stringo forte, cercando di dargli conforto, sperando di alleviare un po' del suo dolore...le parole di prima mi riecheggiano nella testa, "è tutta colpa mia"...povero amico mio.

Federico pov

Spengo l'auto davanti casa. Nessuno può stare con Terry, solo i genitori. Ho cercato in tutti i modi di restare, ma mi hanno cacciato, posso solo aspettare domani o che una delle ragazze mi chiami in caso di novità. Faccio un gran respiro e vado nella mia camera. Gli altri sono ancora al pronto soccorso con Daniele, non è messo molto male, ma gli devono fare i controlli a causa del pugno in piena faccia, quello che gli ha dato la mia ragazza. Chiudo la porta alle mie spalle e mi lascio cadere a terra, appoggiando la testa sulle ginocchia. Mi ero dimenticato della sorpresa che le avevo preparato, ora è qui, davanti alla mia faccia, questo profumo mi fa contorcere lo stomaco, vorrei potermi picchiare. Tutto quello che ero continua a perseguitarmi, anche quando credo che le cose possano andare nel verso giusto. In cuor mio sapevo che non dovevo tornare, ma non sarei mai rimasto lontano da Terry. Era una tortura ormai. Guardo i fiori sparsi per la mia stanza e mi sento una merda. Lei è in ospedale ora ed è solo per colpa mia!! Le lacrime scendono lungo le mie guance senza che me ne renda conto, tutto è fosco ai miei occhi. Striscio verso le margherite e ne estraggo il biglietto "so che è successo già, che altri già si amarono, non è una novità, ma questo nostro amore è come musica e non potrà finire mai." Inizio a singhiozzare, ore e ore passate a scegliere la frasi più belle delle sue canzoni preferite. Quanto abbiamo riso io e Sofia, questo sarebbe stato sicuramente il suo preferito. Appallottolo il biglietto e lo stringo forte, facendomi del male. La mano è piena di tagli, quando ho sbattuto la testa di quello stronzo contro il vaso mi sono fatto male! Ma nulla in confronto all'angoscia che sento ora. Getto contro il muro il vaso con le margherite e inizio a romperle, cercando di sfogare la rabbia che provo, l'acqua si rovescia sul pavimento e i petali si mescolano creando quasi una poltiglia. Non so più cosa fare, e riduco nello stesso stato anche i tulipani e le gerbere distruggendo i vasi contro il muro. Ho fatto tutto per niente, lei non è qui...non è al sicuro con me, aveva ragione Davide, le succedono troppe cose brutte se sta al mio fianco e lei merita di meglio! Non posso essere egoista. Quando ho finito coi vasi e i fiori, mi guardo attorno e me la prendo con la pila di vecchi cd, è quasi liberatorio...li riduco in mille pezzi, scaraventandoli in giro per la stanza. Qualcuno bussa alla mia porta e mi blocco subito, non emetto un suono.

CONCORSO #MettitiAllaProvaWhere stories live. Discover now