ChiccaCom

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TRATTO DA: "Traccia #3 - Non è come sembra - Amanda", di ChiccaCom [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A ChiccaCom]

La sveglia suona come ogni mattina alle 7:30, il suo rumore assordante ridesta Aurora dal suo sonno inquieto e privo di sogni. Ancora con gli occhi chiusi, preme l'interruttore per porre fine a quel maledetto frastuono e si alza dal letto lentamente e di malavoglia. Una volta in piedi, Aurora si rende conto di non essere in gran forma, anzi si sente piuttosto spossata e indolenzita, come se fosse stata investita da un automobile. Non aveva importanza, si doveva muovere per portare a termine tutte le faccende di casa.

Velocemente Aurora si toglie il pigiama corto in seta e pizzo rosa, per poi indossare una canotta e degli shorts casalinghi, come è solita chiamarli lei. Di norma per riordinare e fare le pulizie, Aurora indossa degli abiti sciatti e di tre taglie più grandi di lei, perché vuole sentirsi comoda e libera per armeggiare con aspirapolvere e spazzolone con facilità.

Da quando aveva deciso di andare a vivere da sola, Aurora si era pianificata tutta la vita. In realtà lo faceva fin da bambina. I suoi genitori le avevano imposto di creare un cartellone pieno zeppo di faccende domestiche e giornaliere che lei chiamava routine. Ancora oggi non aveva smesso di compilarlo, era l'unica cosa che la teneva al sicuro, almeno questo era ciò che credeva. Alcune delle cose presenti sulla lista erano: alzarsi, cambiarsi, rassettare la casa, cercare una nuova motivazione per sorridere e concludere la giornata senza incidenti.

Queste cinque faccende c'erano sempre state. Fin dal primo cartellone i suoi genitori le avevano sempre detto di trovare un motivo per sorridere e restare lontano dai guai. Non ne aveva mai capito il motivo.

Oggi però sembrava essere una giornata diversa dalle altre. La casa era tutta splendente e luccicante, come se durante la notte dei folletti l'avessero ripulita per bene, il tavolo, imbandito dalle più svariate prelibatezze e leccornie, era posizionato al centro del salotto e illuminato da una strana aura dorata. Aurora titubante si avvicina alla tavola, prende un lampone e se lo porta vicino alle labbra lentamente. All'improvviso un insistente bussare alla porta la fa sobbalzare e emettere uno gridolino sommesso, lascia cadere il lampone a terra e si porta le mani al petto. Il cuore le batte talmente forte che teme le possa perforare la cassa toracica e fuoriuscirle dal petto. Impaurita, si avvicina alla porta con estrema lentezza, mentre i colpi non sembrano voler cessare, tutt'altro. Ad ogni passo l'intensità aumenta sempre di più, la porta trema e Aurora teme possa scardinarsi da un momento all'altro.

"Chi diavolo bussa in questo modo alle sette e quarantacinque del mattino? Solamente un incosciente potrebbe farlo!" riflette a bassa voce contrariata, ormai a pochi centimetri di distanza dalla maniglia.

"Potresti bussare anche con più calma, sai?" dice mentre apre la porta.

Quando è completamente spalancata, Aurora si irrigidisce in un istante e perde repentinamente colore dal viso.

Nessuno, davanti a lei il nulla più assoluto. Esce sul vialetto davanti a casa, arrivando fino alla strada, ma non nota nessuno in vista. Non ci sono macchine, le case tutte intorno hanno le imposte serrate e non sembra esserci anima viva.

"Possibile dormano ancora tutti?" sussurra Aurora dando voce ai suoi pensieri martellanti.

Fa dietro front ritornando sui suoi passi e si addentra nel giardino, ricco di piante e fiori di ogni genere che lo rendono un piccolo angolo magico. Aurora ama il suo giardino, ogni volta che ha bisogno di riflettere e tenersi alla larga dalla gente, si rifugia in quel luogo etereo. Non ha mai avuto una grande passione per le persone, è sempre stata timida e non ha mai parlato molto con gli altri.

CONCORSO #MettitiAllaProvaWhere stories live. Discover now