ChiccaCom

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TRATTO DA: "Il mio inizio sei tu", prologo, di ChiccaCom [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A ChiccaCom]

A volte si è così innamorati da essere capaci di programmare un futuro per il resto della nostra vita, ad immaginare, ogni singolo istante della nostra esistenza, con la persona che amiamo più di ogni altra cosa al mondo al nostro fianco.
Innamorati così tanto da non dormire la notte, tanto da sperare che il nostro pensiero sia capito anche attraverso i nostri silenzi. Innamorati così tanto da riuscire a comprendere e interpretare ogni singolo gesto, sguardo e respiro emanato dal nostro amore nonostante sia incapace di muoversi.

A volte si è innamorati così tanto da star male, da star bene, da impazzire, da morire, da non riuscire a comprendere cosa sia realtà e immaginazione. Innamorati così tanto da commettere delle follie e vederle, solamente alla fine, quasi come cose normalissime, che si farebbero ogni giorno pur di vedere comparire sul viso di quella persona un sorriso sincero ed estasiato.
A volte si è così innamorati da immaginare impossibile anche solo l'ipotesi di fare a meno di tutto questo. I baci, le carezze, i sospiri, gli sguardi che valgono più di qualsiasi altra parola pronunciata, i balli al chiaro di luna e, semplicemente, avere il proprio amore accanto.

Altre volte, invece, si è talmente innamorati da non riuscire nemmeno a capirlo, credendo sia odio. Si è talmente innamorati che non si capisce che è l'amore il nostro vero destino, che non si può vivere la propria vita da soli, non si può nemmeno comprenderne il significato senza un'altra persona che cammina insieme a te e, soprattutto, non si può combattere contro questo magnifico, infinito ed etereo sentimento.

Io l'ho capito, certo, peccato sia stato troppo tardi. L'ho capito quando ormai tutto era perduto e non c'era più altro da fare. Tutto si è dissolto nell'aria come il flebile calore di una candela. Vedere il mio amore andarsene sotto i miei occhi è stata l'esperienza più brutta che mi potesse mai capitare. L'ho visto in frantumi sotto il mio sguardo ed io, impotente di fronte a quello scempio, non ho saputo fare altro se non guardarlo andarsene lentamente da me.

Era lì, immobile, davanti ai miei occhi. L'amore della mia vita steso a terra privo di coscienza.

Non ho mosso un muscolo nemmeno quando i paramedici me l'hanno portato via. Dicono abbia avuto un attacco di panico e la mia mente, pur di allontanarmi da ciò che i miei occhi non volevano vedere, è caduta in uno stato di trance, impedendomi ogni movimento e riflessione.

Io, che avrei dovuto rimanere accanto al mio amore, sostenerlo, aiutarlo, salvarlo, rimasto immobile e in catalessi in mezzo al campo.

Ora mi ritrovo in questa stanza d'ospedale, dove tutto è uguale e monotono. Da quel giorno sto passando la maggior parte del mio tempo qui dentro. Tutto è bianco e immacolato. Il letto è ricoperto da candide lenzuola, le pareti sono bianche, gli armadi sono bianchi e persino il pavimento è ricoperto da mattonelle in pura ceramica bianca. Sto letteralmente impazzendo a stare qui dentro, gli unici colori che vedo sono i camici verdi delle infermiere, i miei abiti e i fiori che riempiono ogni mobile, comodino e tavolo di questa dannata stanza. Ormai le infermiere hanno smesso di impormi di andarmene, nemmeno la minaccia di chiamare la polizia mi ha impedito di restare incollato a questo letto. Devo rendermi conto di quello che ho fatto. Devo rendermi conto di quello che ho perso. Devo rendermi conto di essere io la causa di ogni male, dolore, sofferenza e lacrima versata.

Non mi sembra ancora vero... Nonostante sia qui davanti ai miei occhi, steso su questo letto d'ospedale, non mi sembra vero sia potuto accadere proprio all'amore della mia vita. Mi è stato strappato dalle braccia prima ancora che potessi capire quanto fosse importante per me. Sembra un angelo, sceso dal cielo per rapire il mio cuore e innalzarlo sopra ogni visione di questo mondo, farlo andare oltre a quello che i nostri occhi vedono e condurlo in un mondo a se stante.

Vederlo in queste condizioni mi strazia il cuore. È una sensazione impossibile da descrivere talmente è dolorosa. Credo di aver versato ogni lacrima presente nel mio corpo, la testa scoppia e gli occhi ancora non vogliono comprendere ciò che ho di fronte: un corpo inerme, pieno di lividi, con una gamba e il gomito ingessati. Ci sono dei piccoli tubicini che spuntano dal naso, un tubo più grosso posto all'interno della bocca per permettere che respiri regolarmente e il rumore di tutti questi macchinari è ormai diventata la mia colonna sonora. Quello più straziante è il rumore dell'ECG, la macchina che monitora il battito del cuore. Il costante e ininterrotto bip che fuoriesce da essa, non fa altro che portarmi alla mente tutte le volte in cui avrei potuto far diventare mio questo cuore. Ora non so nemmeno se potrò mai rivedere i suoi meravigliosi occhi riaprirsi.

Non faccio altro che pregare. Io, che ho rinnegato Dio molti anni fa, non smetto di invocare il suo nome e domandargli il motivo di tutto ciò. Passo dal puro odio e rabbia nei suoi confronti, alla disperazione e agonia più totale, pregandolo di non portarmi via la mia vita, di risparmiarle tutto ciò e farla tornare da me. Non posso più vedere il mio amore in queste condizioni. È sempre più straziante ogni giorno che passa e temo che il mio fisico e il mio cuore non possano reggere a tutto questo ancora per molto.

La prima volta che ho incontrato i suoi meravigliosi e profondi occhi verdi non pensavo di certo di arrivare ad innamorarmene e pregare di poterli rivedere aperti, per potermi immergere ancora nella loro bellezza. Mai la mia mente sarebbe stata in grado di immaginare, che la mia vita potesse dipendere da quella di qualcun'altro. Fino al momento in cui non ho conosciuto la persona stesa sul letto di fronte a me. In quel momento la mia intera esistenza è stata stravolta, scossa talmente forte da far tremare ogni singolo atomo del mio corpo, come se fosse stato colpito da un terremoto.

"Ti prego torna da me" sussurro sfiorando le sue labbra con le mie.

Una morsa chiude il mio cuore, facendomi piangere e urlare dal dolore. Un pianto disperato, carico di tutta la paura, l'angoscia e la sofferenza che mi stanno affliggendo in questo momento.

"Tu sei la mia fine e il mio inizio, ti prego torna da me. Non posso vivere senza di te... Io... Io..."  

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