cuorisincronizzati

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TRATTO DA: "Chi l'avrebbe mai detto?", di cuorisincronizzati [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A cuorisincronizzati]

"«No! Muoviti maledetta gabbia!» urlo, prendendo a pugni il pannello dell'ascensore.

«Inutile che urli e lo colpisci, non si sposterà di un millimetro e mi farai venire solo il mal di testa» dice il mio compagno d'avventura, per non chiamarlo ex ragazzo, o lurido bastardo, viscido verme traditore.

«Non rivolgermi la parola» replico dura.

«Rompi palle» sussurra. Sento la rabbia crescermi dentro, scorre nelle vene in una quantità allarmante.

«Scusa se non voglio stare bloccata in un ascensore con il mio ex tra l'altro laureato in tradimenti!» sbraito a questo punto. Non so descrivervi bene la faccia epica che ha Joe in questo momento. Ha gli occhi sgranati, l'incarnato pallido e continua a deglutire. In poche parole, è in panico.

«Cosa stai blaterando?» mi chiede, cercando di apparire sicuro di sé, fallendo miseram

«Pensi che non lo sappia? Mi hai tradita in continuazione durante il nostro fidanzamento e mi hai lasciata per la tua storica amante, quella Kim, Candy, Kelly o come diavolo si chiama.»

«Tu non mi davi ciò di cui avevo bisogno!» sbotta, puntandomi il dito contro. Prorompo in una risata isterica a quelle parole.

«Perché? Cosa non avevi da me? Non facevamo abbastanza l'amore? Beh, perché se cercavi altro in quelle galline con il cervello in prognosi riservata so a prescindere che non hai trovato niente!»

«Sei incredibile, Less, davvero! Se dovessi farti un regalo che possa rappresentarti, ti regalerei un bollitore; borbotti sempre!»

Rido ancora per la sua stupidità.

«Se mai IO dovessi farti un regalo che ti rappresenti ti regalerei una scatola vuota, perché tu SEI una scatola. Sei solo un invuolucro senza cuore, senza cervello, senza sentimenti. Sei vuoto e mi dispiace di non aver capito sin dall'inizio che tu sarai sempre una scatola che non si può riempire» ribatto aspramente. Le mie parole sembrano avergli dato uno schiaffo perché è sconvolto e quasi mi sento male per lui mentre scivola sul pavimento, sfinito. Lo imito, mettendomi poi le mani davanti il viso.

"E odio non riuscire ad annullare l'insensato amore che provo per quell'orribile scatola vuota" vorrei aggiungere, ma non lo faccio per non sbriciolare la mia credibilità. Lo sento sospirare dall'altra parte dell'ascensore.

«Non pensare mai, neanche per un'istante che io non ti abbia amata» dice poi quando si è tranquillizzato. Alzo la testa e quando incontro i suoi occhi scuri vedo la sua sincerità, ma non posso fidarmi. Non più.

«Non ha più importanza, adesso.»

E poi cala un silenzio abissale e in quell'ascensore ni sembra di vedere migliaia di nuvolette pensierose di entrambi che si scavalcano, come nei fumetti. Non so quanto tempo passa, forse secondi, minuti o ore, ma scelgo di interrompere quell'imbarazzante silenzio.

«Sai, Joe, se qualcuno tre anni fa mi avesse detto che tu te ne saresti andato per me sarebbero stati tutti nel torto, credo addirittura che avrei sganciato qualche pugno» mi fermo, guardandolo. Vedo che mi sta ascoltando attentamente e continuo il mio discorso, non sapendo neanch'io che piega prenderà.

«Si, credo che l'avrei presi tutti a pugni anche se mi avessero detto 'Goditi questi momenti con lui, perché finiranno, cara Jess'. Sarebbe stato impossibile immaginarti andare via, perché mi avevi promesso che sarebbe durata per sempre. Ma, maledizione, loro avrebbero avuto ragione. Ma chi l'avrebbe detto? Ti ho creduto fino in fondo, ed è stata una mia scelta. Ho preso la tua mano, mentre mi illustravi le tue promesse. Ho creduto alle tue parole con una fiducia accecante, Joe. Fiducia che non avrà mai più nessuno. Dicevano tutti che eravamo carini insieme ed era vero. Eravamo stratosferici, due uragani, una coppia da red carpet. Cosa ci è successo?» prendo un respiro profondo, guardandolo dritto negli occhi.

«Ti ho tenuto intrappolato dentro i miei ricordi, finché non ti ho rivisto. Non avrei mai permesso alla mia mente di dimenticarti, no. Mi ero promessa di custodire il nostro ultimo bacio come un diamante introvabile e l'ho fatto per tutto questo tempo. Era difficile continuare a ricordare i tuoi lineamenti mentre lottavo contro il tempo, avrei voluto ricordarli per sempre, si, in eterno.» Una lacrima silenziosa attraversa il mio viso e vedo che Joe ha inziato a piangere ancor prima di me. Chiudo gli occhi per non scoppiare anche io definitivamente.

«Ma tu vivevi in me, Joe. Mi apparivi in sogno e lì rivivevi con ogni tua sfaccettatura. Erano sogni strazianti, seppur stupendi. Ma aprivo gli occhi e non c'eri, tutte le mattine il cuscino accanto a me era vuoto.»

Scoppio definitivamente in lacrime, mentre Joe mi raggiunge e mi accoglie in un abbraccio disperato.

«Chi l'avrebbe mai detto?» ripeto in un sussurro contro il suo petto. E restiamo così, sul pavimento dell'ascensore, lasciando che le lacrime fondano le nostre anime insieme come sapevamo fare tanto tempo fa. Noi due di nuovo così: chi l'avrebbe mai detto?"

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