paola55555

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TRATTO DA: "Al di là dei tuoi occhi", capitolo 22, di paola55555 [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A paola55555]

"Parlare. Parlare.Voleva parlare.Ma di solito non sono le ragazze a"chiedere spiegazioni""Definire la relazione""Parlare di sentimenti" ?Cosa pretendeva? Non c'era nulla da discutere.Era stato un errore.Una svista.Lei aveva abbassato la guardia e si trovava nei guai.Braccata quasi.E con le sue labbra incollate alle sue.-Se stai cercando di rilassarti stai fallendo minimamente. Sei tesa come una corda di violino. -Bech chiuse gli occhi al suono di quella voce.Si era rifugiata alla radura proprio per trovare un po' di tranquillità e pace.-Noah non è proprio il momento adesso. È stata una giornata difficile. Complicata per gli allenamenti di Jo e tutto il resto. Non ho la forza per altro. -Si sollevò da terra in modo da tornare in dietro, verso il ranch.Sfilò al fianco di Noah con l'intenzione di superarlo, ma con sua sorpresa si trovò trattenuta da un polso.-Quando sarà il momento giusto Bech? Oggi sei stanca, ieri hai litigato con tua madre, per non parlare degli impegni con Jo per questo maledetto rodeo! Tutto per evitarmi! Dimmi quando Bech? -Con gesto fulmineo la ragazza aveva allontanato la mano dal suo braccio, squadrandolo come se lo vedesse per la prima volta.Lui stava urlando. Le stava urlando contro! Lui, la causa di tutti i suoi problemi!-Di che cosa devi discutere tanto? Dimmi... è stato un momento Noah, tutto qua. Ero triste, tu eri con me a confortarmi ed è successo. Mi hai baciata! Ma è finita lì. Non ha significato niente. Niente. -La ragazza lo fronteggiava con tono sprezzante e sguardo di sfida.Sembrava la stessa dei primi giorni. Così fredda e distaccata.-Forse non è di questo che vuoi parlare... pensiamo un attimo? Vuoi sapere cosa mi affligge così da riferire a mia madre e tornare a New York, parlare di Ashley, di papà, della paura di montare? Scegli Noah? Forza! --Ormai conosco troppo bene questi giochetti. Non mi incanti cercando di ferirmi e sminuire tutto ciò che ci riguarda e ti riguarda. Sono stanco di vederti mentire, soprattutto a te stessa. È giunta la resa dei conti Bech e non sfuggirai. -Non era mai stato così sicuro e certo di qualcosa nella sua vita.L'avrebbe convinta a tirare fuori ogni cosa.Costretta se necessario.-Sei arrabbiata, lo capisco. Voglio sapere con chi. --Fai sul serio? Stai scherzando? Hai un futuro da psicologo! Perché non me lo ha mai chiesto nessuno? Avrei risparmiato un sacco di problemi a tutti! -Lo stava schernendo apertamente ma Noah sapeva incassare bene.Sapeva che corde toccare per farla esplodere.Difatti, per nulla intimorito avanzò spavaldo.Occhi negli occhi.-Te lo ripeto. Di chi è la colpa? Voglio sapere cosa ti affligge. Adesso. -Quasi ringhiava dalla rabbia, dalla voglia di scuoterla per farla rinsavire dal torpore.-Vuoi sapere come mi sento?Vuota, Noah. Mi sento vuota e inutile. Bloccata, come se la vita che sto vivendo non sia reale. Non può essere reale, perché se mi fermo a pensare ritorna tutto in superficie. Tutti se ne vanno! Le persone che contano. Mi lasciano. Sempre. Vuoi sapere con chi sono arrabbiata? Con mio padre che mi ha rifiutato , con tuo padre perché con la sua morte ho perso l'unica figura di rifermento paterna, sono arrabbiata con tua madre che mi ha strappato il mio migliore amico, con Ashley per non avermi ascoltato ed essere morta. -Stava urlando come una matta, ma non le importava.Aveva scatenato lui quest'uragano, questa eruzione di emozioni e ora doveva ascoltarla fino infondo.-E soprattutto sono arrabbiata con te, Noah. Sei andato via senza voltarti, senza rimpianti e dopo cinque ti ripresenti qui come se nulla fosse come un paladino della giustizia? TU MI HAI ABBANDONATO, COME TUTTI GLI ALTRI, FORSE DI PIÙ e non riesco a superarlo. -Si sentiva esausta dallo sforzo appena fatto, respirava convulsamente mentre Noah la guardava ad occhi sgranati. Non immagini minimamente quanto io abbia sofferto la tua assenza in tutto questo tempo, vero? - sussurrò lui - Non ti sei mai chiesta se anche io, come te, mi sia sentito perso per l'impossibilità di vederti, di abbracciarti, di prenderti in giro come sempre? Perché credi non abbia scritto mail, messaggi o semplicemente telefonato? Non mi importava niente della mia nuova vita, delle ragazze, della scuola...mi faceva troppo male pensarti così lontana. E mi sono imposto di chiudere qualsiasi contatto. -Noah parlava quasi sottovoce, cercando di evitare reazioni violente della ragazza, che lo ascoltava di spalle, la fronte poggiata sul tronco di un albero.Si avvicinò, posandole delicatamente la mano sulla spalla.-Bech guardami per favore. -Le sue spalle sussultavano al ritmo dei singhiozzi che finora aveva cercato di nascondere, e le lacrime, ormai libere, solcavano suoi lineamenti gentili.-Non ti ho mai dimenticato Bech. Sei sempre stata con me. Sei importante, più di tutto il resto per me e farò qualunque cosa per dimostrartelo. --A cosa serve se te ne andrai? Alla fine dell'estate te ne andrai. Di nuovo. E se ti facessi entrare, se ti concedessi solo un piccolo spiraglio, ne uscirei distrutta. E stavolta niente mi salverebbe. Non posso, mi dispiace. -Per l'ennesima volta tentò di allontanarsi e venne fermata. Noah la stringeva tra le braccia con fare protettivo. Perché doveva sentirsi così al sicuro? Perché si sentiva come di poter respirare liberamente solo vicino a lui?Noah era casa.Il suo porto sicuro.Doveva solo dirglielo.Ma le parole restavano bloccate in gola.-Non l'hai ancora capito vero? Non puoi fuggire da me. Non ti permetteró di scappare da me come io non posso da te. E sai perché? - le sussurrò all'orecchio -Semplice Bech... perché sono innamorato di te. -"

CONCORSO #MettitiAllaProvaWhere stories live. Discover now