Capitolo 74

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Clarissa

Condor avanza a passo sicuro nella stanza, guardandosi intorno quasi con disinteresse. Indossa un completo elegante blu scuro con una camicia bianca con i primi bottoni slacciati, un capotto anch'esso blu scuro aperto. I capelli biondo miele sono pettinati all'indietro.

Il padre di Liam si alza e si riabbottona la giacca, osservando Condor con curiosità, girando intorno al tavolo per raggiungerlo.

«Chi ho il piacere di avere in casa mia?» chiede con una punta di sarcasmo. Condor si sfila i guanti di pelle con lentezza e li infila nelle tasche del capotto.

«Sono un buon amico di Clarissa. E sono qui per riportarla a casa» gli spiega allora un imperturbabile Condor.

«Capisco... ma la nostra Clarissa è appena arrivata e sono certo che voglia restare ancora un po' con noi. Non è vero, tesoro?» mi chiede suo padre continuando però a fissare Condor.

E allora capisco che qui non sono un ospite... ma un ostaggio. Suo padre non mi permetterà di andarmene, né con Liam né da sola. Mi volto a guardare Liam che si alza in piedi a sua volta.

«Adesso basta. Clary se ne andrà con lui. Immediatamente». Suo padre si volta a guardarlo.

«Come hai fatto ad avvisare i suoi amici? Hai un telefono nascosto, non è così?» gli chiede con rabbia per essere stato ingannato. Liam non risponde. Tira fuori il telefono dalla tasca e glielo lancia contro il petto.

«Ecco! Tieni! Ma lei se ne va all'istante» lo sfida. Mi alzo in piedi e afferro Liam per le maniche della felpa.

«Non me ne vado senza di te. Resterò qui piuttosto» lo supplico. Liam mi prende per le spalle e si abbassa a guardarmi negli occhi, scuotendo piano la testa.

«Vai con Condor. Io me la caverò. Te lo giuro».

Le lacrime cominciano a bruciare agli angoli degli occhi.

«Sei un bugiardo! Hai assecondato tutte le mie idee e invece stavi trovando il modo di mandarmi via da sola!» lo accuso, rendendomi conto di aver perso. Ogni cosa.

Liam alza lo sguardo implorante su Condor. Il mio amico fa un paio di passi avanti per raggiungermi ma il padre di Liam lo blocca mettendogli una mano sul petto.

«Lei non se ne va» ribatte in tono di sfida. Condor osserva con disprezzo la mano sul suo petto e poi torna a fissare il volto di quell'uomo disgustoso. Gli occhi di Condor si accendono di rabbia e le sue labbra si piegano nel suo famoso sorriso da squalo.

«Forse non mi sono spiegato bene... Clarissa ora viene via con me. Immediatamente. Non vorrei dover dire a mio padre che un'amica di famiglia è stata trattenuta da Victor Hayes contro la sua volontà. Lui... ha molta meno pazienza di me» lo avverte.

Ma di che accidenti sta parlando adesso? Il padre di Liam sembra confuso quanto me.

«Non credo di aver afferrato il tuo nome, ragazzo». Il sorriso di Condor diventa spietato, tanto da mettere in allerta anche le due guardie del corpo che sono accorse nella sala.

«Gli amici mi chiamano Condor. Ma il mio nome è Arthur Mc Kean... Junior».

Il padre di Liam sussulta appena percettibilmente poi si volta a guardare me come fossi un insetto fastidioso. «Vattene» mi ordina in tono duro.

Mi volto a guardare Liam che però scuote la testa. «Io non posso venire, Clary»

«E io non me ne vado senza di te» ribatto determinata. Dopo pochi istanti mi sento afferrare per il braccio e trascinare lontana da Liam. Cerco di oppormi a Condor, ma è sempre stato più forte di quanto non sembri.

Ovunque andraiWhere stories live. Discover now