Capitolo 10

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Clarissa

Durante la lezione di ginnastica del pomeriggio, me ne sto sulle gradinate a completare la mia relazione scritta, mentre i miei compagni svolgono i loro esercizi sui materassini. Mentalmente ripasso tutte le mosse imparate nell'ultimo anno all'accademia militare invece di concentrarmi sulla relazione.

Sono talmente persa nei miei pensieri che non mi accorgo nemmeno quando la lezione finisce e i miei compagni iniziano a uscire dalla palestra.

Mi riprendo improvvisamente e comincio a raccogliere le mie cose. «Ci vediamo alla mia auto, Clary!» urla Kate prima di uscire a sua volta. Le faccio un cenno con la mano e scendo le gradinate con attenzione.

Appena attraverso le doppie porte trovo lo stesso ragazzo che mi ha fermata questa mattina in cortile. «Ehi, Lucas» lo saluto superandolo.

Lui però mi ferma afferrandomi per un polso e rivolgendomi un più che collaudato sorriso da rubacuori. Solo che su di me non fa più effetto; sono vaccinata ormai.

«Ciao, splendore. Ci hai pensato, allora?» mi chiede annullando la distanza tra noi.

Prendo un profondo respiro e cerco di mantenermi il più cordiale possibile. «Mi spiace. Ti ho già detto che non sono interessata a uscire con te. Ti ringrazio lo stesso per il tuo invito».

Provo a sciogliermi dalla sua presa ma lui non molla, anzi stringe con più forza. «Ci sono ragazze che pagherebbero per avere un invito da parte mia... e tu mi snobbi così?» mi chiede con aria offesa.

«Non ti sto snobbando. Semplicemente non sono interessata. Se sei così desiderato, non avrai problemi a trovare qualcun'altra con cui uscire questo weekend, no?» gli faccio presente gentilmente, ma cominciando a sentire la solita rabbia affiorare piano, ribollendo sotto la superficie.

Alza la mano libera sul mio viso e mi accarezza piano una guancia, inumidendosi il labbro superiore con la lingua. «Non hai idea di quello che ti perdi...».

Allontano la sua mano con uno schiaffetto e mi libero finalmente dalla sua presa, mentre qualcosa di sgradevole e pauroso dal passato cerca di riaffiorare in superficie.

Perdendo il controllo, gli punto l'indice sul petto e lo guardo truce. «So esattamente cosa mi perdo. Ho già avuto a che fare con ragazzi come te, sai? Ragazzi belli, popolari che credono di avere il mondo ai loro piedi solo perché giocano a football e vengono da famiglie importanti. Che indossano una maschera di perfezione ma sotto sotto sono solo spazzatura. Che credono di poter avere tutto ciò che vogliono. E che se non lo ottengono con le buone... se lo prendono con le cattive. Quindi... sì, so esattamente cosa mi perdo» concludo a corto di fiato.

Questo ragazzo dai capelli biondi, dal fisico atletico e sicuro di sé, mi ricorda troppo Jack.

E il modo viscido in cui mi parla mi riporta alla notte in cui Jack mi ha drogata e ha cercato di approfittarsi di me. Ricordi che devono rimanere sommersi senza mai rivedere la luce.

Lucas fa per aprire bocca e replicare ma viene interrotto da una voce maschile alle mie spalle: «Wheeler, lo capisci un no quando lo senti? Sparisci», ordina Liam.

Mi irrigidisco immediatamente al pensiero che abbia sentito questa conversazione.

Lucas sposta lo sguardo alternativamente da me a Liam. Infine scrolla le spalle e si allontana camminando all'indietro, rivolgendomi un altro dei suoi falsi sorrisi perfetti. «Cambierai idea, piccola... vedrai!» grida prima di voltarsi e sparire negli spogliatoi maschili, facendomi fremere di rabbia al sentirmi chiamare così.

Chiudo gli occhi e serro forte i pugni prima di voltarmi ad affrontare Liam che sta incenerendo con lo sguardo la porta dello spogliatoio dove Lucas è sparito.

Ovunque andraiWhere stories live. Discover now