Capitolo 28

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So look me in the eyes, tell me what you see

Perfect paradise, tearin' at the seams

I wish i could escape, i don't wanna fake it

Wish i could erase it, make your heart belive

But i'm a bad liar, bad liar

"Bad Liar" – Imagine Dragons


Liam

Il viaggio di ritorno è silenzioso; è stata una giornata divertente ma stancante. Il silenzio è accompagnato dalle note in sottofondo di "Bad Liar" degli Imagine Dragons. Ogni tanto getto un'occhiata fugace allo specchietto retrovisore e incrocio lo sguardo di Clary. Ma, quando lo faccio ora, vedo che ha le palpebre chiuse e la testa appoggiata al finestrino. Dev'essersi addormentata.

___

Guido piano per le strade della nostra città e, quando passo nel punto preciso in cui mia madre è stata travolta da un tir nella sua auto, mentre tornava a casa da lavoro, sento il cuore stringersi in una morsa dolorosa. Di solito evito di passare di qui, ma a quanto pare ero distratto. E so anche cos'è stato a distrarmi.

Emetto un sospiro frustrato guadagnandomi un'occhiata interrogativa da Kevin accanto a me che ignoro beatamente.

E poi... non so cosa succeda: le forti luci abbaglianti di un'auto che proviene dalla corsia opposta illuminano a giorno tutto l'abitacolo, facendomi imprecare per la momentanea cecità e, allo stesso tempo, delle urla squarciano il silenzio.

È Clary a gridare come una pazza. Comincia ad agitarsi sul poco posto che ha sul sedile posteriore. Si guarda intorno ad occhi sbarrati e poi comincia a picchiare i pugni sul finestrino e sul sedile di fronte a sé.

«Nooo! Aiutatemi! Fatemi uscire!» continua a gridare in continuazione.

Sconvolto, accosto subito al ciglio della strada. Kate e Ann stanno cercando di calmarla ma lei continua a dimenarsi, finché riesce ad aprire la porta e a gettarsi letteralmente fuori sul marciapiede.
Esco subito anch'io e la raggiungo, facendo cenno agli altri di non uscire.

Clarissa è piegata in due su se stessa e si tiene una mano sullo stomaco e l'altra sul cuore. Sembra che non riesca a respirare.

«Clary... che ti succede?» le chiedo piano, arrivandole alle spalle.

«N-niente» si sforza di dire con voce tremula.

«Non era "niente", Clarissa. È stato un incubo?» le chiedo. Lei allora si raddrizza e annuisce, sempre dandomi le spalle. È ovviamente imbarazzata per quello che è appena successo.

Mi passo una mano sul viso e torno verso la macchina spostandomi dal lato di Mark. Gli busso al finestrino e lui esce subito.

«Tornate a casa. Io resto con lei. Torniamo a piedi. Non manca molto al nostro quartiere. Una boccata d'aria le farà bene» gli spiego.

Lui annuisce con la preoccupazione negli occhi e poi sale al posto di guida. Li guardo allontanarsi finché non vedo più i fanalini di coda. Poi torno da Clary che è ancora nella stessa identica posizione, a capo chino.

Le sfioro un braccio e lei sobbalza alzando lo sguardo su di me. I suoi occhi sono carichi di terrore e mi lasciano spiazzato. Le poso una mano sulla guancia, cercando di tranquillizzarla, e la sento umida di lacrime quando vi si appoggia.

Ovunque andraiМесто, где живут истории. Откройте их для себя