Capitolo 71

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Clarissa

Quando mi sveglio sono confusa. Mi trovo nella mia stanza, sotto le coperte e ancora vestita. Non ho idea di che ora sia ma fuori è buio pesto. E poi, come folgorata da un fulmine, tutto mi torna in mente: Liam, l'udienza, suo padre, Ethan...

Salto su con un balzo e mi rinfilo le scarpe al volo. Non so come farò, ma raggiungerò Liam in Nevada. Afferro la giacca e il cellulare e mi fiondo verso la porta.

«Vai da qualche parte?».

Lancio un grido nel buio e corro ad accendere la lampada sul comodino. Ethan è in piedi appoggiato alla porta a braccia conserte, che mi osserva con severità.

«Togliti dai piedi» gli ordino. Lui sospira pesantemente.

«Non ricordi nulla di quello che ti ho detto prima che perdessi i sensi? Non puoi andare da nessuna parte» mi rammenta. Mi avvicino a lui.

«Forse potrai fermarmi stanotte. Ma non potrai farlo per sempre. Troverò il modo di andare a salvare Liam» gli ringhio contro. Lui mi afferra per il gomito e mi riporta a sedere sul letto.

«Ti conosco bene e so che farai di tutto per sfuggirmi. Ed è per questo che sarai controllata a vista da tutti: me, Cole, Condor, tua madre, Mark, Kate, Annabelle e Kevin. Tutti hanno avuto istruzioni precise. Ci teniamo a tenerti al sicuro. E nel frattempo penseremo a un modo per riportare a casa Liam» afferma sicuro di sé. Lo guardo indignata.

«Non ci credo! Siete tutti contro di me! Se Liam ti ha davvero raccontato tutto non puoi allora chiedermi di lasciarlo nelle mani di quell'uomo!» grido. Ethan perde la pazienza e mi afferra forte per le spalle.

«Proprio perché mi ha raccontato ogni cosa, ti voglio il più lontana possibile da suo padre! Ed è quello che vuole Liam! Perché credi che sia venuto proprio da me in piena notte a supplicarmi di non partire e fare il possibile per tenerti alla larga da questa storia? Sapeva come avresti reagito e non voleva che ti immischiassi in questioni più grandi di te! Se non vuoi ascoltare me, almeno ascolta lui, cazzo!» grida a sua volta.

Vedo la luce del corridoio accendersi e filtrare da sotto la porta. Certamente le nostre urla devono aver svegliato mia madre che però non entra in camera. Mi tolgo le mani di Ethan dalle spalle e comincio a camminare avanti e indietro per la stanza mentre telefono all'unica persona che credo possa aiutarmi ancora una volta.

«Tesoro... stai bene?» chiede subito mio padre. La sua voce è vigile, segno che non stava dormendo.

«No, papà. Non sto bene. Ma non è per me che sono preoccupata. Dobbiamo salvare Liam» gli spiego con voce tremante.

«So già tutto, Clarissa. E sto già cercando di capire come abbia fatto quel criminale a riavere la custodia di suo figlio. Evidentemente lo avevamo sottovalutato. Dammi qualche giorno per avere qualche informazione in più, ok? Non fare sciocchezze nel frattempo. Me lo prometti? Troveremo una soluzione, ma ho bisogno di saperti al sicuro».

Vedendo che non accenno a rispondergli, precisa: «È un ordine, Clarissa Alexandra Williams. Sta' fuori da questa storia. Sono stato chiaro?». Il suo tono duro e imperativo, ma con un accenno di panico, mi mettono sull'attenti: c'è qualcos'altro sotto. Non si tratta solo di Liam.

«Cosa mi state nascondendo?» chiedo allora. Mio padre resta in silenzio, così riattacco e vado verso Ethan come una furia.

«Cosa. Mi. Stai. Nascondendo» ripeto. Ethan mi fissa con quell'aria fredda e imperturbabile, ma un guizzo nei suoi occhi lo tradisce.

«Dimmelo!» grido allora. Ethan si siede sul bordo del letto e si prende la testa tra le mani.

«Ha minacciato di arrivare a te. Sa che ci siete tu e tuo padre dietro al motivo per cui ha perso la custodia la prima volta. Ha minacciato te... davanti a me, cazzo! Lo capisci perché non ti permetterò di immischiarti ancora?» esclama con la determinazione nello sguardo acceso di furia. Faccio qualche passo indietro fino a sbattere contro il muro e mi lascio cadere a terra.

Ovunque andraiWhere stories live. Discover now